PIOMBINO: QUATTRO CHACCHERE CON GIULIO GIORELLO
All’interno della rassegna “Settimana della cultura scientifica”, giunta alla sua XIX edizione, domenica 29 marzo a Palazzo Appiani, si è tenuta la conferenza del filosofo e matematico Giulio Giorello che ha presentato, insieme al giornalista Fabio Canessa, il suo ultimo libro “La scienza tra le nuvole” scritto in collaborazione con il biologo Pier Luigi Gaspa.
Alla base di questo volume, come detto da Giorello, “c’è tanto l’idea di parlare di scienza attraverso il fumetto quanto quella di avvicinare ai fumetti persone che normalmente li considerano una cosa per bambini, per ragazzini”. In Italia, infatti, è generalmente diffusa la convinzione che il fumetto non sia un genere adatto agli adulti e che, anzi, sia quasi denigratorio che, passata una certa età, si continui a leggere fumetti al contrario di quello che avviene in altri paesi del mondo come per esempio negli Stati Uniti oppure ancora in Giappone dove, continua Giorello, “i fumetti con bambini, particolarmente perversi, piacciono agli adulti mentre quelli con gli adulti vengono preferiti dai bambini”.
L’idea nasce inoltre da un grande amore verso lo stesso fumetto e da un desiderio di divulgazione delle materie scientifiche attraverso una via di più facile fruizione per il lettore non volendo tuttavia far didattica ma, piuttosto, mostrando come “la scienza può innervare il fumetto e come questo può magnificamente rendere i grandi temi della cultura scientifica”.
Nel fumetto, inoltre, viene dato molto più spazio all’immaginazione ancor più di quello che riesce a fare il cinema poiché gli spazi vuoti tra una scena e l’altra scatenano la fantasia e creatività del lettore. Il fumetto, infatti, è semplicemente formato da un’immagine e da parole scritte in appositi baloons (o nuvolette) e tale successione dà l’idea della sequenza, dello scorrere del tempo.
In alcuni dei fumetti dei più grandi disegnatori italiani sono poi riscontrabili dei personaggi direttamente riconducibili ad un ideale filosofico e scientifico. E’ questo il caso, per esempio, di El Morisco (Tex Willer), ideato da Gian Luigi Bonelli, che, per Giorello, è assimilabile alla figura del filosofo Francis Bacon. Egli, infatti, nel suo modo di agire ricorda molto il pensatore inglese che procedeva nelle sue deduzioni in modo sperimentale compilando le cosiddette tabelle di assenza e presenza. El Morisco, quindi, non è semplicemente definibile come uno stregone bensì è uno scienziato empirico, un naturalista.
Altro personaggio rilevante è quello di Satanik, creato da Max Bunker e Magnus negli anni sessanta, nel quale si può cogliere una commistione fra “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Stevenson e “Faust” di Goethe. Satanik è infatti definibile, dice Giorello, “come un Faust che non ha bisogno di Mefistofele dal momento che già gode di assoluta libertà d’animo (com’è chiamata da Stevenson) non avvertendo mai pentimento per le proprie azioni”.
La tematica del doppio, ricollegabile anche al filosofo inglese Hume, è presente in un’avventura di Topolino dal titolo “Mickey Mouse Dangerous Double” (“Il doppio pericoloso di Topolino”) in cui il famoso topo incontra un altro se stesso che ne incarna completamente l’opposto: per quanto è gentile ed educato l’uno è disgustoso l’altro.
L’intervento dell’assessore Ovidio Dell’Omodarme, che ha mostrato la sua soddisfazione per come la “Settimana della cultura scientifica” si sia svolta, ha infine concluso la serata.
Serena Scateni