FONTI ALTERNATIVE IN LUCCHINI, LEGAMBIENTE SODDISFATTA
Lucchini replica alle osservazioni di Legambiente su risparmio energetico, uso di fonti alternative, lavorazioni e produzioni di qualità. «Ottimizzare i consumi – affermano dalla Lucchini – diventa prioritario, anche in virtù del fatto che in Italia il costo dell’energia è mediamente il 30% superiore rispetto agli altri paesi europei».
«Per essere il più efficaci possibile – spiegano dalla direzione – sono stati presi in esame i consumi energetici più rilevanti, mettendo sotto controllo i consumi degli impianti, agendo dove possibile con investimenti mirati allo scopo ed aventi un ritorno economico in tempi ristretti, come per esempio l’alimentazione a frequenza variabile delle pompe acqua mare». Lucchini impegnata anche nel recupero di calore per il riscaldamento di uffici e spogliatoi. «Questo – affermano – è già attivo per il vecchio stabilimento e per l’altoforno, dove viene utilizzata la rete del vapore BP alimentata dai convertitori e dalla centrale di Edison». Si può fare di più, ammette l’azienda, ma non certo in questa fase.
«Lo sviluppo delle energie rinnovabili è molto importante – affermano alla Lucchini – ma in un momento come questo parlare di investimenti di tale portata è prematuro, perché le risorse che abbiamo a disposizione devono essere utilizzate per traghettare l’azienda fuori da questa crisi. Tutta la nostra attività deve essere adeguata agli ordini che riceviamo, sia in termini di consumo energetico sia in termini di risorse umane. In un periodo complicato come quello che stiamo attraversando è impensabile chiedere ad una azienda di effettuare un tipo di investimento che ha dei tempi di rientro lunghi, come appunto quelli in energie rinnovabili».
Le idee comunque ci sono, spiegano alla Lucchini. Come il progetto che prevede la restituzione di un area di sei ettari in zona Tap, ora inutilizzata, che verrà destinata alla creazione di un parco fotovoltaico.
Legambiente criticava inoltre la scarsa qualità delle produzioni Lucchini a Piombino, segnatamente nel settore dei binari. «Il nostro core business è l’acciaio – replicano dall’azienda – e lo scorso anno con i nostri azionisti è stato varato un piano strategico che parte dalla diversificazione del mix produttivo verso prodotti ad alto valore aggiunto, come i laminati piani, i lunghi ed alta priorità per il mercato delle rotaie. Proprio la qualità e l’affidabilità dell’armamento ferroviario Lucchini, riconosciuta a livello mondiale con progetti di ricerca e sviluppo su rotaie temprate e con il nuovo brevetto Phalesia 110, ci ha permesso di essere partner di numerose ferrovie nazionali».
«Nel settore ferroviario – proseguono dall’azienda – Lucchini produce rotaie ed accessori per l’armamento delle linee nello stabilimento di Piombino e cuori fusi al manganese per scambi ferroviari nello stabilimento Bfm di Bari. È proprio con lo stabilimento pugliese che è iniziata una partnership che consentirà all’azienda di poter fornire tutti gli elementi necessari per la messa a terra di una linea ferroviaria completa». Il mercato dell’armamento ferroviario vede inoltre la Lucchini impegnata sui progetti dell’Alta velocità, e attenta e competitiva nei Paesi in via di sviluppo.
LEGAMBIENTE SODDISFATTA DELLE OSSERVAZIONI LUCCHINI
La Legambiente non può che esprimere soddisfazione di fronte alle dichiarazioni della Lucchini.
«Sappiamo già – inizia la replica di Legambiente – che molte cose sono già state fatte, che molti uffici o officine sono riscaldate con il calore residuo degli impianti e che è stata ceduta un’area in zona Tap per la creazione di un parco fotovoltaico. Sappiamo che molti progressi sono stati fatti nel campo dell’innovazione produttiva e alcuni nuovi prodotti. Apprendiamo con piacere che finalmente è stata costituita una patnership che consentirà all’azienda di poter fornire tutti gli elementi necessari per la messa a terra di una linea ferroviaria completa. Allora avevamo ragione noi quando nel convegno del 2003 lamentavamo una scarsa attenzione a questo tipo di prodotti. In ogni caso crediamo che sia tutt’altro che marginale il mercato europeo di manutenzione e sostituzione delle rotaie, ma invece un mercato costante che non risente della crisi. Vogliamo osservare però che è ancora lunga la strada da percorrere nel campo del risparmio energetico e dell’innovazione del processo e del prodotto.
Anche se il consumo energetico per illuminazione è meno rilevante – continua l’Associazione – segnaliamo che ci sono enormi sprechi come luci esterne accese anche di giorno, capannoni illuminati con luci da stadio (oltre la normale sicurezza) anche se la produzione è ferma e non ci sono operai. Nel recupero del calore poi c’è una enormità di cose da fare, tenuto di conto che con il calore residuo si potrebbe riscaldare una città. Inoltre non capiamo ancora i motivi di un no alle energie rinnovabili, per queste energie, si può anche partire da zero spese usufruendo di finanziamenti pubblici, agevolazioni e fideiussioni bancarie; prendiamo da esempi che sono andati in porto in altre parti della Toscana, studiamo tutte le possibilità di finanziamenti pubblici e privati.
Ribadiamo – conclude Legambiente – e sollecitiamo l’azienda a cogliere l’occasione di fare piccole spese per ricavi immediati. Per questo abbiamo sollecitato ad assumere un energy manager e fare maggiore ricerca in Italia. Insomma ribadiamo che per uscire dalla crisi occorre evolversi, non pensare solo a ridurre i costi e tagliare il personale. Vorremo che questo fosse recepito come un contributo dell’associazione Legambiente in quanto riteniamo preziosa la presenza dell’industria su questo territorio».