TUTELA DI BARATTI, IL CASONE POMO DELLA DISCORDIA
Continua l’accesa discussione tra i partiti sulla tutela del Golfo di Baratti da eventuali speculazioni. Data la delicatezza del tema riportiamo integralmente gli interventi di Rifondazione Comunista, Partito Democratico e comunisti Italiani sull’argomento.
RIFONDAZIONE COMUNISTA: BARATTI NON SI TOCCA
Riportiamo integralmente il comunicato sull’argomento di Rifondazione Comunista circolo di Piombino.
«I cittadini di Piombino hanno di che allarmarsi rispetto alla notizia del passaggio di proprietà del podere Casone e dell’ok del sindaco alla sua trasformazione in albergo di lusso.
Un altro scempio rischia di aggiungersi sul territorio della Val di Cornia, che ormai in nome dello sviluppo turistico è diventato una zona critica per le emergenze ambientali e paesaggistiche in Toscana. Basta ricordare i due esempi maggiori di speculazione immobiliare e di privatizzazione delle spiagge: l’affare Poggio all’Agnello, con la probabile concessione di 400 metri di spiaggia ad uso privato e la disastrosa operazione nel Parco di Rimigliano. Anche il Piano della Costa Urbana, approvato dal Comune, lascia prevedere solamente privatizzazione di un bene comune quale, le spiagge, e cementificazione delle falesie.
In questo quadro l’operazione Casone è un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato.
Il problema non è tanto il passaggio di proprietà in sé, ma la compravendita di un bene in un luogo unico al mondo e le risorse finanziarie che vi sono state impiegate.
Il Comune e la Società dei Parchi avrebbero dovuto fare la loro parte per il futuro di un bene che si trova al centro di un’area archeologica e a pochi metri da una spiaggia già insidiata dall’erosione.
Quali assicurazioni hanno avuto gli acquirenti? Nessun imprenditore avrebbe fatto l’investimento su un vecchio podere senza aver avuto preventivamente delle garanzie sulla rendita futura.
Dalle dichiarazioni del Sindaco Anselmi traspare che l’amministrazione comunale di Piombino era a conoscenza dell’operazione e, con ogni probabilità, ha in concorso con la società acquirente del Casone già individuato un percosso di utilizzo. Con tutta evidenza non si potrà rimanere al semplice restauro della struttura: casa di riposo o albergo per ricchi che sia, l’operazione finirà per comportare una eventuale nuova cementificazione ed una ulteriore privatizzazione del territorio, parcheggi a servizio della struttura e magari qualche centinaio di metri di spiaggia in concessione.
Ma il Sindaco Anselmi non aveva espresso l’intenzione che Baratti, per il suo valore e la sua unicità fosse dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’Umanità. Si sa le parole se le porta via il vento. Il peso degli interessi privati, invece, trova spazio rilevante nelle decisioni di quest’amministrazione comunale e della sua maggioranza tutta. Vogliamo ricordare ancora che Baratti ci è stata conservata così come è oggi grazie alla lungimiranza delle Amministrazioni Comunali guidate dai Sindaci Giovannelli e Tamburini che seppero rifiutare le consistenti offerte in denaro e scambio venute allora dalla potentissima Italcementi di Pesenti.
Adesso diventa importante discutere subito in Consiglio comunale e con i cittadini il piano di Baratti e che i piombinesi si mobilitino, come hanno fatto per i fanghi di Bagnoli, per impedire lo scempio della perla del loro territorio e di essere espropriati di quel bene comune che è il Golfo di Baratti».
Segreteria Circolo PRC
PD: IL CASONE E’ GIA’ NEL PIANO PARTICOLAREGGIATO
Riportiamo integralmente il comunicato del Partito Democratico sull’argomento.
«Sono davvero singolari certi dibattiti nostrani vicini, purtroppo, alla Corrida del compianto Corrado e lontani, purtroppo, dalla realtà delle cose. L’area del Podere del Casone di Baratti sta da oltre 10 anni nel nostro piano regolatore come area di servizio e attrezzature per il Parco, lasciando ad uno strumento attuativo più dettagliato le modalità di destinazione e attuazione per cogliere le finalità previste, appunto, dal vigente PRG. La soprintendenza e il Comune avevano il diritto di prelazione sull’ immobile durante il passaggio di proprietà; diritto evidentemente non attivato sia per gli ingenti costi di acquisizione e ristrutturazione che sarebbero andati a carico della collettività sia perché, uscendo dal perimetro del socialismo reale, si comprende bene come gli obiettivi pubblici, alle volte, possono essere realizzati da soggetti privati.
Comunque sia, sarà il Piano Particolareggiato di Baratti, uno strumento pubblico quindi, a pianificare tutta l’area di Baratti, Casone compreso. La nostra opinione é che gli obiettivi del Piano debbano accentuare le caratteristiche uniche al mondo del sito di Baratti, qualificandone ulteriormente qualità, tipicità, servizi, sostenibilità. Dentro questo quadro, nella logica esclusiva del recupero dell’esistente, di criteri progettuali di elevatissima qualità e inserimento e come naturale strumento di servizio al Parco come prevede l’attuale PRG, se chiamati ad una opinione, non siamo contrari a che il sito si doti di una struttura turistica pura, che qualifichi un golfo unico nel mondo.
L’altra questione è mantenere un equilibrio tra spiagge pubbliche e spiagge concessionate. In proposito ricordiamo che attualmente questo rapporto per Baratti è il 4% e che la realizzazione dell’ intervento di ripascimento della spiaggia consentirà di migliorare le condizioni ambientali, accrescere la dotazione di spiaggia fruibile e aggiungiamo noi di consentire con opportuni interventi e senza aumenti dimensionali, la qualificazione di una presenza storica come “il porticciolo”. Progetto di ripascimento ( già finanziato dal 2001 !! ) che consentirebbe di avere più spiaggia pubblica e che giace colpevolmente da anni nella burocrazia della Provincia di Livorno.
Diciamo questo perché c’è un piano regolatore vigente da metà degli anni ’90 che collega strategicamente il Casone al Parco, nel frattempo è avvenuto come in un normale stato di diritto un passaggio di proprietà di un immobile, non ci risulta che ci sia nemmeno uno straccio di progetto privato della nuova proprietà, in aggiunta il Comune deve mettere in campo un proprio Piano Particolareggiato. Nel mezzo a tutto questo infuoca la speculazione, non quella immobiliare, ma quella legata al declino della ragione e delle idee. Noi siamo pronti a discutere perchè culturalmente stiamo da un’altra parte».
Partito Democratico di Piombino
PDCI: PREOCCUPAZIONE PER L’ALBERGO AL CASONE DI BARATTI
Leggiamo insieme l’intervento del PDCI.
«Il PdCI Val di Cornia esprime preoccupazione per i possibili esiti del progetto di un maxi albergo di lusso che dovrebbe sorgere nel podere del Casone nel Golfo di Baratti. Condividiamo le preoccupazioni espresse dalle altre forze di sinistra (Prc e Verdi) e associazioni ambientaliste (Legambiente) sugli effetti nocivi e devastanti che una scelta del genere, se confermata, potrebbe avere su quel territorio.
Da troppi anni ci sono appetiti speculativi sul nostro territorio che destano preoccupazioni e sembrano mettere in dubbio una gestione democratica dello stesso, a vantaggio di interessi di gruppi speculativi di tipo immobiliare.
Le indiscrezioni riportate sulla stampa di una connivenza tra l’acquirente e l’amministrazione comunale hanno per noi, a oggi, il valore di “chiacchera da marciapiede”. Queste voci creano facili allarmismi e contribuiscono a incrinare sempre di più il rapporto tra i cittadini e la politica. Su questo punto chiediamo, con fermezza, all’Amministrazione Comunale e agli alleati della maggioranza di fare chiarezza in tempi rapidi, pubblicamente, e nel luogo principe della democrazia ovvero il Consiglio Comunale, più che con interviste o altro sui mezzi stampa. Inoltre, per sgombrare il campo da ogni dubbio, invitiamo l’amministrazione comunale e la maggioranza ad approvare quanto prima il piano particolareggiato del Parco, in ritardo ormai da troppi anni, attraverso un grande dibattito con tutte le forze politiche e sociali. Su quello, più che sulle “chiacchere”, i comunisti giudicheranno.
Il turismo in Val di Cornia perché possa crescere in maniera sana e diventare elemento di progresso più che di sviluppo deve farlo ricordando che chi visita le nostre zone lo fa per i nostri paesaggi, ancora in gran parte incontaminati. Deturparli con metri cubi di cemento vuol dire uccidere questa opportunità di progresso e destinare nelle mani di pochi privilegiati un patrimonio che è di tutti e come tale deve restare».
PdCI Val di Cornia