PIOMBINO: ACCORDO FANGHI E PANETTONE A NATALE?

Riparte la “danza dei comunicati” a seguito della presentazione del nuovo accordo sui fanghi di Bagnoli presentato dal sindaco Anselmi. Ai cori entusiastici di Confindustria che vede un buon businness dietro l’operazione si contrappongono le perplessità di un nutrito numero di cittadini facenti parte del Comitato “NO Fanghi” e di Legambiente che non capiscono perchè in questa città gli interessi esterni contino più di quelli dei piombinesi e perchè le decisioni importanti debbano essere sempre prese a ferragosto, oppure come in questo caso, a Natale.

I contenuti della terza versione dell’accordo Bagnoli-Piombino sono stati illustrati dal sindaco Gianni Anselmi in un incontro con le categorie economiche. Erano presenti, in rappresentanza della Confindustria di Piombino, Luigi Giuliano ed Emanuele Bravin.

Confindustria
in quell’occasione ha mostrato apprezzamento «per i contenuti tecnici e i risvolti industriali dell’accordo sui fanghi Piombino-Bagnoli», prevedendo «impatti economici, sociali e occupazionali di importantissimo rilievo».

«Ma l’aspetto che sembra essere maggiormente rilevante – sostiene Confindustria – è la previsione di una prossima sigla di un successivo accordo di programma che vedrà, tra i firmatari, i grandi complessi industriali del territorio a fianco degli enti pubblici, tra cui il ministero dello Sviluppo economico. Con questo ultimo accordo, secondo quanto anticipato dal sindaco Anselmi, dovrebbero trovare compimento, oltre alla completa bonifica degli ambiti retrocostieri, opere infrastrutturali e industriali di grandissimo interesse».

Opinione non condivisa dal comitato No Fanghi che a breve incontrerà il sindaco. «Dopo il tentato blitz estivo bloccato dalla mobilitazione popolare – commenta – rieccoci a Natale con il secondo tentativo. Negata la partecipazione dei cittadini con la bocciatura del referendum consultivo con motivazioni formalistiche e pretestuose ora ci viene presentato un Accordo che, alla faccia di roboanti annunci di novità, più o meno ricalca il vecchio Accordo.

2 milioni di mc di rifiuti industriali dovevano arrivare da Bagnoli a Agosto, 2 milioni di mc di rifiuti industriali dovranno arrivare da ottobre 2008. 2 milioni erano e 2 milioni restano, qualità e quantità sono le solite, con la differenza che prima almeno per una parte era previsto il trattamento, ora verranno sversati in mare così come sono. Dal punto di vista ambientale la situazione è perfino peggiorata. Il Golfo deve preoccuparsi. E l’Autorità portuale, che deve tirare fuori tutti quei soldi (in quanto è questo ente che garantisce nel nuovo atto la copertura mancante in quelli precedenti ndr.) non ha niente da dire?»

In merito alla trasparenza poi, quello che più indigna il comitato è che «non smetteremo mai di denunciare è il metodo con cui l’amministrazione comunale procede, con un’arroganza e un disprezzo delle preoccupazioni dei cittadini e della stessa vita democratica che deve far riflettere tutti. Cosa ci propone di nuovo l’ineffabile Anselmi? Due assemblee di pura propaganda, un giro di valzer con partiti, associazioni, sindacati, ecc per magnificare il nuovo/vecchio Accordo e poi, nella settimana di Natale, il consiglio comunale per avere il mandato a firmare. In poco più di una settimana si vuole chiudere la partita».

«il Comitato No Fanghi non ci sta al gioco. Innanzitutto stiamo lavorando per un ricorso al Tar sul referendum. Faremo di tutto perché siano i cittadini a decidere perché diviene sempre più intollerabile questo sostanziale disprezzo della partecipazione democratica espresso da chi amministra oggi la città. Ed è altrettanto chiaro che non siamo interessati ad una discussione formale con il Sindaco. Non ci può chiamare a fare il coro, deve proporre un percorso serio di discussione e dibattito democratico in cui i cittadini non siano chiamati solo ad ascoltare, ma si possono esprimere direttamente sull’Accordo. Quindi per noi il consiglio comunale di Natale non dovrà dare nessun mandato a firmare, ma discutere di come aprire un reale percorso democratico in città. Solo su questo siamo interessati a confrontarci».


Legambiente
analizza invece da un punto di vista diverso proprio quel passaggio che prevede un accordo riservato all’area di Piombino: «Come è scritto a pagina 31 l’accordo di programma quadro – commenta Legambiente – “Entro quattro mesi dalla firma dell’accordo gli enti si impegnano a fare un altro accordo con le imprese sui piani industriali e le bonifiche delle aree industriali piombinesi”. Insomma prima si decide di ricevere i rifiuti da Bagnoli e in nessuna parte dell’accordo (salvo una piccola allusione) si parla della soluzione strutturale da dare ai nostri rifiuti! questo è il punto cruciale e insostenibile dell’accordo che in tutta fretta si vorrebbe firmare.

Su questo punto la Legambiente ha organizzato a fine ottobre un convegno e sempre su questo ha chiesto un incontro al Presidente e all’Assessore all’ambiente della regione Toscana. «Nella lettera di richiesta incontro rilevavamo come all’interno dell’area industriale di Piombino siano stoccati almeno 10 milioni di tonnellate di scorie siderurgiche, sopra il piano di campagna».

«I 200 ettari di terreno libero da impianti che deve essere recuperato e riutilizzato; un territorio indispensabile, se liberato dai residui. L’unica area utile per il risanamento ambientale della fabbrica, con lo spostamento degli impianti inquinanti e per garantire un vero sviluppo del porto, e la diversificazione dell’economia con nuovi insediamenti industriali. Ma anche se non si volessero prendere in considerazione i rifiuti “storici” perchè non prendere in considerazione ciò che si produce quotidianamente? Ricordiamo che d’altri rifiuti che si produrrebbero con le necessarie bonifiche e altri milioni di tonnellate si producono anche in località limitrofe come Scarlino e S.Carlo».

«Abbiamo quindi “materiale” in esubero per far fronte alle esigenze sia portuali che infrastrutturali – continua Legambiente – e non c’è dunque (dal nostro punto di vista) ragione alcuna (anzi: tutte le ragioni dicono il contrario) per depotenziare le possibilità che abbiamo in loco di recupero dei rifiuti industriali giacenti sul territorio, facendo arrivare altri rifiuti da Bagnoli. La nostra proposta è allora quella di certificare qualità e quantità dei rifiuti disponibili nella nostra area, fatto questo, valutiamo quanti e quali di questi possono essere adoperati immediatamente, senza bisogno di trattamento, nelle vasche del porto, e quali e quanti hanno bisogno invece di essere trattati o destinati ad altro uso. Questo andrebbe fatto prima di prendere qualsiasi decisione rispetto all’Accordo di Programma».

«Si è scelto invece una politica dei due tempi dove solo il primo e’ certo, mentre il secondo – conclude preoccupata Legambiente – e’ solo annunciato; dove la soluzione dei problemi di Bagnoli viene paradossalmente prima della soluzione delle criticità toscane. Questo e’ il “riformismo moderno” che passa il convento di questa città».

Scritto da il 13.12.2007. Registrato sotto ambiente/territorio. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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