PARCHI IN CORSA PER IL PREMIO PAESAGGIO 2009
L’esperienza della Val di Cornia è la candidata del ministero per i Beni e le attività culturali come portabandiera dell’Italia alla prima edizione del concorso del Consiglio d’Europa
Sarà il sistema Parchi della Val di Cornia il portabandiera italiano alla prima edizione del Premio paesaggio 2009, promosso dal Consiglio d’Europa e riservato ad amministrazioni pubbliche e organizzazioni non governative. La prestigiosa candidatura è il risultato della selezione di 47 progetti su scala nazionale a cura della direzione generale per la Qualità e la tutela del paesaggio, per l’architettura e l’arte contemporanee (Parc) del ministero per i Beni e le attività culturali. E tra tutti il progetto Parchi è stato ritenuto il più rappresentativo nel panorama italiano per la sua capacità di esprimere i principi contenuti nella Convenzione Europea del Paesaggio, firmata nel 2000 a Firenze. Un importante riconoscimento per la società Parchi e il Circondario della Val di Cornia, che insieme hanno avanzato la candidatura, in vista della decisione finale del Consiglio d’Europa che assegnerà il premio all’esperienza, che più di altre, ha attuato una politica o preso dei provvedimenti volti alla salvaguardia, alla gestione e alla pianificazione sostenibile del paesaggio e che dimostrano una efficacia durevole e possono servire da modello significativo di buona pratica.
“La candidatura è un’opportunità per tutto il territorio, oltre che un riconoscimento al lavoro che negli anni ha visto impegnati tecnici e amministratori. – afferma Giampaolo Pioli, presidente del Circondario della Val di Cornia – I Parchi della Val di Cornia sono un’esperienza dinamica, presa spesso a modello per la sua capacità di coniugare la tutela degli aspetti naturalistici, paesaggistici e storico culturali del territorio con la valorizzazione economica degli stessi. Ciò fa si che la Parchi sia una società che fa impresa culturale, che chiede sempre meno ai Comuni, si autofinanzia e genera ricadute in positivo sul nostro comprensorio. La consapevolezza del valore dell’esperienza è affermata chiaramente nei Piani strutturali coordinati dei Comuni della Val di Cornia, in cui tutte le aree del sistema Parchi sono classificate come “Invarianti”, cioè non posso essere oggetto di svendite o di compromessi. Restano delle criticità territoriali da gestire ma gli strumenti di pianificazione urbanistica confermano la centralità dei Parchi”.
Un riconoscimento che idealmente allarga i confini della Val di Cornia. “La Convenzione Europea sul Paesaggio nasce in Toscana ed in Toscana è stata individuata l’esperienza italiana maggiormente rappresentativa di tale Convenzione. Perciò la valenza della candidatura è anche una conferma per la nostra Regione della diffusa capacità di adottare politiche per il territorio che coniugano tutela e salvaguardia dell’ambiente, identità culturale e sviluppo economico. – sostiene il presidente Parchi Val di Cornia Luca Sbrilli – Nella selezione l’esperienza Parchi ha dovuto competere con progetti importanti, proposti da enti come il Comune di Roma o la Provincia di Milano. Con la sua scelta il Ministero ha voluto premiare un’esperienza esportabile, che possa essere da esempio per altre realtà nel nostro Paese e in Europa, e che dimostra in concreto i risultati di politiche di tutela e valorizzazione del territorio avanzate anche da piccoli Comuni. Una candidatura che è il coronamento di un grande lavoro svolto in decenni dalla nostra comunità. Il ringraziamento è rivolto a quanti direttamente o indirettamente hanno lavorato e continuano a sostenere questa esperienza”.
Un progetto territoriale pubblico. I cinque Comuni della Val di Cornia, Piombino, Campiglia Marittima, San Vincenzo, Sassetta e Suvereto, in provincia di Livorno, dal 1993 hanno intrapreso politiche di tutela e valorizzazione dei propri beni culturali e ambientali in una logica di rete e d’integrazione tra parchi, musei, centri storici e servizi turistici del territorio. Un’esperienza nata dal basso con l’impegno prevalente dei Comuni che, fino dagli anni ’70, autonomamente, con piani regolatori coordinati hanno sottoposto a regime di tutela vaste aree costiere, collinari, zone archeologiche e siti minerari d’interesse storico. La crisi della siderurgia piombinese, poi, tra gli anni ’80 e ‘90, ha indotto le amministrazioni a dotarsi di una società strumentale, la Parchi Val di Cornia Spa che opera su aree archeologiche e naturalistiche, dei Comuni o del Demanio, con la duplice missione di realizzare parchi e musei, con investimenti per la valorizzazione, e di gestire i servizi in forma integrata (aree archeologiche, musei, aree naturali protette, servizi di ristorazione e accoglienza, parcheggi, eccetera).
Un progetto di area vasta che, per la sua peculiarità nel rapporto tra valorizzazione culturale e riconversione economica di un territorio, ha potuto contare su ingenti contributi europei, cofinanziati dai Comuni e, in misura non trascurabile, anche dai privati. Investimenti per oltre 25 milioni di euro che hanno consentito di aprire al pubblico parchi e musei. Un patrimonio di rilevanza nazionale e che offre all’economia locale un vantaggio competitivo, in particolare per lo sviluppo e la qualificazione dell’offerta turistica, con oltre novanta imprese turistiche esistono accordi di collaborazione promozionale. Di fatto una stretta alleanza tra i Comuni, la società Parchi e il tessuto economico locale che, sempre più, riconosce nei beni culturali e ambientali risorse fondamentali per la propria identità e la qualificazione dello sviluppo.
Nel 2007 il fatturato della Società, che conta 68 dipendenti, tra fissi e stagionali, ha raggiunto il suo massimo storico di 2,5 milioni di euro, a fronte di una capacità di autofinanziamento (rapporto ricavi/costi) del 99,68%. Oltre alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali, il recupero di edifici storici e la concessione di aree a privati, ha consentito di attivare servizi di accoglienza e di ristoro in tutti i parchi del sistema, che sono affidati in gestione a imprese private con bandi di evidenza pubblica. Nella stagione balneare vengono esternalizzati anche i servizi di pulizia nelle aree costiere dei parchi: circa 20 km di arenili e 400 ettari di dune, pinete e macchia mediterranea. Un insieme di attività che offre lavoro a 28 imprese, con un fatturato complessivo stimato nell’ordine di 4,3 milioni di euro e un’occupazione di circa 200 unità.