RC: ”FUTURO INCERTO” NEL PIANO INDUSTRIALE DI PIOMBINO
Riportiamo un commento, ad un intervista rilasciata recentemente dal sindaco di Piombino Anselmi al giornale “Il Tirreno”, del segretario di Rifondazione Comunista Alessandro Favilli, che esprime forti dubbi sul modo di operare dell’amministrazione tutta proiettata su “un eterno rinvio” delle scelte della città. A seguire riportiamo “per par conditio” anche l’intervista integrale del 18 settembre affinche i nostri lettori possano giudicare.
«Un eterno rinvio, un futuro incerto, parole già sentite. Sono queste le prime sensazioni – commenta il segretario di RC Alessandro Favilli – dopo la lettura dell’intervista al sindaco Anselmi.
Purtroppo vi si trovano anche alcune conferme.
La prima è che il famigerato accordo di Bagnoli, che doveva rappresentare una ‘svolta epocale’, si sta rivelando per quello che è: una colossale perdita di tempo per la città e il territorio. Anche chi l’ha sostenuto dovrà prima o poi rendersene conto.
La seconda – continua Favilli – è che i principali problemi di Piombino, a partire dalle bonifiche, sono ancora aperti e niente è stato fatto in questo anno: dall’intervista risulta che non ci sono tempi certi, né per la tanto sbandierata strada 398, né per il porto, né per la rilocalizzazione degli impianti industriali. Sarebbe stato meglio lavorare per fare le cose, invece di discutere più di un anno per un accordo nel quale non credono più neanche le istituzioni che l’hanno firmato. La variante proposta segnerà quasi sicuramente la fine del progetto di Città futura, che diventerà così l’ennesima promessa mancata. Si ha il senso di una città sfiduciata che dovrà attendere ancora.
La terza considerazione riguarda la totale perdita di una cultura della pianificazione: mentre si fa un piano strutturale, mentre non è ancora approvato il regolamento urbanistico generale, si cominciano a fare varianti: si cambia ciò che non è stato ancora deciso, o si cambia ciò che si è appena deciso. Questo denota lo stato di confusione che regna nel governo di Piombino.
La politica delle varianti serve solo a rispondere a tale o talaltro progetto privato, senza che il governo locale stabilisca prima un quadro di regole pubblico e condiviso. Manca ormai la capacità pubblica di programmare il territorio e l’economia e quindi si aspettano le soluzioni dai progetti dei privati, che si parli di industria o di porti, di edilizia o di turismo. Così, invece della politica del fare, si rischia di fare la politica dell’affare.
Comprendiamo – conclude Favilli – che il sindaco avverta la delicatezza del momento, poiché si avvicina alle prossime elezioni amministrative senza aver realizzato nessuna delle mirabolanti cose che aveva promesso con i fanghi di Bagnoli. Ma noi siamo per il recupero di una capacità pubblica di governo, che sappia davvero programmare il territorio, dando certezze e non solo parole ai cittadini, alle imprese e ai lavoratori».
Alessandro Favilli
Segretario del Circolo di Piombino PRC
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Tratto da “Il Tirreno” del 18 settembre 2008
Via dal Poggetto il parco rottami Lucchini L’impianto previsto sotto il Capezzolo. Nel quartiere un’area filtro di cento metri Il sindaco Amselmi spiega il nuovo piano urbanistico.
DI GIORGIO PASQUINUCCI
PIOMBINO. La scommessa è grossa. In palio il futuro urbanistico, ambientale ed economico città per almeno i prossimi 15 anni. Il tutto raccolto in un unico strumento di pianificazione che mette insieme sviluppo del porto, lancio del diportismo nautico e della cantieristica, consolidamento dell’industria siderurgica. Un’anticipazione del regolamento urbanistico attraverso una variante al vecchio Prg e al piano strutturale. Il confronto va avanti da mesi, ma ora siamo giunti alla stretta finale e, nella prima seduta d’ottobre, sarà portato in consiglio comunale per l’adozione.
«Un piano – sostiene il sindaco Gianni Anselmi – in forte sinergia con la programmazione territoriale regionale e provinciale, passato da un sostenuto dibattito nella commissione consiliare e nel Forum al quale hanno partecipato forze economiche, associazioni ambientaliste, sindacati e anche gli stessi dirigenti della Lucchini, sfociato anche nell’incontro pubblico al Poggetto sul nuovo piano industriale dell’azienda».
Una pianificazione in qualche modo legata all’accordo sul trasferimento della colmata e dei fanghi di Bagnoli nelle vasche di raccolta del porto Piombino, che prevedeva, entro giugno, l’approvazione del nuovo piano regolatore del porto. «Ma abbiamo preferito allungare i tempi – dice Anselmi – per mettere insieme una proposta urbanistica più ambiziosa». L’accordo di Bagnoli rimanda, come è noto, alla successiva firma di un secondo accordo sulle bonifiche industriali. E gran parte dell’accordo di pianificazione resta ancorata a quelle prospettive.
L’industria. La redifinizione del rapporto tra città industria è sicuramente stato negli mesi il tema più discusso anche nel Forum organizzato dal Comune sull’accordo di pianificazione. Anche perché la discussione si incrociata con il nuovo piano industriale della Lucchini. «Ci siamo misurati seriamente con il piano dell’azienda – sostiene il sindaco Anselmi – E vediamo nella realizzazione del “mini mill” (il nuovo treno di laminazione per coils; ndr) un assetto vantaggioso dell’industria. Un investimento da 480 milioni che porterà un incremento occupazionale di 200-250 dipendenti e che va nella direzione della qualificazione e diversificazione delle produzioni da anni invocata dai sindacati e dalla città».
La Lucchini, come noto, ha proposto di localizzare il “mini mill” dove attualmente c’è il parco rottami, nell’area attigua a Città Futura, poiché l’impianto lavorerà in colata continua e per questo dovrebbe essere il più vicino possibile all’acciaieria. «Abbiamo verificato – sostiene Anselmi – se ci fosse un’alternativa sostenibile. Verificata l’ineluttabilità della sua collocazione, vogliamo però entrare nel merito della sua realizzazione».
La realizzazione del “mini mill” impedirà definitivamente la possibilità di un’espansione di “Città Futura”, anzi la Lucchini, anche se a quanto pare non lo ha ancora richiesto con atti formali, ha bisogno di un corridoio tra i 10 e i 25 metri per collegare il “mini mill” agli altri impianti per via ferroviaria e stradale. «Nell’accordo di pianificazione – precisa il sindaco – abbiamo previsto solo lo spazio per il “mini mill”. Se l’azienda avrà bisogno di quella fascia, dunque, dovrà passare da un’osservazione pubblica al piano che sarà valutata. Ma una cosa è rivendicare “Città Futura” con un approccio ideologico, un’altra confrontarsi con la realtà».
La realtà nella sostanza si chiama compensazione. «La previsione di “Città Futura” contenuta nel Prg del 1994 – spiega infatti il sindaco – ci mette oggi in condizioni di vantaggio. Il posizionamento di un impianto produttivo nell’attuale parco rottami aumenta il valore dell’area. Un valore che la fabbrica deve restituire alla città».
La prima risposta c’è sulla collocazione del nuovo parco rottami, che la Lucchini aveva inizialmente previsto a ridosso del quartiere Poggetto, anche se protetto da una collinetta. Il nuovo parco rottami si farà invece tra Poggetto e Capezzolo, in una zona dove non ci sono concentrazioni urbane. «Col piano però andiamo oltre – spiega Anselmi – abbiamo previsto infatti un’area filtro profonda di cento metri tra l’area industriale e il Poggetto protetta dalla collinetta alberata. Un’altra piccola area filtro separerà la zona del “mini mill” dall’abitato del Cotone. Aree simili sono previste anche nella zona di Colmata e lungo la Geodetica. Alla Lucchini sarà chiesto anche di rinunciare alla concessione demaniale su una profonda fascia tra il mare e i nuovi impianti, spostando i suoi confini verso l’interno tra il “Pennello Dalmine” e la foce del Cornia».
L’accordo di pianificazione recepisce invece la richiesta della Lucchini di realizzare un impianto di decapaggio dei coils, demolendo altre strutture esistenti, nella zona del Treno vergella, e un autoparco nella zona della portineria di Ischia di Crociano. Cederà invece al Comune le aree da cui passerà il prolungamento della 398, e rinuncerà anche alle concessioni nella zona della Chiusa.
Il discorso aperto su nuova cokeria e spostamento dei carbonili, collegato in buona parte allo sviluppo del porto. «Nelle norme tecniche d’attuazione del piano abbiamo scritto che non sarà consentito il revamping della cokeria 45 forni che andrà a fine campagna nel 2015. Alla scadenza del 2011, inoltre, l’Autorità portuale non rinnoverà la concessione delle aree dove insistono gli attuali carbonili delle Lucchini».
L’accordo di pianificazione prevede dunque nuova cokeria e carbonili nella zona dove attualmente c’è la discarica non autorizzata di scorie industriali ancora sotto il sequestro della magistratura. Il piano industriale Lucchini non ha tuttavia ancora sciolto il nodo della cokeria e, molto, dipenderà dalle scelte strategiche delle Severstal a livello mondiale. In futuro, insomma, potrebbe anche non esserci una cokeria a Piombino e in tal modo decadrebbe anche la necessità dei carbonili. Pare che comunque i vertici Severstal abbiano tutta l’intenzione di sciogliere anche questo nodo entro il 2009.
La nautica «La redifinizione del rapporto tra città e fabbrica – dice il sindaco Anselmi – passa dalla rilettura del “water front” tra il porto e la foce del Cornia. L’accordo di pianificazione coglie l’obiettivo dello sviluppo della nautica e del polo della cantieristica. Le nostre scelte partono dallo studio Aminti Pranzini, ma abbiamo puntato alla biforcazione dell’offerta. Per la cantieristica abbiamo individuato un’area di 10 ettari alla foce delle Cornia Vecchia. Quast’area potrà essere destinata alla costruzione di grosse imbarcazioni, mentre parte dell’attività legata alla cantieristica, come arredamenti ed altro, potrà trovare posto nelle aree ex Irfird di Colmata-Gagno. In tutto 50 ettari destinati ad attività produttive».
Accanto all’area della cantieristica è previsto un approdo di servizio, che ospiterà anche piccole imbarcazioni e i pescherecci, l’asta de pesce e l’Agroittica, che sarà spostata dall’attuale insediamento nella Chiusa di Pontedoro. «Il porto turistico lo abbiamo invece previsto a Poggio Batteria, su fondali adeguati che potranno ospitare imbarcazioni da 16 a 40 metri. E’ previsto nel piano anche un allungamento del dente della diga foranea del porto per ospitare navi da crociera. Non ci saranno aree per i cantieri, che gli esperti ci hanno sconsigliato nella zona, ma un’area di rimessaggio di 5 ettari. Il porto turistico consentirà anche una sistemazione degli spazi a terra in modo da rappresentare, anche dal punto di vista architettonico, una nuova porta a mare della città».
Il porto Il futuro del porto come noto guarda a Nord, al recupero di spazi ora occupati dalla Lucchini e ai nuovi banchinamenti previsti dopo il riempimento delle vasche di colmata. Scelte che sono anche precedenti all’accordo sui fanghi di Bagnoli, ma al quale ora sono intimamente legate per i finanziamenti e i tempi di realizzazione. Una volta riempite prime due vasche di colmata, la piccola e la grande) è previsto l’ampliamento della zona commerciale del porto nella direzione del pontile Lucchini, che sarà inglobato nelle nuove opere e in parte demolito. Una terza e ancor più grande vasca dovrà consentire un’ulteriore espansione verso la zona della chiusa e la realizzazione del nuovo pontile industriale. E questo combacia a perfezione con la realizzazione della eventuale nuova cokeria e dei carbonili nell’interno della zona di Pontedoro. E’ evidente che i tempi dell’industria dovranno però coincidere con quelli necessari alla realizzazione delle opere marittime.
Il resto delle ulteriori possibilità di sviluppo dei traffici è ovviamente legato alla 398, la cui realizzazione è prevista nell’accordo di Bagnoli. Il progetto preliminare ora c’è, quello della Sat. L’unica incertezza viene dalle trattative ancora in corso per la firma del secondo accordo sulle bonifiche delle aree industriale. «I fanghi non arriveranno a Piombino – ha già dichiarato Anselmi – se non si firma anche questa seconda parte». Ma la strada secondo Anselmi non è più in discussione e si farà. A Roma nei giorni scorsi si è incontrato con i dirigenti dei ministeri dell’Ambiente e delle Infrastruture. «E’ stata una riunione interlocutoria – conclude il sindaco – soprattutto per fare una ricognizione delle risorse e dei meccanismi da attivare. Noi comunque abbiamo espresso la nostra disponibilità a continuare il percorso aperto con l’accordo per Bagnoli e procedere verso quello sulle bonifiche. Per la 398 il ministero sta valutando anche la possibilità di affidare l’intera progettazione alla Sat, come anticipazione del corridoio Tirrenico».