QUANTI COMITATI PER ALZARE DAVVERO L’ASTICELLA?

Comitato no fanghi, Comitato dentro le mura, Comitato per Campiglia, Comitato contro le mani sulla città, Comitato contro il porto. Dice niente tutto questo ai nostri politici locali? Quelli che ogni tanto parlano di politica alta, quelli che vogliono sempre alzare l’asticella?

Anche qui, in questa piccola Val di Cornia, che stenta ad avere 80mila abitanti, c’è una crisi della politica, I partiti non riescono ad assicurare la finalità per cui esistono, cioè rappresentare quel minimo di coesione necessaria a fare scelte, come minimo quelle più importanti, quelle che hanno un riflesso immediato sulla vita e sulla maggioranza delle aspettative della gente che credono (haimé) ancora di rappresentare.

L’assemblearismo è certo un’illusione sessantottesca. In quel pur glorioso periodo, certo, i più acclamati erano quelli che andavano
sempre e comunque oltre, quelli che gridavano. Ma guardiamoci intorno. Quanti sono quelli che fermano la Tav? Quanti sono quelli che a Follonica si appongono al termovalorizzatore di Scarlino? Pochi, sicuramente, rispetto quelli che sicuramente sarebbero gli “interessi generali”. Eppure i comitati, lo vediamo in questi giorni in Campania, sono in grado di fermare interventi che rientrano nell’ambito del semplice buon senso e della razionalità, per quanto ambedue siano concesse agli uomini.

Ma il vero problema è: quanto i partiti riescono, oggi, ad assolvere al loro compito, cioè assicurare la convivenza civile, le scelte che servono a una pur minima comunità, come un piccolo comune?

Continuamente si assiste a contrapposizioni “dovute”, a minoranze che si oppongono per “principio”, a maggioranze che tengono il “punto” in ragione dello stesso “principio”, senza avere
mai la piccola umiltà di riconoscere che, magari, un problema sollevato dall’altra del fronte ha motivi che possono essere presi in considerazione. Fino a che i partiti non torneranno a rendersi conto che la politica cammina con i cervelli della gente, saremo costretti al solito spettacolo. I cittadini saranno costretti a formarsi opinioni guardando “Porta a porta in Tv” o in qualche altro talk show. Ma è possibile che la politica, tra l’altro con i suoi grandi costi, non sappia più ascoltare, che i partiti non sappiano più parlare se non da Vespa?

Evidentemente questo problema esiste anche in Val di Cornia, dove i cittadini si organizzano per ricorrere alla magistratura. Forse, ma forse, stanno bloccando anche opere che potrebbero anche dare benefici collettivi. Ma perché questa politica non riesce
a spiegarglielo? I dirigenti dei partiti sono forse più impegnati a pianificare la loro carriera che a interpretare le aspirazioni delle parti di popolazioni che rappresentano? Se fosse così non resta che dare ragione ai sondaggi della Confindustria toscana, secondo i quali il 56% degli opinion leader considera la tanto declamata seconda Repubblica addirittura peggiore della prima.


L’indiano metropolitano

Scritto da il 9.2.2008. Registrato sotto grilloparlante. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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