IDIGNAZIONE E LA RABBIA PER LA TRAGEDIA DI SCARLINO
Si sono svolti presso la chiesa cattolica di San Leopoldo a Follonica, per l’occasione autorizzata dal Vescovo di Piombino a trasformarsi in tempio ortodosso, i funerali di Doru Martin, l’operaio romeno di 47 anni rimasto carbonizzato nell’incendio di giovedì scorso allo stabilimento Agrideco di Scarlino, specializzato nello smaltimento di rifiuti industriali non nocivi, quali plastica, pneumatici e bombolette spray.
Non è ancora chiara la dinamica dei fatti, i Vigili del Fuoco di Grosseto stanno indagando in merito, ma purtroppo sono chiarissime le sue conseguenze: l’operaio romeno deceduto sul colpo, un suo collega italiano di Suvereto ricoverato in disperate condizioni al Centro grandi ustionati di Pisa, un contadino di Scarlino lievemente intossicato dalla spaventosa nube tossica che immediatamente dopo la tragedia si è levata dall’Agrideco in fiamme. Straziante alle esequie funebri il dolore dell’affiatata comunità romena di Follonica e Piombino.
Doru Martin è morto nel paese in cui aveva cercato di crearsi una vita dignitosa a causa probabilmente di un’omicida mancanza di adeguate misure di protezione in un’azienda che tratta sostanze così pericolose. L’intera popolazione di Scarlino e dei paesi vicini è solidale con la famiglia della povera vittima, costituita da moglie e figlio, anche perché è da anni che si batte affinché la produzione negli stabilimenti di località Casone a Scarlino sia sottoposta ad una normativa più rigida. Domenica un’imponente manifestazione ha bloccato le principali arterie della cittadina maremmana e ad essa, oltre che la maggioranza della popolazione scarlinese, hanno partecipato tutte le forze politiche di opposizione alla politica del sindaco Maurizio Bizzarri del Partito Democratico, accusato dai suoi concittadini di troppa indulgenza verso i tre impianti industriali che nell’agro maremmano trattano i rifiuti quali l’Agrideco, l’inceneritore consortile e la Tioxide che si occupa dello smaltimento degli scarti della lavorazione del marmo.
Molto numerosa la partecipazione di Rifondazione Comunista, il cui Circolo di Follonica, quando ancora le macerie dello stabilimento maremmano erano fumanti, aveva emesso un comunicato in cui si evidenziava come nella zona industriale di Scarlino venisse smaltita una sterminata quantità di rifiuti, anche molto diversi tra di loro, in un quadro nazionale di assenza di controlli e di grande irresponsabilità da parte dell’imprenditoria privata.
La sinistra radicale ed ambientalista livornese e maremmana ovviamente individua quale grande colpevole della grave situazione ambientale nella zona il Ministro dell’Ambiente dello scorso governo Berlusconi Altero Matteoli di Alleanza Nazionale, tra l’altro sindaco della vicina Orbetello. Molte però anche le bandiere di Forza Italia domenica alla manifestazione di Scarlino, considerato che ad essere messo sotto accusa dai vari comitati civici del comune grossetano era anche il sindaco del PD, eletto nelle fila dei Ds, della cittadina, Maurizio Bizzarri.
La tragedia di Scarlino non potrà essere dimenticata tanto facilmente e dovrà rimanere impressa come monito ai politici affinché finalmente anche l’Italia protegga il lavoro con una normativa da sesta potenza industriale al mondo e con controlli rigorosissimi. Da troppo tempo la Maremma lo chiede, considerato che in questa incantevole fascia litoranea hanno sede alcuni degli impianti industriali più pericolosi dell’Italia centrale.
Sergio Bagnoli