BILANCIO DI FINE ANNO DEL COMITATO PER CAMPIGLIA
Il comitato per Campiglia, dopo un anno di attività molto intenso fa il “punto della situazione” sul territorio e sulle mosse future che intraprenderà per preservare dai numerosi “cementificatori” la Val di Cornia. Interessante notare come anche questi cittadini organizzati sentano “lontana” la politica locale dagli interessi del cittadino.
«Ora assisteremo ai tormentoni dei bilanci di fine anno. I sindaci diranno che tutto va bene, che sono stati bravi, che purtroppo c’è la crisi ma che essa riguarda tutto il mondo. Intanto il territorio è afflitto da frane e cemento. Anche il Comitato per Campiglia vuol tirare le somme delle proprie attività, e lo fa con un punto di vista critico.
Il 2008 è stato un anno in cui l’ambiente e il territorio hanno continuato ad essere feriti e offesi, in nome di uno sviluppo sbagliato che peraltro non ci ha salvato dalla crisi. Così si continuano a sciupare risorse fondamentali come il suolo, l’aria e l’acqua, a stravolgere il paesaggio che rappresenta un bene essenziale anche in chiave turistica.
Abbiamo cercato di contrastare le principali aggressioni al territorio rurale: le cave di Campiglia, il villaggio alla Fonte di sotto, il cementificio alle Lavoriere, le serre e la centrale a biomasse a Casalpiano, tutti aspetti su cui è mancata trasparenza e informazione, progetti di cui normalmente la gente si accorge quando ormai è già tutto deciso.
Su questi argomenti il Comitato ha richiesto gli atti al Comune, che li ha concessi, in alcuni casi con troppe resistenze. Sulla base degli atti sono stati fatti incontri pubblici a cui hanno partecipato centinaia di persone e dai quali sono emersi lati oscuri, irregolarità, favoritismi che abbiamo regolarmente denunciato, mettendo a nudo un sistema di potere non chiaro, a volte più attento agli interessi privati che al territorio, spesso legato ai soliti noti. Abbiamo cercato di partecipare attivamente ai pochi incontri istituzionali organizzati dal Comune o dal Circondario, ma sempre c’è stata sordità o indifferenza.
Nel corso dell’anno la lotta del Comitato si è incontrata con quella degli abitanti delle Lavoriere, assillati da nuovi impianti industriali in mezzo alla campagna, e con quella degli agricoltori contro la centrale a biomasse progettata a Casalpiano. Solo su quest’ultimo punto il Comune alla fine ha detto di essere contrario, ma ormai aveva già inopinatamente autorizzato diversi ettari di serre fisse che avranno bisogno di energia. Comunque un anno è trascorso e comuni e provincia non sono riusciti a respingere il progetto delle biomasse, passando la palla alla regione, con uno scaricabarile poco edificante. Per il resto nessuna risposta positiva, nessuna azione concreta, nessuna autocritica.
Abbiamo avvertito un malcontento diffuso e, contemporaneamente, il timore dei cittadini ad esprimere liberamente le proprie opinioni. Si temono ricatti. E’ un brutto segnale, come lo è la rassegnazione e la sfiducia nella politica e nelle istituzioni. Così insieme al territorio è in crisi anche la democrazia e il pluralismo delle idee. Ci siamo convinti che bisogna fare ancora qualcosa, che bisogna dare continuità all’opera d’informazione e di partecipazione. Solo così il territorio, il paesaggio e le risorse torneranno ad essere una questione di tutti e non un patrimonio per pochi.
Abbiamo cercato di dare un contributo al regolamento urbanistico, ma temiamo che anche questo sarà un’occasione persa, visto che già si procede alla demolizione del nuovo piano strutturale a colpi di varianti per rispondere a tale o tal’altro progetto.
Nel 2008 sono cresciute le adesioni al Comitato e la partecipazione alle sue iniziative, il sito web ha superato le 10.000 visite. È il segno che le politiche urbanistiche si sono allontanate sempre più dai cittadini e dal territorio. Per questo continueremo, a cominciare dal veglione del prossimo Capodanno con gli abitanti delle Lavoriere che lottano contro il cementificio.
La speranza è che il 2009 sia un anno migliore. Vedremo se i partiti sapranno interpretare le preoccupazioni e se le nuove amministrazioni sapranno invertire la rotta. Ma con queste premesse c’è poco da sperare».
Comitato per Campiglia