PS: SULLA NAUTICA SCELTE SBAGLIATE A PIOMBINO
Riportiamo un interessante commento di Stefano Ferrini, Segretario del PARTITO SOCIALISTA (Coordinamento lista INSIEME per lo SVILUPPO
PIOMBINO) che fa osservare che le scelte politiche sui nuovi porti a Piombino (non uno, ma ben due, più magari il raddoppio di quello di Salivoli) sono ubicati in luoghi non indicati dal recente studio commissionato dall’amministrazione pubblica ai due famosi professori dell’università di Firenze Aminti e Pranzini.
«In questi giorni è in corso da parte del Comune di Piombino la presentazione di un piano per la realizzazione di due porti turistici, uno ubicato sotto Poggio Batteria ed uno nei pressi dell’attuale allevamento ittico nella zona della Chiusa. Viene scartata quindi l’ipotesi della foce del Cornia. I motivi di questa scelta starebbero nella carenza di fondali, nel rischio di insabbiamento ed in un contrasto con gli indirizzi della Regione che non vorrebbe porti su coste sabbiose.
A questo punto ci chiediamo allora a che cosa è servito lo studio Aminti e Pranzini che indicava invece proprio nella foce del Cornia la sede ottimale per ubicare un porto turistico, sia per gli oltre 20 ettari ad uso della cantieristica che vi sono alle spalle, sia per gli effetti positivi di tale porto sul ripascimento della spiaggia del Golfo. Se davvero il Comune ritiene che il pericolo di insabbiamento sia vero, chieda immediatamente i danni ad Aminti e Pranzini per non averne tenuto conto nel loro studio, altrimenti vuol dire che così non è.
La Regione poi indica una preferenza per scelte diverse da quelle di porti su coste sabbiose, ma si tratta di una indicazione soltanto, non di una norma prescrittivi. Del resto, se così fosse, anche il porto di San Vincenzo sarebbe in contrasto con tali norme regionali ed andrebbe fermato. Poi occorre analizzare in dettaglio la compatibilità di una struttura portuale turistica di livello individuata dal Comune in Poggio Batteria con il vicino porto commerciale ed industriale. Si parla di barche da 20 metri in su, che troviamo in località come Porto Cervo e che nel nostro caso alle spalle anzichè la Costa Smeralda avrebbero, con tutto il rispetto, la Costa del Carbone.
Non a caso nel programma di maggioranza che abbiamo sottoscritto si indicava nella foce del Cornia il porto turistico da realizzare e soltanto una verifica di fattibilità sulla opzione di Poggio Batteria. Per l’altra opzione, quella alla Chiusa, mancano invece completamente gli spazi per i servizi, sarebbe nel bel mezzo dell’area industriale e lì davvero il rischio di insabbiamento sarebbe ben maggiore come lo sa bene chi frequenta quel mare. Senza contare che soffocherebbe i due porticcioli già esistenti della CPC e della Coop Pontedoro.
Entrambe le soluzioni prospettate dal Comune poi attendono per la viabilità la realizzazione della SS. 398 che, come sappiamo, è legata all’arrivo dei fanghi di Bagnoli. Ammesso che questi ultimi arrivino e che quindi anche la strada si possa fare, passerebbero come minimo altri cinque anni oltre ai cinque già passati. Si tenga conto invece che avremmo potuto già iniziare la costruzione del porto sulla foce del Cornia se solo si fosse dato seguito alla variante nautica già impostata dalla precedente Giunta e che aveva il via libera della Regione.
Vale la pena far aspettare ancora questa città dove sembriamo tornare alla situazione in cui solo la grande industria assume –e questo è ovviamente positivo- ma la diversificazione economica non parte? La nautica, grande opportunità di crescita e di sviluppo nel processo di diversificazione, dovrà aspettare ancora ed oltretutto per scegliere soluzioni peggiorative rispetto a quelle che, tutti insieme, avevamo da tempo individuato».
Stefano Ferrini