FANGHI: LEGAMBIENTE INCONTRA BRAMERINI E ANSELMI

Nei giorni scorsi Legambiente Toscana e Legambiente Piombino Val di Cornia hanno incontrato prima l’Assessore all’Ambiente della Regione Toscana Annarita Bramerini e poi il Sindaco di Piombino Gianni Anselmi, sul tema dei “fanghi di Bagnoli”. Leggiamo quali sono stati i risultati di questi due incontri direttamente da un comunicato di Legambiente.

«Nei due incontri Legambiente ha ribadito la propria contrarietà all’enorme spreco di risorse pubbliche (finanziarie ed energetiche), ecc. ma soprattutto l’avversione ad una scelta che invece di trattare e recuperare in loco i materiali (sia a Napoli che a Piombino), privilegia un assurdo spostamento di materiali, che di fatto aggrava le due situazioni di bonifica in situ.

Abbiamo evidenziato – commentano Bruschi di Legambiente Val di Cornia e Ferruzza di Legambiente Toscana – come la soluzione prospettata andrebbe ad occupare spazi fisici con materiali provenienti da fuori, quando ancora dobbiamo risolvere un problema vitale per il nostro territorio: la destinazione dei “nostri” materiali; consapevoli che gli spazi non si creano con i soldi.

Abbiamo lealmente riconosciuto come la Regione Toscana abbia “metabolizzato” questo problema correttamente, inserendo nell’AdPQ il tema delle bonifiche del nostro territorio, e non come mera compensazione ambientale. Inoltre, si sono individuate le casse del porto come possibili destinazioni prioritarie: “i volumi residui delle casse del Porto di Piombino saranno prioritariamente utilizzati per il recupero dei rifiuti derivanti dalle attività industriali che insistono nel sito di Piombino”.

Per questo, il vincolo dei quattro mesi per la “definizione di uno specifico Accordo di Programma per la gestione dei rifiuti speciali prodotti del sistema industriale presente nel medesimo sito” (accordo per le bonifiche), ha il significato della volontà di chiudere il ciclo dei rifiuti sul nostro territorio, esaminare le necessità di smaltimento o riutilizzo di tutti i rifiuti, definire le destinazioni, per evitare che l’importazione di “materiali” da fuori aggravi o impedisca la risoluzione dei problemi piombinesi.

Quattro mesi dalla firma dell’Accordo di Programma Quadro sono ormai passati. La domanda che poniamo adesso è: qual è lo stato dell’arte del nuovo “accordo di programma per le bonifiche”?

Dalle risposte che abbiamo avuto si apprende che: l’unica cosa prodotta è uno “studio di fattibilita’ per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza emergenziale della falda acquifera”, un’opera faraonica, costosissima e in gran parte inutile.

A domande specifiche, si apprende che ancora non si conoscono quanti e quali “materiali” abbiamo da smaltire e quale sarà la loro destinazione, neppure con un ordine di cifra approssimata.

La nota positiva – continua Legambiente – è che si sta procedendo con il piano di caratterizzazione dell’area industriale e soprattutto è stata avviata la pianificazione unitaria di tutta l’area industriale e portuale (l’UTOE 9 del Piano strutturale). Non solo del porto ma di tutte le aree industriali (con lo spostamento dei carbonili e dell’impianto Icrot, il progetto di Città Futura e la collocazione di nuovi impianti come il nuovo mini-mill), della strada di accesso al porto, della ferrovia, della nautica da diporto, la nuova discarica, il recupero delle aree umide, etc. Tutto insieme, come chiedevamo noi di Legambiente, nelle osservazioni al Piano Strutturale, inizialmente respinte dal Comune. Abbiamo chiesto infine che su questa complessa pianificazione, si apra subito un pubblico dibattito e si informi la popolazione sui problemi che si stanno affrontando e sulle procedure in atto. Su questo specifico fronte le risposte sono state ampiamente rassicuranti e quindi positive. Vedremo.

Legambiente ha comunque chiesto al Ministero dell’Ambiente di partecipare a tutte le conferenze di servizio nazionali che avranno all’ordine del giorno le bonifiche del territorio di Piombino.

Insomma – conclude il comunicato – abbiamo avuto l’impressione che siamo in una situazione di indeterminatezza, l’arrivo dei fanghi di Bagnoli non è più tanto sicuro, ma manca una chiara scelta che vada verso la risoluzione dei problemi della Val di Cornia svincolandosi dalla politica dello scambio. L’impressione che si aspettano le mosse del governo centrale».


15/05/08

Adriano Bruschi Presidente Circolo Val di Cornia
Fausto Ferruzza Direttore Legambiente Toscana

Scritto da il 16.5.2008. Registrato sotto ambiente/territorio. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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