ACQUA: «NECESSARIO UN VERO CAMBIO NELLA GESTIONE»
Il Movimento per l’Acqua Pubblica Val di Cornia, Sinistra democratica, Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Verdi Val di Cornia commentano positivamente la scelta dei sindaci della provincia di Livorno di staccarsi gradualmente dalla gestione privata degli acquedotti. Ricordano però al contempo che qualcosa di più e di meglio deve essere fatto nella gestione dell’acqua. Leggiamo insieme.
«Qualcosa si muove. I Sindaci della Val di Cornia dicono oggi che l’azienda dell’acqua ASA deve tornare in mano pubblica. Essi, come si ricorderà, firmarono compatti una lettera a sostegno della privatizzazione della gestione dell’acqua, proprio nel momento in cui era forte la campagna di adesione alla legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica dei servizi idrici. Molte risorse sono state assegnate, da allora, ad un progetto che mostrava, già nelle premesse, i segni premonitori di una gestione fallimentare e dell’inefficienza dimostrata in seguito.
Ora si esprime la volontà di ritornare in possesso della piena proprietà: rivendichiamo il ruolo che abbiamo avuto nel far maturare questo ripensamento, raccogliendo negli anni scorsi una elevata quantità di firme in tutti i comuni della Val di Cornia. Però … Si, purtroppo c’è un “però” …
La semplice riacquisizione della proprietà, peraltro molto onerosa, non coglie gli aspetti fondamentali che ponevamo nella legge di iniziativa popolare: non ci interessa un semplice ritorno al passato, con i suoi rischi di malagestione e pratiche clientelari. Deve cambiare radicalmente il tipo di gestione, che deve essere più attenta ai diritti dei cittadini, ora ridotti a semplici clienti, e alla tutela della risorsa idrica.
Ribadiamo: l’acqua è un bene comune, prezioso, inalienabile, indispensabile alla vita e, purtroppo, non infinito. La sua gestione non può prescindere dalla sua tutela, a partire dall’adozione di tutte le misure di contrasto alla dispersione fino ad un’oculata valutazione dei bilanci idrici, che devono essere elemento ineludibile prima di ogni scelta relativa a insediamenti produttivi e edilizi.
E’ necessario ridare un ruolo di protagonisti ai comuni e ai territori, senza centralizzare tutto su Livorno. Per evitare che la ripubblicizzazione del servizio idrico sia un mero ritorno ad un passato non tutto positivo, occorre dare ai cittadini strumenti di controllo e di intervento sulle politiche idriche, valorizzando le competenze diffuse derivanti dalla conoscenza dei territori.
Per essere credibile, il ritorno al pubblico non dovrà limitarsi all’assetto societario, ma essere l’occasione per un reale miglioramento della gestione degli acquedotti basata sulla partecipazione sociale».