SUCCESSO L’INCONTRO A CAMPIGLIA CON PANCHO PARDI

Erano in tanti all’incontro sul paesaggio a Venturina, una sala gremita e gente in piedi come non si vedeva da tempo in questa zona.

Preoccupazione e tanta voglia di discutere di un tema caldo come quello del governo del territorio, che ha un valore generale, ma che è stato affrontato anche nell’ottica locale della Val di Cornia da un pubblico vario, proveniente da tutti i comuni dell’area (Piombino, Campiglia, San Vincenzo, Suvereto…). Si è trattato di un incontro documentato e ben preparato dal Comitato per Campiglia, coordinato dal giornalista Giorgio Pasquinucci e concluso dal senatore e urbanista Pancho Pardi, un parlamentare intelligente che guarda ai valori e alle cose concrete e non alla retorica politica. Gli amministratori locali, sebbene invitati, non si sono fatti vedere, ma l’incontro parlava anche a loro. In sala o sull’uscio si sono visti invece i rappresentanti di alcune forze politiche, ma è stata notata l’assenza del PD.

Lo spunto al dibattito è stato offerto dalla presentazione del libro sul Paesaggio della Toscana tra storia e tutela curato da Rossano Pazzagli e pubblicato recentemente dalle edizioni ETS di Pisa, un lavoro di carattere scientifico che offre al lettore una serie di contributi scritti da studiosi di discipline diverse (storici, geografi, agronomi, giuristi, urbanisti) con l’intento di analizzare il lungo processo di costruzione del paesaggio toscano e indicare i pericoli che oggi deve affrontare il ricco patrimonio ambientale e paesistico della Toscana, rilevando come le ferite al paesaggio siano spesso da considerare lo specchio dell’odierna crisi della politica e della democrazia. “Un libro che tutti dovrebbero leggere” ha sottolineato Pasquinucci nell’introduzione.

Non c’è voluto molto per i presenti a focalizzare l’attenzione sulle operazioni immobiliari, le varianti, le scelte urbanistiche su cui il dibattito è aperto da tempo anche in Val di Cornia: la tenuta di Rimigliano, le cave di Campiglia, la lottizzazione alla Fonte di sotto, il porto di San Vincenzo, la fattoria di Poggio all’Agnello, le serre fisse a Casalappi, il podere di Baratti da trasformare in albergo di lusso, fino all’ipotesi emersa di recente di un cementificio in mezzo alla campagna nella zona delle Lavoriere. Intanto sulle schermo sono passati immagini e filmati del paesaggio ferito, riprese aree appositamente fatte in questi giorni per mostrare i punti di maggiore interesse, da Campiglia a Monte Calvi a Baratti: insidie, ferite, disinformazione, assenza di trasparenza e di partecipazione. Una mappa delle criticità in Toscana ha mostrato come i danni al paesaggio si stiano prevalentemente concentrando in quattro aree della regione: l’area fiorentina, quella senese, la Versilia e purtroppo l’area piombinese.

Il senatore Pardi ha sottolineato l’assurdità di uno sviluppo che continua a consumare suolo, che è una risorsa esauribile, infrangendo il tradizionale confine tra città e campagna e danneggiando l’agricoltura che oltre ad essere una attività economica necessaria è stata anche una importante strumento di costruzione del bel paesaggio toscano, come bene dimostra il volume curato da Pazzagli. A proposito delle lottizzazioni per RTA e quant’altro, la professoressa Ilaria Agostini dell’Università di Firenze ha fatto notare come la legge urbanistica regionale stabilisca la priorità del recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente prima di approvare nuovi impegni di suolo. Ma si predica bene e si razzola male, è stato detto a proposito di progetti come quello della Fonte di sotto a Campiglia (53 villette ai piedi del borgo medievale). Il turismo e lo sviluppo si possono fare con quello che la Toscana ha già, ha ribadito qualcuno, e non continuando ad aggiungere sempre.

C’è bisogno – sono state le conclusioni – di buone politiche territoriali, di un rinascimento della cultura della pianificazione, che i cittadini siano messi in grado per tempo di concorrere alle scelte e di conoscerle, di un “buongoverno” è stato detto riprendendo il titolo di un noto affresco trecentesco di Ambrogio Lorenzetti che intanto scorreva tra le immagini in sala. Tutti gli interlocutori, forti del successo di questa prima iniziativa, si sono detti disponibili ad affrontare la questione nelle rispettive sedi culturali, istituzionali e politiche, mentre il Comitato per Campiglia si è impegnato ad organizzare nuove occasioni pubbliche di approfondimento e di documentazione su alcune delle principali emergenze paesaggistiche.

Scritto da il 24.6.2008. Registrato sotto ambiente/territorio. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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