RIOTORTO: AMERINI E L’ABBATTIMENTO DEI TRE PINI
Continuano le polemiche a Riotorto riguardo l’abbattimento dei Tre pini dell’impianto sportivo. Leggiamo le repliche di Amerini, consigliere di AN.
«Le giustificazioni dell’ufficio sport del comune (riportate in fondo all’articolo ndr.), per dimostrare la legittimità dell’abbattimento dei “Tre pini” al campo sportivo di Riotorto, mi costringono a tornare sull’argomento per correggere alcune inesattezze.
Intanto i pini abbattuti sono proprio quelli che hanno dato il nome al campo di calcio e non esistono altre piante secolari dietro agli spogliatoi: ci sono rimasti solo alcuni cipressi. Per quanto riguarda la sicurezza, messa in dubbio dai tecnici del comune, non esisteva nessun sintomo di pericolosità. Se è vero che i pini sono alberi che tendono a radicare in superficie, è altrettanto vero che tutte le piante, senza alcuna eccezione, in presenza di lavorazioni che rompono il loro apparato radicale, tendono a spostare lo stesso negli strati più profondi del terreno. Se questo non avvenisse la pianta manifesterebbe sintomi di deperimento che la porterebbero all’ingiallimento e, poi, alla morte: questo non era certo il caso dei “Tre Pini” che crescevano invece rigogliosi.
Inoltre, la natura del terreno, in tutta la zona di Riotorto, non è affatto “molle e debole”, ma duro e compatto: ossia l’opposto. Nessun pericolo quindi, e comunque, si poteva sempre rimediare con una potatura che riducesse la dimensione della chioma.
Vediamo ora di analizzare i danni che quegli alberi potevano arrecare al confinante. Si badi bene, a quel confinante che solo dopo cinquanta anni si è accorto che c’erano alcune piante che gli arrecavano danno (?).
Il terreno agricolo confinante col campo sportivo, per natura di modesta fertilità e quindi con basso reddito, è prevalentemente coltivato a cereali. Un ettaro di terreno coltivato a cereali può dare una resa massima netta di circa 400-500 euro, che equivale a quattro-cinque centesimi per metro quadro. Ammesso che una pianta di pino di quelle dimensioni possa interessare (con le radici e la chioma) trecento metri quadrati di terreno (…), abbiamo una superficie di mq. 900 della quale circa il 45% del confinante /il resto del comune), che equivale a circa mq. 400. Se facciamo una semplice moltiplicazione, ci accorgiamo che il danno arrecato ammonta a 20 euro l’anno: ripeto 20 euro … e con le rese e i prezzi massimi.
Ebbene, i “Tre Pini”, alberi di cinquant’anni, simbolo della Sportiva Calcio e di tutta la frazione di Riotorto, sono stati abbattuti per venti miseri euro. Questo non fa certo onore a chi ha espresso “pareri indirizzati nella direzione che poi è stata presa”, né tanto meno al confinante che ha protestato. Resta inoltre il fatto che è stato creato un pericoloso precedente. Comunque, quando mi sarà consegnata la risposta ufficiale all’interpellanza che ho presentato, se sarà opportuno tornerò sull’argomento.
Riportiamo le argomentazioni del Comune di Piombino tratte da IL TIRRENO del 14 gennaio:
Le motivazioni. Dal momento che l’impianto sportivo “Tre Pini” è di proprietà del comune, la questione è stata seguita dall’ufficio sport diretto da Alessandro Bezzini. «Mi aspettavo delle proteste – racconta – non si tratta però di avere il pollice nero, ma di rispettare i vincoli imposti dalla legge. Il codice Civile parla chiaro, quegli alberi danneggiavano il proprietario delle coltivazioni e ledevano il suo diritto di proprietà. Sono stati consultati verbalmente sia il Wwf che la Guardia forestale, e l’ufficio tecnico del Comune ha effettuato i controlli del caso. Tutti i pareri erano indirizzati nella direzione che poi è stata presa». I pini in questione, erano sei, assieme ad alcuni eucalipti piantati in epoche diverse, andavano a danneggiare per più motivi il terreno agricolo confinante col campo di calcio.
In primo luogo, la natura delle radici di questi alberi, che non penetrano in profondità ma che si sviluppano in largo e superficialmente, andavano a invadere lo spazio destinato alla coltura e a ostacolare la crescita dei germogli. Ma le radici costituivano un problema anche per il passaggio dell’aratro, soggetto in più occasioni a danneggiamenti. I pini si sa, hanno ampie radici ma anche ampie fronde. Queste costituivano un duplice problema, sia per l’ombra che proiettavano sul terreno agricolo, sia perché gli aghi di pino, a contatto col suolo, sviluppano un acido che impedisce la crescita di vegetali. Il problema sicurezza. I pini sorgevano per metà su un terreno sottoposto a periodica aratura e questo comportava che una parte delle radici non fondava su un suolo duro e compatto ma su uno molle e debole. Le radici così erano in buona parte danneggiate o morte. Esisteva il pericolo concreto che uno o più alberi potessero cadere e riversarsi in prossimità degli spettatori delle partite.
«Ovviamente – conclude Alessandro Bezzini – Gli alberi rimossi verranno sostituiti con una recinzione e una siepe che risulti compatibile con i terreni adiacenti. Dopo aver consultato una ditta è stata ipotizzata la piantagione di allori, che non comportano i problemi dei pini, da far crescere per un’altezza di circa due metri. Per quanto riguarda il nome del campo di calcio, non ne sono certo, ma credo che più che a quelli abbattuti vada attribuito ai tre pini, quelli si secolari e giganteschi, che nessuno si sogna di abbattere, che sorgono dietro agli spogliatoi a fianco del parcheggio auto».