ASA: UNA GESTIONE CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI?
L’acqua è un bene pubblico essenziale per la vita di ognuno di noi: senza auto, telefonino o gioielli si può vivere (spesso benissimo), senza acqua no. La sua gestione, dall’emungimento alla distribuzione, dovrebbe essere improntata alla massima trasparenza per consentire ai Comuni, e quindi ai cittadini, di programmare e controllare il suo utilizzo. Ricordiamo ancora una volta che l’acqua che esce dai nostri rubinetti è la “più cara d’Italia + 6%” di aumento a gennaio 2009.
Per tutti questi motivi, abbiamo cercato, grazie anche all’apporto del forum della democrazia e del consigliere di AN Giampiero Amerini di fare il punto della situazione dopo le recenti esternazioni del presidente del Consiglio di Sorveglianza di ASA Fabio Baldassarri (che comunque cercheremo di intervistare a breve) sulla situazione di ASA.
«Da tempo – commenta il forum della democrazia – nella gestione degli acquedotti in Val di Cornia si registrano fatti contrari alla buona amministrazione: la crescente insoddisfazione degli utenti, e una oscura trama di rapporti tra i Comuni e la società ASA alla quale è affidata la gestione del servizio idrico integrato (acquedotti, fognature, depuratori).
Sulle insoddisfazioni testimoniano le numerose lamentele dei cittadini. Sui rapporti tra Comuni e ASA sono gli stessi Comuni a non facilitare la comprensione della realtà, con annunci, smentite e prese di distanza. L’ASA ha accumulato ingenti perdite (8 milioni di euro?) che richiedono oggi di essere ripianate, pena il fallimento. Solo qualche mese fa i Sindaci della Val di Cornia annunciavano che per far fronte alla crisi finanziaria di ASA avrebbero posticipato la riscossione dei canoni che la stessa Società deve versargli per l’affitto della rete. Oggi, con un ennesimo annuncio stampa, apprendiamo che la soluzione sarà un’altra: la rinuncia dei nostri Comuni a riscuotere crediti dal Comune di Livorno come corrispettivo delle azioni a suo tempo cedute per l’ingresso del socio privato in ASA.
In entrambi i casi i Comuni rinunciano ad entrate e fanno ricadere sui propri bilanci, quindi sui cittadini, il costo dell’inefficienza della gestione ASA. Il tutto mal si concilia con le affermazioni dei Secondo i Sindaci secondo le quali la crisi di ASA non sarebbe ricaduta sulle tasche dei cittadini. Ma laLa realtà, purtroppo, è assai diversa dalle parole, sia perché le tariffe aumentanotendono a crescere (si dice per decisioni assunte precedentemente da ASA), sia perché ed i Comuni dovranno rinunciare ad entrate dovute in una fase di seria difficoltà per i bilanci pubblici.
Vista la gravità della situazione sarebbe opportuno che, con la massima trasparenza e magari nelle sede proprie dei Consigli Comunali, si facesse chiarezza sullo stato effettivo della gestione del servizio e della società a cui è stato affidato. Così come riteniamo opportuno chiarire ai cittadini chi rende conto della programmazione, della gestione e del controllo del servizio.
Rispondendo ad una nota del segretario provinciale del Pdci Michele Mazzola, che chiedeva la pubblicizzazione del servizio, il presidente del Consiglio di Sorveglianza di ASA Fabio Baldassarri, afferma sostanzialmente che è già tutto pubblico poiché “attualmente i Comuni soci di ASA non solo dispongono in esclusiva della programmazione, degli usi, degli investimenti e delle tariffe nel settore delle risorse idriche, ma sono anche soci di maggioranza di ASA (60%) ed ASA gestisce il servizio”.
Senza entrare nel merito – conclude il comunicato del forum della democrazia – ci preme però rilevare che non ci sembra corretto, come frequentemente accade, che i Comuni attribuiscano ad ASA le responsabilità della cattiva gestione quando le cose vanno male, mentre rivendicano il loro ruolo predominante quando si tratta di rispondere a chi chiede di pubblicizzare la gestione del servizio. Siccome non abbiamo motivo di dubitare sulla ricostruzione che faSecondo il ragionamento del il Presidente Baldassarridi sorveglianza sulle responsabilità dei Comuni in ASA, appare chiaro che le principali responsabilità, compresi disservizi e perdite, sono ci pare evidente che agli da addossare agli stessi Comuni devono essere addebitate anche le responsabilità della gestione, compresi disservizi e perdite. L’ASA non è figlia di nessuno. Da qui bisogna partire per trovare le soluzioni appropriate al problema, con meno annunci e più chiarezza».
FACCIAMO I CONTI IN TASCA AD ASA
Giampiero Amerini, capogruppo di AN in consiglio comunale a Piombino, ci ha fatto invece una cronistoria della gestione ASA a partire dalla chiusura del Cigri nel 2003, e la stima sulla svalutazione delle azioni in possesso dal Comune di Piombino che, dal giorno dell’acquisto a 10 euro l’una, ad oggi hanno un valore equivalente a 3,26 euro. Con l’occasione invitiamo i lettori a segnalare eventuali contributi o inesattezze alla redazione.
«Il comune di Piombino – inizia Amerini – con delibera n. 61 del 30/06/2003 ha acquistato n. 236.318 azioni ASA al prezzo di €. 10 ciascuna per un importo di €. 2.363.180. Al momento dell’acquisto avvenuto nel 2004 le azioni aveva già subito la svalutazione e valevano €. 8,10.
Il primo giugno 2004 la conferenza dei sindaci ha deliberato la vendita ad AGA s.p.a. del 40% delle azioni di ASA al prezzo di €. 8,10 ciascuna. La vendita è stata effettuata dal comune di Livorno per conto di tutti gli altri, con l’impegno dello stesso di acquistare il 40% delle azioni dagli altri comuni.
Nella riunione del Consiglio Comunale di Piombino del 20 ottobre 2006 è stato deliberato dalla maggioranza la vendita di n. 94.527 azioni al comune di Livorno, al prezzo di €. 8,10 per un importo di €. 765.668,70. Nel frattempo le azioni ASA sono scese a €. 7,96. Le azioni non sono mai state vendute al comune di Livorno per divergenze sul prezzo di acquisto: voleva pagarle al prezzo di €. 7,96.
Nel mese di gennaio 2009 la conferenza dei sindaci ha deciso di aumentare il capitale di ASA, perchè, con la perdita di oltre 8.000.000 di euro registrata nel bilancio 2007, era sceso al di sotto di quanto necessario per ottenere prestiti dalle banche. L’aumento del capitale è stato effettuato dal comune di Livorno che, però, non paga le azioni ai comuni (il 40% famoso).
Il comune di Piombino perde con questa operazione il valore delle 94.527 azioni che, al prezzo di acquisto, equivale a €. 945.270. Oltre a questo perde anche sul valore delle azioni che ha acquistato nel 2004 a €. 10 e nel 2007 valevano 7,96. Ora con la riduzione del capitale il valore delle azioni è diminuito ancora. Non so quanto valgono le azioni, ma il comune di Piombino al 31 dicembre 2007 partecipava in ASA col 7, 503% del capitale. La perdita di bilancio del 2007 di ASA grava sul comune di Piombino per oltre €. 600.000 (7,503% di 8.000.000), quindi in teoria la riduzione del capitale dovrebbe aver fatto scendere le azioni di circa €. 2,53. Questo comporterebbe che attualmente il comune di Piombino avrebbe in ASA un capitale di €. 770.000 circa: la perdita totale sarebbe, quindi, di circa €. 1.593.180.
Nel 2008 i comuni di ATO5 hanno accolto la richiesta di ASA di posticipare di 16 anni la riscossione del 30% dei canoni annui che ASA deve ai comuni per l’affitto degli acquedotti (si parla di circa 3.000.000 di euro),divenendo di fatto finanziatori della società. I debiti di ASA verso banche e fornitori al 31/12/2007 ammontavano a circa 84 milioni di euro. I debiti verso fornitori sono quelli scaduti, di quelli non scaduti e di quelli con termini di pagamento rinnovati non sono riuscito a sapere l’ammontare.
Le tariffe dell’acqua dal 2000 al 2008 sono aumentate del 400%. Nel 2000 per un consumo di mc. 200 si pagava, tradotto in euro, 49,50 nel 2008 per lo stesso quantitativo si paga €. 198,24.
La zona di ATO5 ha le tariffe più alte d’Italia. (prima di questo aumento, che doveva essere prima del 4% poi del 5% per arrivare al 6% . Hanno aumentato anche le cosiddette quote fisse). A questo vanno aggiunte le bollette sbagliate – conclude Amerini – sempre in più, che molti pagano senza accorgersi … “dell’errore”. »