PIOMBINO, CENTRALE A BIOMASSE ESEMPIO DI POST DEMOCRAZIA?
Recentemente su un articolo di cronaca locale si è appreso che la centrale a biomasse da 20 MW che deve (doveva?) sorgere a Piombino, e di cui potete leggere nell’archivio della nostra testata, fra circa sei mesi sarà pronta. Questa notizia ha colpito il Cantiere della Democrazia che fa notare che era stato dato uno stop provvisorio alla realizzazione, pausa che non sembra stata, a quanto appreso oggi, rispettata. Leggiamo insieme il comunicato.
«La domanda è sorta spontanea – inizia il comunicato del Forum della Democrazia – alla lettura della notizia, apparsa in questi giorni sulla stampa locale, secondo la quale a giugno entrerà in funzione la grande centrale a biomasse di Montegemoli ed avremo “elettricità dall’olio vegetale”. Ci mancava anche questa!
Nell’ articolo del Tirreno si legge testualmente: “Archiviato il dibattito politico della scorsa primavera, sia in sede locale che in sede provinciale, sull’opportunità di rilasciare le necessarie autorizzazioni all’ impianto, per il tipo di combustibile e la sede produttiva…” Archiviato? Noi eravamo convinti che il dibattito politico fosse ancora aperto e che sempre attuali fossero le posizioni espresse a più riprese da alcune forze politiche e associazioni in sede locale, provinciale e regionale che avevano evidenziato il contrasto di tale impianto con una buona politica ambientale e con gli interessi della Val di Cornia.
Allora ci siamo chiesti: “Cosa ci siamo persi?” ci siamo distratti? ci sono sfuggiti dei passaggi? Si sono distratte quelle forze politiche, associazioni e cittadini che chiedevano una sospensiva in attesa del piano energetico regionale? si è distratta la Regione Toscana, che si era dichiarata contraria?
Se non ci siamo distratti tutti, allora vuol dire che Provincia e Comune di Piombino alla zittina hanno concesso l’autorizzazione e che la ditta ha incominciato i lavori. Questo conferma le valutazioni di allora: la centrale a biomasse è un chiaro esempio di postdemocrazia, una decisione presa sulla base di accordi preventivi tra politica e impresa, di promesse, mettendo a tacere il dissenso con il silenzio. Sembra ormai questo, purtroppo, il modo di procedere di una cattiva politica, chiusa, che vede il confronto come un’inutile perdita di tempo, tutta presa dall’ansia di fare senza chiedersi se il suo fare sia o no nell’ interesse delle comunità. Si potrebbero fare altri esempi a Piombino e in Val di Cornia (le cave, città antica, Rimigliano, ecc.) che dimostrano come questo metodo di governo stia ormai prendendo piede. Non può essere questa la nuova politica!
Per noi le scelte devono sempre scaturire da un percorso trasparente, tenendo conto del confronto delle posizioni, valorizzando il ruolo delle assemblee elettive e della partecipazione. Così dovrebbero funzionare le istituzioni. Scegliere democraticamente e collegialmente non è una perdita di tempo, ma un metodo basilare della democrazia, che non può essere surrogato da decisioni tecnico-burocratiche o stravolto da forzature politiche.
La Val di Cornia – conclude il comunicato – si ritroverà dunque una centrale a biomasse senza saperlo, senza avere avuto la possibilità di decidere. Ci preme capire e far capire alla gente del nostro territorio se il percorso decisionale sia stato trasparente, partecipato e pienamente democratico. Non è stato così, e allora dobbiamo chiederci il perché. Non si è saputo più nulla e in sordina sono cominciati i lavori. Chiediamo dunque a tutti i soggetti che erano intervenuti nei mesi scorsi, in particolare alle forze della sinistra e dell’area ecologista, di riprendere il dibattito e chiedere spiegazioni alle autorità competenti e alla Regione Toscana».
Forum della democrazia