AMERINI: «AD ANSELMI MANCANO BUONI COLLABORATORI»
Piombino – Un po’ di nostalgia, ma nessun tentennamento. Giampiero Amerini è pronto ad aderire al nascente Popolo della libertà. Il capogruppo in Consiglio comunale di Alleanza nazionale non nasconde un certo rimpianto, condiviso da buona parte del suo partito, per la necessità di abbandonare un simbolo, un’identità, che è stata alla base di molte battaglie politiche negli ultimi quattordici anni.
Amerini entrò in An dopo la svolta di Fiuggi: quella che, sotto la segreteria di Fini, aveva trasformato il vecchio Msi neofascista in un soggetto conservatore della “nuova destra”. Con l’approssimarsi della scadenza elettorale di giugno, fa il punto sui principali nodi dell’agenda politica.
Si è occupato molto della vicenda Asa, puntando il dito contro la gestione dell’azienda e i suoi debiti. Come ha letto l’intervista del Corriere Etrusco al presidente del consiglio di sorveglianza Baldassarri?
Asa è un carrozzone pieno di debiti, e ritengo che Baldassarri abbia volutamente tralasciato diversi aspetti di grande importanza. Per esempio il fatto che l’acqua in Toscana è fra le più care d’Italia: sette province toscane figurano fra le prime dieci nel paese per tariffe. Livorno è al secondo posto dietro Arezzo, ma la supera abbondantemente per costo effettivo, a causa dell’indebitamento. Basta un dato per rendersi conto della gravità del problema: accanto ad una realtà come questa, ci sono province, come Massa Carrara, che sono agli ultimi posti in classifica.
Baldassarri ha comunque insistito sul fatto che l’azienda sta conducendo degli investimenti sul territorio.
Asa dovrà investire sul territorio: per il momento non vedo nulla di concreto. Fino ad ora ha usufruito delle vecchie reti senza pagare il canone, limitandosi a rattoppare qua e là. E questo a fronte di un 40% di perdite d’acqua, dato che supera abbondantemente la media toscana. Forse farebbero meglio a smetterla di investire nelle farmacie a Cuba, altra vicenda che porterà ad un aumento di spese e debiti…
E poi c’è il problema del patto parasociale…
Il patto la dice lunga su ciò che è realmente Asa. Non c’è bisogno di grande fantasia per capire che chi accetta di rimanere minoritario in consiglio di gestione pur detenendo il 60% del capitale non ha idee molto chiare sull’interesse dei cittadini.
Fanghi. Il vicesindaco di Napoli ha annunciato che i fondi non sono sufficienti a completare il trasporto, e che per questo è preferibile rimandare. Qual è la sua posizione?
Non so se si tratti di una questione elettoralistica o se davvero ci sia mancanza di fondi. So solo che se vogliamo lo sviluppo del porto, l’unica chanche che abbiamo è quella di accogliere i fanghi, altrimenti ogni progetto di impegno dei contributi e dei finanziamenti si allontanerà molto nel tempo. Lo ritengo un buon investimento per Piombino: senza contare che le vasche di colmata sarebbero comunque riempite con materiale non migliore dei fanghi.
Come immagina sarà portato avanti il progetto di Città futura?
Il nome stesso dice tutto: Città futura. Ha da venire. La situazione non è molto diversa da quando, cinque anni fa, mi candidai come sindaco per An. Ci sono stati piccoli passi avanti: la Lucchini ha riconosciuto la proprietà del comune, ma siamo ancora al punto di partenza. Rimane fra l’altro ancora da definire il problema dei mini-mill: il settore di Città futura che dovrebbe servire da “filtro” per la fabbrica è ancora di proprietà della Lucchini, poiché il mini-mill verrà costruito, se verrà costruito, proprio lì. A tal proposito, penso che l’approvazione definitiva verrà lasciata al prossimo consiglio comunale.
Infine, qual è il suo giudizio sull’operato del sindaco Anselmi?
Non era partito in maniera brillante. Probabilmente si era trovato spiazzato dagli ostacoli che sorgono nell’amministrare una città complessa come Piombino, tentando di mascherare le difficoltà con una certa arroganza e pretesa di autosufficienza. Lo trovo comunque molto cresciuto, e con delle buone idee: lo ritengo forse il miglior sindaco che Piombino abbia avuto. Ciò che lo penalizza davvero è l’assenza di collaboratori in grado di coadiuvarlo.
Matteo Toffolutti