SOLVAY: IL WWF RICORRE AL TAR CONTRO LA DELIBERA REGIONALE
La Regione Toscana ha voluto con apposita delibera, ha confermato il progetto Idros di sviluppo di un invaso d’acqua ad uso industriale per la Solvay in Val di Cecina, un progetto che il WWF ha da sempre ha contestato in quanto secondo l’associazione «risulta assolutamente carente dal punto di vista della analisi dell’impatto ambientale e che rischia di mettere a repentaglio l’unica falda idrica rimasta indenne da inquinamento della bassa val di Cecina». Per questi motivi il WWF ha impugnato davanti al TAR della Toscana questo nuovo atto regionale e confida ancora una volta nel giudice o in un ripensamento della Regione.
«Ci fanno piacere i numerosi attestati di stima ricevuti – commenta il WWF – e ci fanno sentire meno soli le parole del Sindaco Pacini di Cecina e dell’assessore Marrocco della Provincia di Livorno. E’ singolare però che si debba procedere con ricorsi e azioni legali per tutelare un bene fondamentale e di tutti come l’acqua» ha dichiarato il Presidente WWF Toscana Guido Scoccianti.
«La VIA del 2004, riguardante il progetto congiunto di coltivazione mineraria Eti/Solvay, avrebbe dovuto essere considerata dalla Regione come l’unico strumento di sicura efficacia per la riduzione dell’impatto ambientale dell’attività Solvay. La VIA è legge regionale e pertanto le condizioni e le prescrizioni dettate non sono negoziabili: o ci si attiene oppure il progetto non va avanti. Questa era la chiarezza di cui aveva bisogno la val di Cecina; quello era il momento di superare la logica degli accordi che per un motivo o per un altro venivano puntualmente disattesi. Invece la Regione nel 2004 ha prodotto una VIA incomprensibile: l’unica prescrizione compensativa prevista era lo stoccaggio di acqua derivata dalla testa delle piene del fiume (ovvero acqua inquinata da tutto l’immaginabile) per un suo successivo utilizzo idropotabile. Come se non bastasse, l’invaso in questione (Idros) era stato progettato proprio sopra l’ultima falda di ottima qualità, che invece restava in uso all’industria. La grossolanità commessa è risultata talmente evidente che, in seguito al ricorso al TAR delle associazioni ambientaliste, l’ipotesi è stata definitivamente accantonata».
«E così arriviamo ad oggi con un nuovo atto della Regione Toscana che ancora stupisce per l’inadeguatezza. La DGR 926/08 lascia infatti inalterato l’invaso Idros industriale e si limita a sostituire l’invaso ad uso potabile con un ipotetico invaso a monte confidando nella sua possibile realizzazione o, in mancanza di questo, con altre generiche misure compensative volte a risolvere la crisi idrica dell’alta val di Cecina.
Ovvero – conclude il comunicato del WWF – di fronte ad un deficit idrico accertato al rubinetto, di cui per altro ben si conoscono le cause, si prescrivono interventi di cui nemmeno si conosce la realizzabilità. Inoltre c’è da considerare che il vecchio progetto Idros potabile, pur nella sua follia di principio (acqua sporca ai cittadini e acqua pulita a Solvay), evidenziava un altro problema oggi invece trascurato dalla DGR 926/08. Degli 87 litri/sec previsti da questo progetto, ben 52 erano destinati alla bassa val di Cecina e soltanto i rimanenti 35 erano destinati alla media ed alta val di Cecina».