UDC: SBAGLIATE LE CLASSI SEPARATE PER STRANIERI
Riportiamo un intervento del segretario piombinese dell’UDC Luigi Coppola sulle classi separate per i bambini stranieri che non conoscono l’italiano.
«La proposta di creare delle classi separate per i bambini stranieri a mio personale avviso non è il modo migliore per garantire un’adeguata integrazione.
Sarebbe opportuno affrontare l’argomento liberi da pregiudizi – continua Coppola – ma sappiamo che tutto ciò è molto difficile quando ci troviamo di fronte a questioni che riguardano gli immigrati.
I cittadini stranieri, che vivono regolarmente nel nostro paese, devono imparare l’italiano ed i loro figli devono frequentare le nostre scuole integrandosi con i nostri bambini.
E’ indubbio che ci debba essere un accompagnamento propedeutico per apprendere la nostra lingua, ma ciò deve avvenire attraverso corsi extrascolastici come accade in gran parte dei paesi europei.
Le scuole pubbliche devono essere aperte a tutti indistintamente, sarebbe opportuno che per garantire il normale svolgimento dell’attività didattica si introduca solamente un numero limitato di stranieri (che non parlano bene l’italiano) rispetto agli altri studenti.
Ricordo quando alle elementari arrivarono bambini portatori di handicap nella mia classe (era il 1975), quello fu un atto di civiltà che non arrecò assolutamente nessun problema ne a me ne ai miei compagni dal punto di vista formativo, posso confermare che fu certamente un’ azione estremamente importante per educare la mia generazione ad integrarsi con le diversità.
Personalmente ho anche vissuto l’esperienza dell’integrazione scolastica all’estero, per molti anni ho vissuto in Germania, ricordo che i primi tempi frequentavo dei corsi di tedesco la mattina presso una Volkshochschule (scuola comunale di formazione) gratuita, mentre il pomeriggio andavo alla scuola universitaria di Berlino con studenti tedeschi.
Ho imparato velocemente il tedesco proprio grazie allo stretto rapporto con loro, solamente con le nozioni che apprendevo ai corsi di lingua, sicuramente non avrei raggiunto la proprietà di linguaggio che mi ha permesso di frequentare l’università in Germania.
In un momento di grande difficoltà come questo – conclude il segretario UDC – per le problematiche che quotidianamente dobbiamo affrontare nel rapporto con gli stranieri sotto il profilo della sicurezza e dell’integrazione, ritengo che si debba evitare di esasperare gli animi introducendo provvedimenti che potrebbero stimolare possibili reazioni incontrollate».