CAMPIGLIA: LE LAVORIERE, UNA ZONA FERITA E DIMENTICATA?
Riportiamo integralmente un comunicato degli abitanti delle Lavoriere e del Comitato per Campiglia sugli sviluppi del Cementificio che, all’apparenza nessuno vuole, ma che sta crescendo, giorno dopo giorno, davanti agli occhi dei residenti. Leggiamo insieme.
«Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire – inizia il comunicato dei residenti – ma in democrazia la sordità alla voce dei cittadini è una colpa grave. Gli abitanti della zona delle Lavoriere, che si sono riuniti insieme col Comitato per Campiglia, denunciano la totale insensibilità del sindaco e dell’amministrazione comunale rispetto ai problemi sollevati ormai da più mesi con iniziative di approfondimento e di mobilitazione.
La lottizzazione autorizzata dal comune in aperta campagna, per realizzare l’area produttiva suggestivamente denominata “valorizzazione inerti” dove è stato costruito l’impianto cementiero di Betonval e dove ulteriori impianti saranno realizzati dalla multinazionale del cemento Holcim o da altri industriali, rappresenta una grave ferita al territorio e un danno per l’agricoltura e il turismo.
Malgrado le assicurazioni del sindaco, si stanno già verificando una serie di irregolarità, che gli abitanti possono constatare quotidianamente con i propri occhi. L’impianto della Betonval è funzionante a pieno regime da quasi un anno, sebbene i lavori di costruzione non siano ancora stati chiusi; il permesso di costruire infatti, come risulta dagli atti indicati dall’Amministrazione stessa su nostra richiesta, è ancora aperto al punto che, il 2 settembre di questo anno, il Comune ha rilasciato la voltura del permesso stesso perché la Betonval ha venduto ad una Società con sede in Casal Monferrato (Unicalcestruzzi): ma la Variante al P.R.G. del 2000 non doveva servire solo per “delocalizzare” le aziende esistenti?? Chissà se Unicalcestruzzi avrebbe acquistato l’azienda Betonval se questa fosse ancora nella vecchia sede.
Per l’accesso alla ex Betonval viene regolarmente utilizzata una nuova strada (realizzata con il permesso di costruire rilasciato per le opere di urbanizzazione) che non è ancora conclusa né tantomeno collaudata. Anche il permesso di costruire relativo alle opere di urbanizzazione risulta infatti ancora aperto. Prova ne è che alla fine dell’ottobre di quest’anno è stata rilasciata dal Comune di Campiglia la variante in corso d’opera a quel permesso di costruire. La strada, priva di illuminazioni e di segnalazioni, viene chiusa al traffico con una catena fuori dagli orari di lavoro. Ci chiediamo con quali garanzie e sicurezza per i lavoratori che, più volte al giorno percorrono quella strada non ancora collaudata e quale sicurezza per chi, di notte, dovesse per caso percorrerla trovandosi di fronte una catena non segnalata.
Negli ultimi tempi ci sono stati dei consistenti movimenti di terra, anche con trasporto di materiali provenienti da altri siti. L’abbiamo segnalato al Sindaco, ma nulla è stato fatto, anzi il Comune ha risposto che tutto è nella norma, negando l’evidenza. Il Comune ha perfino dichiarato di avere effettuato un controllo mediante i vigili edilizi e di non aver riscontrato lavorazioni relative a movimenti di terra: si sono però dimenticati di dire che, quel sopralluogo, è stato effettuato in un giorno di pioggia intensa quando, i cantieri edili, come è noto a tutti, sono fermi.
La zona dove è collocata la ex Betonval è illuminata a giorno anche di notte; nonostante non sia ancora allacciata la pubblica illuminazione e che pertanto si utilizzino generatori altamente rumorosi ed altamente inquinanti, e anche su questo nessun provvedimento. Ci saranno poi le emissioni in atmosfera, per le quali una Conferenza di Servizi della Provincia ha ritenuto accoglibile la richiesta d’autorizzazione fatta dalla Betonval.
Da quando l’impianto è entrato in funzione gli abitanti lamentano inoltre una più frequente carenza d’acqua nelle abitazioni. Non sappiamo se le due cose sono in relazione, ma una domanda è lecita: da dove prende acqua l’impianto per i cementi? E soprattutto: da dove prenderanno l’acqua i futuri impianti previsti nella lottizzazione?
Tutte queste problematiche vanno ad aggiungersi, tra l’altro, alle già precarie condizioni ambientali della zona, che è attraversata dal fosso Corniaccia il quale continua ad esalare cattivi odori per lunghi periodi dell’anno ed a presentare evidenti fenomeni di inquinamento. Oltre alle acque del depuratore, non è da escludere che esso raccolga scarichi abusivi da parte delle industrie di Campo alla Croce. In assenza di puntuali verifiche degli enti preposti, i cittadini si sono autotassati per effettuare l’analisi chimica delle acque presso istituti privati. Eppure il sindaco Velo aveva pubblicamente assicurato: “Stiamo studiando una soluzione per il fosso Corniaccia”. Era il 2004!»
Abitanti delle Lavoriere e Comitato per Campiglia