ACQUA PRIVATIZZATA, FINALMENTE SEGNALI DI RIPENSAMENTO
Riportiamo integralmente un comunicato del Comitato Territoriale ARCI Zona Val di Cornia-Elba sull’insoddisfazione dei cittadini della provincia di Livorno per la gestione idrica dell’ASA.
«Sarà sfuggito a molti l’articolo apparso sulla stampa il 12 giugno – commenta Vittorio Pineschi presidente del comitato Arci Val di Cornia Elba – in cui si dava conto dell’insoddisfazione del Sindaco di Livorno Cosimi rispetto alla gestione del servizio idrico da parte di Asa e della sua volontà di disdire i patti parasociali riacquistando il 40% delle quote cedute ai privati. Finalmente anche chi ha sostenuto e fatto la privatizzazione si accorge del danno arrecato e si ricrede: “Che l’acqua torni pubblica”, ha dunque dichiarato il principale sindaco dell’ATO.
Questa pur tardiva ammissione non può che farci piacere.
Ma prima di lui sono stati i cittadini a giudicare negativamente l’ASA e un servizio peggiorato su tutti i fronti: più caro, meno efficiente, più distante dai cittadini e dal territorio
In particolare i cittadini della Val di Cornia hanno dimostrato, anche attraverso la firma a sostegno della legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica dell’acqua, di essere consapevoli che le priorità per la tutela e distribuzione dell’acqua non possono essere garantite da un soggetto mezzo privatizzato, ancora meno se strutturato in forma di Spa, peraltro fallimentare per quanto riguarda i bilanci.
In un recente sondaggio del Corriere etrusco (www.corriereetrusco.it) quasi il 90 % di coloro che hanno risposto condanna senza appello il servizio dell’ASA, con un 64% che propone addirittura la chiusura dell’azienda e il ritorno della gestione ai comuni.
L’acqua è un bene comune, prezioso, inalienabile, indispensabile alla vita e, purtroppo, non infinito. La sua gestione non può prescindere dalla sua tutela, a partire dall’adozione di tutte le misure di contrasto alla dispersione fino ad un’oculata valutazione dei bilanci idrici, che devono essere elemento ineludibile prima di ogni scelta relativa a insediamenti produttivi e edilizi.
Se questo è vero – continua Pineschi – le reali priorità non stanno nella spasmodica ricerca del raggiungimento di utili e risparmio nei costi di personale e gestione. Per essere chiari: combattere gli sprechi non può tradursi in riduzione dei livelli di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Le carenze operative e gestionali di Asa denunciate dal Sindaco di Livorno sono purtroppo evidenti anche nel nostro territorio ed erano ampiamente prevedibili e previste. Ora ci aspettiamo che anche i sindaci della Val di Cornia facciano sentire la loro voce
E’ necessario, per evitare che la ripubblicizzazione del servizio idrico sia un mero ritorno ad un passato non tutto positivo, dotare i cittadini di strumenti di controllo e intervento sulle politiche idriche, valorizzando le competenze diffuse derivanti dalla conoscenza dei territori.
Valutiamo positivamente questo segnale di ripensamento da parte del Sindaco di Livorno – conclude il comunicato ARCI – che segue posizioni analoghe emerse in questi ultimi mesi, e auspichiamo che anche in Val di Cornia si abbia il coraggio di rivedere le scelte del recente passato e ci si adoperi per portare la gestione dell’acqua più vicina ai cittadini e ai territori. Sarebbe il caso dire: meglio tardi che mai!»