FOLLONICA: NO DEGLI STUDENTI ALLA CHIUSURA DELL’UNIVERSITA’
Gli studenti di Follonica non sono rimasti immobili alla notizia della chiusura di Scienze Ambientali, e lo hanno fatto producendo un documento, firmato da tutti e consegnato al sindaco Saragosa, che in quattro punti demolisce le motivazioni alla base della fine dell’università a Follonica. Leggiamoli insieme.
1) Il 90% degli studenti che frequentano il corso follonichese proviene dalle zone limitrofe. Dalla Val di Cecina, Val di Cornia e Val di Pecora. Nessuno di noi si sarebbe iscritto all’equivalente corso di Scienze ambientali che ha sede a Siena, con evidenti ripercussioni sul diritto allo studio, specie in questi tempi di crisi economica, per gli studenti della zona a partire dal prossimo anno. Questi, se la famiglia di origine non avrà i mezzi economici per poterli mantenere all’università, non potranno permettersi un alloggio in affitto nelle costose Pisa e Siena, con
conseguente rinuncia agli studi;
2) Follonica è destinata, anche grazie alla buona disponibilità di immobili messi a
disposizione dall’amministrazione comunale, a diventare sempre di più un polo di
ricerca di eccellenza sull’ambiente marino, ed è di fatto il punto di “sbocco a mare”
per la ricerca dell’Università di Siena. Molte le sinergie attivate in passato con il territorio, che ricordiamo presenta delle importanti criticità a livello di bonifiche
marine e costiere, e ospita alcune delle principali aziende di rilevanza e criticità nazionale (Lucchini, Magona, Tioxide, eccetera);
3) Le motivazioni alla base della scelta di sospendere il corso, da quello che ci è stato
illustrato, nasce dalla somma dei risultati dei decreti emanati dal ministro Mussi
sull’università (che impone nuovi requisiti minimi, tra cui il 75% di docenti di ruolo e 12 docenti (ordinari,associati e ricercatori) afferenti “esclusivamente” al corso di laurea (condizioni attualmente impossibili da sostenere dall’ateneo)), e della manovra finanziaria dell’estate 2009 (L. 133/09) che riduce i finanziamenti all’Università e blocca le assunzioni limitando il turn over. Nessuno di tali
provvedimenti valuta in modo “meritocratico” i corsi attivi nelle università italiane,
portando di fatto ad una riduzione indiscriminata della didattica, senza tutelare le
punte di eccellenza, che possono essere così soppresse senza nessun valido
motivo, come nel caso di Follonica.
4) Anche ammettendo la necessità di ridurre i costi da parte dell’Università, la scelta di
chiudere Follonica risulta egualmente sbagliata, visto che il sindaco di Follonica Saragosa ha affermato che il corso follonichese è praticamente a costo zero per
l’ateneo Senese, affermazione confermata anche dal presidente del comitato per la didattica che ha ricordato come Follonica in alcuni casi abbia anche prodotto un piccolo utile per l’Università.
Oltre a questo gli studenti fanno notare che l’università è anche fonte di reddito per molte attività commerciali che specialmente d’inverno “vivono” sulla scuola, e di prestigio per la città tutta.