VENTURINA: SUCCESSO PER L’INCONTRO SU FONTE DI SOTTO E CEMENTIFICIO
Riportiamo il resoconto, inviatoci dal Comitato per Campiglia, della serata dal titolo “Giù le mani dalla campagna” tenutasi presso la saletta rossa di Venturina il 3 ottobre scorso. Interessante notare che nell’occasione, il progettista dell’intervento immobiliare contestato, l’arch. Antonio Carmilla, intervenendo nel dibattito sembra che abbia riconosciuto l’errore urbanistico di localizzare un villaggio turistico alla Fonte di Sotto.
«Saletta Comunale di Venturina stracolma per parlare delle villette alla Fonte di sotto, del cementificio alle Lavoriere e della centrale a biomasse di Casalappi. Presenti anche la Coldiretti e Legambiente. Assenti, sebbene invitati, il sindaco e gli assessori comunali; presenti due consiglieri (partito socialista e comunisti italiani); pochi politici ma nessuno del partito di maggioranza. Com’è possibile – si sono chiesti in molti – che ci sia questa insofferenza del confronto?
In sala tanti agricoltori, professionisti, semplici cittadini, giovani, decisi a difendere il territorio rurale dall’attacco rappresentato da interessi privati che sembrano trovare sempre più spazio nei piani urbanistici comunali. Un movimento che trae ulteriori informazioni dalle dettagliate relazioni che due architetti, Alberto Primi e Silvia Lancioni, studiando gli atti del Comune, hanno fornito al pubblico. E dopo che l’avvocato Marco Mecacci del Foro di Firenze, esperto in diritto urbanistico, ha illustrato i frequenti casi di truffa e di illegalità a cui sono andate incontro le cosiddette RTA (residenze turistico-alberghiere) in varie parti della Toscana. Ne sono seguiti sequestri, accuse di lottizzazione abusiva e procedimenti anche a carattere penale.
Dalle relazioni è emerso un quadro di cattiva urbanistica, con scelte incoerenti, non motivate e non trasparenti.
La lottizzazione alla Fonte di Sotto, con l’occupazione di un terreno di 2,5 ettari – destinato a parco pubblico fino al 1995 – che è la metà di tutto il centro storico e con la realizzazione di 51 villette sotto la Rocca , è destinata a deturpare Campiglia e quindi la sua economia turistica. Quelle che dovrebbero essere realizzate, infatti, sono RTA che il Comune stesso, con il piano strutturale approvato nel 2007, ritiene non idonee per la qualificazione del turismo.
Inoltre, come ha illustrato l’arch. Primi, nelle agenzie immobiliari e nello statuto della società che dovrebbe realizzarle, si parla di “godimento esclusivo delle unità immobiliari”, una definizione in netto contrasto con le leggi sulle RTA che fa temere un doppio danno: uno scempio ambientale e una truffa.
Perfino il progettista dell’intervento, l’arch. Antonio Carmilla, intervenendo nel dibattito ha riconosciuto l’errore urbanistico di localizzare un villaggio turistico alla Fonte di Sotto.
Ancora più sconcertante la vicenda della variante che nella zona delle Lavoriere ha portato via sette ettari di territorio agricolo in aperta campagna per trasformarlo in una lottizzazione a carattere industriale, favorendo un unico proprietario. Una vicenda che comincia nel 2000 con la motivazione della urgente necessità di spostare un impianto di betonaggio di poche migliaia di mq. dalla zona termale di Caldana e che termina 5 anni dopo con l’approvazione di un piano di lottizzazione di 7 ettari in aperta campagna alle Lavoriere. Sconcertante è che quei 7 ettari non fossero neppure compresi nei 250 ettari che il Comune stesso aveva inizialmente individuato per la localizzazione finale; che il trasferimento non sia stato previsto (come per tante altre attività produttive di Venturina) all’interno del PIP di Campo alla Croce; che si sia sostenuto che con quella scelta le imprese avrebbero risparmiato sull’acquisto dei terreni quando oggi i terreni nel PIP costano 31 euro al mq. mentre nella lottizzazione privata della Soc. Fraschiera le agenzie immobiliari ne chiedono 140; che il Comune abbia motivato quella scelta sostenendo che gli impianti per la produzione di cementi erano incompatibili con le villette di Caldana, con i capannoni industriali del PIP di Campo alla Croce, mentre sono stati ritenuti compatibili con gli ortaggi destinati all’alimentazione alle Lavoriere. Salvo poi, come ha fatto recentemente il Sindaco, sostenere che quegli impianti non dovranno produrre polveri, rumori, facendo così cadere la motivazione che aveva sostenuto in precedenza.
Appare qui evidente lo scempio urbanistico e l’esclusivo vantaggio economico della Soc. Fra schiera: “Un atto di pianificazione non motivato – ha concluso l’arch. Lancioni – che solo per questa ragione dovrebbe essere modificato.”
Dall’approfondimento di queste vicende, dunque, più che il sostegno allo sviluppo del turismo, dell’agricoltura e delle stesse imprese artigianali e industriali, emerge un rapporto privilegiato con la rendita e la speculazione immobiliare».