UNIONE DEI COMUNI, OLTRE LA VAL DI CORNIA LA PROVINCIA DI PIOMBINO?
In un recente convegno a Suvereto il PD ha proposto L’Unione dei Comuni per allargare lo sguardo oltre i confini della Val di Cornia e l’esperienza del Circondario, con una stagione di riforma capace di intessere relazioni con le realtà vicine, Follonica, Scarlino, Massa Marittima e Gavorrano, l’Elba.
Alle proposte del PD risponde con le sue riflessioni l’Associazione «Democrazia e Territorio». Leggiamo insieme entrambe le proposte.
«Occorre un governo territoriale più forte, per questo vogliamo discutere dei risultati raggiunti dal Circondario e immaginare forme di integrazione ancora più nette come l’Unione dei Comuni – ha affermato Matteo Tortolini, segretario di zona del Pd in un recente convegno su questo tema tenutosi a Suvereto. Siamo determinati nell’accompagnare il trasferimento delle funzioni al trasferimento del personale, attivando processi riorganizzativi per produrre efficienza e, a regime, risparmio di spesa per i cittadini».
Il disegno che prenderà corpo nel programma elettorale dell’Unione dei Comuni si distinguerà per il livello di dettaglio: «Faremo una proposta con tutte le funzioni che pensiamo di delegare dai Comuni all’Unione – ha continuato nel suo intervento Tortolini. Dimostreremo che a regime, con i pensionamenti e le riorganizzazioni delle macchine, trasferendo il personale risparmieremo. E in campagna elettorale diremo anche ai cittadini dove spenderemo quei soldi».
Ma l’ambizione riformista del Pd va oltre la Val di Cornia. «Crediamo debba nascere un’Unione dei Comuni in Val di Cornia insieme a quella “speciale” in discussione all’Isola d’Elba e il passo successivo, per motivi storici, vocazionali e di utilità economica e sociale, non può che essere costruire una forma di relazione intercomunale tra queste realtà e i Comuni di Follonica, Scarlino, Gavorrano e Massa Marittima – concludeva nel suo intervento Tortolini – Siamo contrarissimi a nuovi enti bensì pensiamo alla creazione di una scala politica e programmatoria innovativa, più larga del nostro territorio per ragionare di servizi, promozione, sviluppo. E’ evidente comunque che non potranno essere fatti passi indietro rispetto alle deleghe acquisite dal Circondario, in particolare l’agricoltura e la formazione. Perciò stiamo attivando una discussione con la Provincia e la Regione».
Vediamo il commento dell’associazione «Democrazia e territorio» alle affermazioni del Segretario del PD.
«E’ un bene che i partiti facciano conoscere le loro proposte politiche per il nostro territorio – inizia il comunicato – tanto più quando si avvicina una tornata elettorale. Però sulle politiche di area ci vuole chiarezza. Altrimenti siamo in presenza di annunci propagandistici che umiliano la politica e allontanano ancora di più i partiti e le istituzioni dai cittadini.
Il PD propone il superamento del Circondario, commenta il Direttivo della Associazione Democrazia e Territorio, a cui fino ad ora sono state attribuite funzioni regionali e comunali, anche se non sta dando prova di grande efficienza e snellezza amministrativa. Al posto del Circondario il partito democratico ha indicato l’Unione dei Comuni, che potrebbe svolgere funzioni comunali ma non quelle regionali e provinciali (la legge non lo prevede).
Contemporaneamente si propone che il nuovo soggetto potrebbe estendersi anche a Isola d’Elba, Follonica, Scarlino, Massa Marittima. Sono due proposte molto diverse e difficile è capire quale sia quella perseguita. Una fa pensare ad una organizzazione dei comuni della Val di Cornia , per funzioni, per accorpamento di servizi, utilizzando l’Unione dei Comuni, come una possibilità di autonomia gestionale superiore a quella permessa dal Circondario, ma perdendo importanti materie come la formazione, il lavoro, l’ambiente e l’agricoltura.
L’altra richiama la vecchia idea di una nuova provincia, che sarebbe un fatto grave e in controtendenza rispetto alla necessità di una semplificazione istituzionale del Paese. Si tratterebbe di una proposta che aggiungerebbe una nuova provincia in Toscana, quando da più parti, esperti e partiti, mettono apertamente in discussione l’utilità di questo ente.
Per noi il comune deve essere considerato l’istituzione più importante e più vicina ai cittadini, il fattore primario dell’identità del territorio; quindi non va sminuito ma messo in grado di lavorare con gli altri livelli istituzionali per una coerente politica di area senza rinunciare alla propria individualità.
Il rischio che vediamo è che questa discussione, se non precisata nei contenuti e nei tempi, ed anche nelle forme rappresenti un diversivo per sviare dai gravi problemi del funzionamento delle istituzioni e dei servizi, a partire da una cronica e crescente inefficienza, da una burocratizzazione asfissiante, da rinvii di competenze, dalla poca trasparenza dei procedimenti e dai tempi storici che occorrono per avere risposte, da normative e regolamenti sempre più prolissi e indecifrabili, da servizi che si allontano sempre più dai bisogni e dalle aspettative della gente.
Qualsiasi riforma s’immagini deve partire qui, conclude il Direttivo della Associazione Democrazia e Territorio: dalla riduzione delle spese inutili e dalla maggiore efficienza dei servizi resi ai cittadini. E da una seria e partecipata valutazione dell’esperienza del Circondario della Val di Cornia, altrimenti sembrano proposte scaturite dall’autorefenzialità della politica. Un parlarsi addosso che crea sovrastrutture inutili e devianti».