PIOMBINO: LE OSSERVAZIONI ALLA VARIANTE DI «DEMOCRAZIA E TERRITORIO»
Dopo quelle della Lucchini e Legambiente anche L’associazione Democrazia e territoriopresenta le sue osservazioni alla Variante al PRG e al Piano Strutturale adottata dal Consiglio Comunale con delibera n. 87 del 2 ottobre 2008. Leggiamo insieme l’atto integralmente.
«La Variante adottata dal Consiglio Comunale con delibera n. 87 del 2/10/2008 è un atto rilevante per il futuro della Città di Piombino e della Val di Cornia. Interesse primario dell’Associazione Democrazia e Territorio è quello di mettere in evidenza usi impropri degli strumenti di governo del territorio da parte del Comune e degli altri Enti che hanno competenze urbanistiche. Non è in discussione il diritto a modificare decisioni precedentemente assunte, ma la verifica se sia stato adeguatamente considerato l’interesse pubblico e se strumenti e procedure adottate siano corrispondenti ai principi della legislazione regionale, in particolare la LRT n. 1/2005.
La prima considerazione riguarda il fatto che la Variante adottata non risulta conforme al Piano Strutturale approvato nel 2007 dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione.
Come emerge dalla LRT n. 1/2005, art. 4, i Comuni provvedono all’approvazione del Piano strutturale, nel rispetto dei principi per il governo del territorio stabiliti dal Capo I della legge. Tra i principi generali (art.1) si stabilisce che i Comuni, nell’esercizio dello loro funzioni, perseguono, tra l’altro, una qualità insediativa ed edilizia che garantisca la “sanità ed il benessere dei fruitori”. Tra gli obiettivi dello sviluppo sostenibile (art.2) viene inclusa la “tutela delle risorse essenziali del territorio in quanto beni comuni che costituiscono patrimonio della collettività”. Tra le risorse essenziali vengono inclusi, anche l’aria, le città e i sistemi degli insediamenti.
Il Piano Strutturale è lo strumento di pianificazione territoriale con il quale il Comune definisce le regole “che presiedono all’utilizzazione e alla trasformazione del territorio, nel rispetto dei principi di cui al Capo I”.
A questo strumento di pianificazione territoriale devono uniformarsi tutti i successivi atti di governo del territorio (art.10): regolamento urbanistico, piani complessi, piani attuativi, compresi i piani e i programmi di settore, nonché gli accordi di programma e gli atti di programmazione negoziata comunque denominati.
Non vi è dubbio che, nel 2007, con il Piano Strutturale approvato, il Comune, la Provincia e la Regione abbiano inteso dare concreta attuazione ai principi generali della LRT n.1/2005, stabilendo lo Statuto del territorio, le invarianti strutturali e le strategie di piano per le singole unità territoriale organiche elementari (UTOE), comprese le UTOE 8 e 9 che sono oggetto della presente Variante con la quale sono state apportate modifiche sostanziali che incidono pesantemente sulle strategie urbanistiche fondamentali definite dal Piano Strutturale pochi mesi prima.
Le principali modifiche interessano l’UTOE 8 (comprensiva delle aree di Città Futura e di quelle industriali più vicine ai quartieri residenziali) che il Piano Strutturale definisce della “Riconversione Urbana” e nella quale si concentrano i principali conflitti tra la città e la fabbrica dal punto di vista urbanistico, della vivibilità e della salute dei cittadini.
Di seguito alcuni stralci degli obiettivi che il Piano Strutturale assegna all’UTOE 8.
“L’Utoe 8 assolve al duplice ruolo di spazio per lo sviluppo delle nuove attività economiche legate alla portualità e alla logistica, e di nuova porta di accesso a Piombino. Qui, l’Utoe comprende il settore urbano orientale, in parte occupato dalle aree di “Città futura”, dagli impianti siderurgici e in parte dal quartiere Cotone-Poggetto e dal nucleo insediativo di Gagno. Sono dunque incluse le aree della grande industria che maggiormente incidono sulla qualità dei quartieri urbani circostanti.”
“La strategia di riqualificazione e di riordino perseguita dall’Utoe è, in buona sostanza, quella anticipata dal progetto di “Città futura”, ovvero la riappropriazione da parte della città di aree sottoutilizzate o non utilizzate dall’industria siderurgica.”
“È prevista la riprogettazione del corridoio infrastrutturale che costituisce l’asse portante dell’Utoe e la collega al corridoio plurimodale tirrenico. Il potenziamento e l’adeguamento di queste infrastrutture, oltre a risolvere l’annoso problema di accesso al porto, deve essere funzionale alla riqualificazione delle aree in ingresso alla città di Piombino, in particolare le borgate di Cotone e Poggetto e il comparto di Città futura. Direttamente collegato con questo obiettivo è il ricongiungimento alla città delle aree ancora destinate alla grande industria, in modo da raggiungere un assetto fisico e funzionale maggiormente urbano. In definitiva, le principali operazioni di riordino e riconversione urbanistica, al fine di conseguire un nuovo ingresso alla città di Piombino, sia dal punto di vista infrastrutturale, sia da quello morfologico-estetico si concentrano in questa unità territoriale.”
Contrariamente a quanto stabilito dal Piano Strutturale, con la variante adottata, su richiesta della Soc. Lucchini, vengono cancellati 13 ettari di terreno destinati alla “riconversione urbana”. Dove era prevista la “riconversione urbana” potrà ora sorgere un nuovo stabilimento per la produzione di laminati piatti: il minimill. Per le necessità di questo nuovo impianto, la soc. Lucchini prevede di innalzare la produzione di acciaio da 1,8 ml/tn annue a circa 3,0 ml/tn. Gli effetti ambientali del nuovo stabilimento saranno sia diretti che indotti. Quelli diretti saranno rappresentati dall’innalzamento di emissioni e rumori del nuovo impianto (non facilmente eludibili neppure con l’adozione degli migliori tecnologie), quelli indiretti dall’incremento dei volumi produttivi negli altri impianti collocati a ridosso della città, come l’acciaieria e la cokeria.
La zona che la variante destina alla costruzione del nuovo stabilimento viene inopinatamente chiamata “zona per impianti industriali saturi”. In realtà, le aree che la variante restituisce all’industria non sono ne destinate ad usi industriali, ne tanto meno sono sature. Sono invece le uniche disponibili per realizzare il progetto urbanistico che prevede il ricongiungimento del Cotone con la città, compresa la riapertura della viabilità storica che collegava il quartiere con il centro urbano.
La Variante rende pertanto inattuabile una delle strategie del Piano Strutturale ritenuta, a ragione, la più qualificante per il riequilibrio del rapporto città-fabbrica. Conseguentemente viene meno anche la possibilità di attuare il progetto per il recupero della viabilità storica che il Piano Strutturale considerava strategico per la mobilità urbana
E’ pertanto chiarissimo che la variante adottata è tale da incidere sostanzialmente sulle strategie del Piano Strutturale e sui principi generali della la LRT n. 1/2005, riducendo la possibilità di perseguire una migliore qualità degli insediamenti e della salute dei cittadini, in particolare quelli del quartiere Cotone/Poggetto e degli insediamenti residenziali vicini alla zona industriale.
E’ altrettanto chiaro che la scelta di far costruire nuovi impianti (Minimill e nuovo parco rottami) nelle aree di Città Futura e nelle zone industriali D1- che il Piano Strutturale destinava alla “riconversione urbana”- è tale da costringere inevitabilmente a riconsiderare anche altre scelte effettuate dal Comune alla fine del 2007 per le aree vicine alla fabbrica (come i 170 alloggi all’incrocio tra Viale Unità d’Italia e Via della Resistenza, le “serre urbane” o “il bosco in città” tra la nuova fabbrica e Viale Unità d’Italia, ecc.) a meno che non s’intenda perseguire una strategia urbanistica che avvicina la fabbrica alla città e la città alla fabbrica.
Siamo dunque in presenza di una modifica sostanziale del Piano Strutturale i cui effetti vanno ben oltre le aree dell’UTOE 8 e 9 che la Variante ha preso in esame. Queste implicazioni sono emerse nel dibattito che ha preceduto l’adozione della Variante, durante la seduta del Consiglio Comunale e nel dibattito pubblico che ne è seguito. La stessa amministrazione, in alcuni interventi, è sembrata riconoscere le contraddizioni urbanistiche che derivano da questa scelta.
In ultimo preme rilevare che una così importante modifica alle strategie del Piano Strutturale è stata assunta senza approfondire le implicazioni territoriali, sociali, economiche ed ambientali che questa comporta. Non basta dichiararsi d’accordo sulla presenza industriale a Piombino o sulle sue intenzioni d’investimento ed ammodernamento della Soc. Lucchini, che meritano indubbiamente la massima attenzione. Di fronte agli scenari proposti dall’impresa il Comune avrebbe dovuto avere una propria autonoma posizione, a partire dalla difesa delle scelte strategiche del Piano Strutturale, sulla base della quale confrontarsi con l’impresa. Tu questo non risulta sia stato minimamente affrontato e ciò costituisce un vulnus nell’elaborazione della Variante, tanto più grave quanto più sono elevati gli interessi pubblici in gioco, così come quelli economici e sociali connessi agli investimenti industriali. Un cambiamento strategico di questa rilevanza avrebbe richiesto ben altro confronto tra le componenti sociali, politiche, professionali e scientifiche della società.
Con la presente Variante, dunque, a soli pochi mesi dalla sua approvazione, si apportano modifiche al contenuto e alla funzione del Piano Strutturale:
– al contenuto perché, con il dimezzamento di Città Futura e l’uso improprio delle zone industriali D1, si rende inattuabile la principale azione di riqualificazione urbana e di risanamento ambientale prevista dal Piano per la città;
– alla funzione perché, con la prassi delle continue varianti, il Piano Strutturale perde il ruolo di strumento Statutario del territorio che definisce scelte strategiche durature nel tempo.
Tutto ciò premesso, al fine di perseguire la corretta applicazione dei principi generali della LRT n. 1/2005 e dei ruoli che la stessa assegna agli strumenti di pianificazione, l’ Associazione Democrazia e Territorio invita il Comune di Piombino a ricondurre la presente Variante al rispetto di quanto stabilito dal Piano Strutturale approvato dal Consiglio Comunale con delibera n. 52 del 9.05.2007, stralciando le previsioni che risultano in contrasto, per le quali, in ogni caso, servirebbe una complessiva rilettura del Piano Strutturale e delle conseguenze urbanistiche, ambientali, sociali ed economiche sul futuro dell’intera città.
Inoltre, a giudizio dell’Associazione, il rispetto del Piano Strutturale non inficia la possibilità di perseguire le finalità generali della Variante per il porto, l’industria e le infrastrutture ma, più correttamente, le colloca all’interno di un disegno urbano e di una strategia di sviluppo che il Comune aveva definito con il Piano Strutturale e che deve garantire nel tempo».
Piombino 21 dicembre 2008
Il Presidente dell’Associazione
Vania Bianchi