SAN VINCENZO, COMITATO CONTRO LE MANI SULLA CITTA’
Si è svolta il 11 Gennaio a San Vincenzo un’assemblea di un gruppo di cittadini che non intendono restare indifferenti alla dilagante cementificazione, che consegna cospicue parti del territorio alla speculazione privata, con grave danno della qualità dell’ambiente pubblico. L’assemblea ha deliberato la costituzione di un nuovo comitato, per la difesa del territorio.
L’assemblea ha anche incaricato Francesco Morra di svolgere, in questa fase, compiti di coordinamento.
Il nuovo comitato, che si è dato il nome “Comitato contro le mani sulla città”, intende impegnarsi, con una puntuale informazione dei cittadini, per influire sulle principali spinose questioni urbanistiche che segneranno il futuro del territorio comunale.
«Il nuovo comitato – commenta il portavoce Francesco Morra – intende aderire al “Coordinamento dei comitati toscani per la difesa del territorio”. Intendiamo tenere viva l’attenzione sull’ampliamento del porto, che l’amministrazione intende ostinatamente a portare avanti, nonostante la nota sentenza del TAR della Toscana, prendendo l’enorme rischio di una costruzione che, se la sentenza non venisse ribaltata, andrà smantellata.
Quando, un anno fa, – continua Morra – ci fu l’esigenza di modificare il progetto, i lavori furono sostanzialmente fermi per mesi. Perché non sospenderli ora, dimostrando un minimo di responsabile cautela?
Per i pesanti danni ambientali già causati in questi primi due anni, è ormai evidente, anche se si fanno considerazioni di carattere puramente economico, che la gestione di un paese che deve supportare una simile opera, partita senza le necessarie garanzie progettuali, si rivelerà per le casse comunali un disastro difficilmente affrontabile.
Intendiamo però intervenire anche su altre scelte sul territorio che riteniamo sbagliate».
«Ci opporremo – conclude – a qualsiasi progetto per Rimigliano che preveda nuova edificazione. Nella tenuta di Rimigliano opera una azienda agricola biologica che, come tale, deve sssere sviluppata, valorizzando le produzioni agricole di qualità e, nelle volumetrie divenute obsolete per l’attività agricola, la ricettività agrituristica.
Occorre assicurare quello che abbiamo a lungo chiamato “parco” alla pubblica fruibilità, limitando anche il numero delle presenze, su un territorio che non può subire ulteriormente il consumo indiscriminato del suolo a esclusivo beneficio di speculazioni private.
Interverremo per informare i cittadini e per opporci con forza a qualunque ulteriore scelta di consumo del suolo che non corrisponda ad un reale e sostenibile interesse pubblico.
I cittadini che costituiscono il Comitato intendono salvaguardare le caratteristiche e la vivibilità del loro territorio».