AN: LA SCELTA MIGLIORE E’ IL PORTO ALLA FOCE DEL CORNIA
Anche il capogruppo consiliare di Alleanza Nazionale Giampiero Amerini mette “il dito nella piaga” sulle varianti al Piano Regolatore e al Piano Strutturale, relative al porto, al distretto della nautica e alle infrastrutture, criticando il progetto di Poggio Batteria e della Chiusa, rilanciando il Porto alla Foce del Cornia.
«Primo passaggio in commissione delle varianti al Piano Regolatore e al Piano Strutturale – inizia Amerini – relative al porto, al distretto della nautica e alle infrastrutture. Le varianti alcuni dubbi e perplessità le fanno sicuramente sorgere, in particolare le due ipotesi proposte per il distretto della nautica. E’ vero che quando siamo di fronte a nuovi progetti qualche dubbio c’è sempre: guai se non fosse così, vorrebbe dire mancanza di idee propositive e, allora, addio sviluppo del territorio. Sulle scelte relative all’ubicazione del distretto nautico abbiamo già espresso le nostre opinioni: ormai è noto che avremmo preferito la Foce del Cornia, non solo per la disponibilità di ampi spazi, ma anche per la possibilità di unificare i servizi con notevole riduzione dei costi.
Le due proposte presentate, a nostro parere, fanno acqua da tutte le parti: sembrano tubazioni dell’ASA, per rendere l’idea. Poggio Batteria, a parte l’impatto ambientale, ha costi di costruzione così elevati da renderlo accessibile solo a pochi: un porto, insomma, per una ben precisa categoria d’utenti. Non abbiamo nulla contro un porto turistico di quelle caratteristiche, se ci sono persone disposte a spendere … meglio non farle andare altrove.
Rimane infine il problema sicurezza, che ci sembra non sia preso nella giusta considerazione: forse non si ha idea di quale sarà il traffico in uscita dal porto, quando avrà raggiunto le dimensioni ipotizzate.
Se esaminiamo le due ipotesi, ci accorgiamo che la prima, Poggio Batteria, penalizza la pesca riducendola ad operare in spazi a dir poco ridicoli (56 pescherecci e 7.000 metri per servizi e mercato ittico) e non prevede nessun servizio per i panfili (piazzale d’alaggio, darsena ecc). Per la Chiusa, un cantiere insufficiente e nessuna possibilità di sviluppo per mancanza di spazi.
Avremo, con questa ipotesi, un porto turistico accettabile per grosse barche, ma senza servizi, e un bel pastrocchio per il resto. La seconda ipotesi prevede a Poggio Batteria un cantiere di cinque ettari, più una darsena di due (???) e per la Chiusa un altro cantiere di cinque ettari e qualcosa di più accettabile per la pesca (3 ettari e mezzo per servizi e mercato ittico con attracco per 81 pescherecci). Se Poggio Batteria fa sorgere perplessità, figuriamoci la previsione del porto nautica-pesca-cantiere della Chiusa.
Intanto andiamo ad operare in un’area dove non ci sono spazi per un eventuale sviluppo del cantiere e della stessa nautica (forse se non ci fosse l’agroittica?) poi, l’ipotesi di due cantieri … altro che perplessità. Due ipotesi quindi a nostro parere impossibili da accettare. Trattandosi di proposte, speriamo che la stesura definitiva offra qualcosa di meglio.
Niente a che vedere, comunque – conclude Amerini – con i progetti presentati per la Foce del Cornia. Si parte a nostro parere con previsioni sottovalutate: riduttive rispetto alle necessità, specialmente per quelle legittime dei cittadini di Piombino. O forse ci sono previsioni di sviluppo per altre zone … che non conosciamo? (come ad esempio il raddoppio di quello di Salivoli da più parti menzionato, ndr.)»
Alleanza Nazionale
Il capogruppo consiliare
Giampiero Amerini