PIOMBINO: LA LISTA CIVICA E LA VARIANTE AL PRG
Riportiamo integralmente il commento della lista civica per la tua città (area UDC) sul voto in consiglio comunale a Piombino sulla variante al Piano regolatore comunale su Nautica e industria.
«Inevitabilmente – inizia Graziella Guglielmi della Lista CIvica – la discussione in Consiglio comunale della Variante -e che Variante!- al Piano Regolatore, ma ancor più le posizioni assunte dai vari Gruppi consiliari e l’esito della votazione stanno generando una coda, uno strascico di comunicati delle forze politiche che, in linea di principio, deve essere considerato positivamente. Toh, anche nella -apparentemente- granitica e monolitica Piombino, il dissenso esiste, si manifesta nelle sedi istituzionali, ma soprattutto si sostanzia in critiche dettagliate e basate sui fatti. Che bel passo in avanti, diciamo noi!
Il dissenso è stato, poi, addirittura trasversale rispetto agli schieramenti! Finalmente, diciamo noi! Tutto ciò è intollerabile, reagiremo duramente, faremo piazza pulita, dicono -e scrivono- invece, i padroni del vapore! Certo, raccogliere solo 16 dei 21 voti di cui si ritiene di disporre è spiacevole, ma, se ci si rifiuta di chiedersi perché è andata così, può diventare un pessimo segnale, quasi un prodromo di catastrofe politica, se non elettorale. Certo, l’attacco personale ad un Capogruppo – autore, tra l’altro, di un intervento equilibrato nei contenuti e moderato nell’espressione- è inequivocabile segno di debolezza politica e, purtroppo, di mancanza di rispetto e di correttezza.
Certo, avventurarsi in capziose distinzioni fra l’astensione di un partito ancora ufficialmente in maggioranza e quella di un altro partito, anch’esso ancora ufficialmente in maggioranza, può essere ascritto agli espedienti tattici tante e tante volte dispiegati dal PCI, poi PDS, poi DS ed ora, infine, PD.
Ma, al di là delle polemiche, la sostanza è che gli interventi di chi dissentiva dalle proposte della sempre più risicata maggioranza, hanno proposto argomentazioni serie sia sotto il profilo del metodo, sia sotto quello dei contenuti. La previsione di nuovi insediamenti industriali dove, dal 1994, era prevista la riqualificazione urbana, non è questione ordinaria e avrebbe dovuto essere esaminata seriamente da chi l’ha prima improvvidamente contrattata con la Dirigenza della Lucchini e poi acriticamente trasformata in un provvedimento politico-amministrativo.
Avrebbe dovuto essere caratterizzata da un minimo di coerenze territoriali che nella Variante adottata purtroppo non ci sono, a partire dall’insostenibile conferma delle scelte fatte appena un anno fa per Città Futura, che prevedono centinaia di alloggi a poche decine di metri dagli impianti della Lucchini. Siamo convinti che, con un minimo di umiltà e buon senso (e forse anche di competenza) l’Amministrazione avrebbe avuto tutto da guadagnare se avesse ascoltato quanti -anche noi tra gli altri- chiedevano che quelle scelte fossero riconsiderate.
Così come sulla pianificazione integrata porto, industria, nautica e infrastrutture (di cui si mena ora immeritatamente vanto), sarebbe stato sufficiente che questa Amministrazione avesse riconosciuto che sbagliò a respingere, con iattanza e un atteggiamento di ingiustificata superiorità, tutte le osservazioni al piano strutturale che chiedevano esattamente quello. Perchè, anche in quella occasione, ancora una volta dunque, la risposta di una maggioranza chiusa ed arroccata, vestita solo di protervia e ingiustificato disprezzo per chi dissentiva, tentò di isolare coloro -anche noi tra gli altri- che chiedevano di ricondurre la “variante anticipatrice per la nautica” nel più vasto progetto del piano strutturale.
Sarà buono e giusto, quindi – conclude la rappresentante della lista civica – che si cominci a rispettare chi dissente, capire che gli anatemi politici sono tollerati con sempre maggiore insofferenza, che le minacce di isolare finiscono per isolare chi minaccia. Le scomuniche politiche di staliniana memoria, anche se condite con aromi artificiali di mal digerito pseudo liberismo, sono sempre meno appetibili. Non sarà, forse, il principio della fine, ma è certamente la fine del principio».