PIOMBINO: ULTIMO APPUNTAMENTO CON INTERSEZIONI CULTURALI
“A scuola meno latino e più italiano”. Così il Corriere della sera di mercoledì 13 maggio intitolava un articolo sulla scuola italiana. L’indagine, svolta dall’associazione TreeLLe, su un campionario di giovani tra i 19 ed i 25 anni divisi tra le città di Siena, Lecce e Bologna, ha messo in evidenza che gli studenti sono poco soddisfatti del rapporto con i professori e ritengono che i valori da questi trasmessi siano “pochissimi” o addirittura, per un 19%, “nessuno”.
Più significativo risulta che per gli studenti acquistano di valore quelle materie che siano in grado di fornire subito conoscenze utili come può essere, per esempio, l’informatica mentre dimostrano insofferenza nei confronti di materie come filosofia oppure musica. In particolare è sempre più radicata la convinzione che il latino debba essere una materia da relegare solo ad un liceo classico e non debba più essere insegnata in uno scientifico.
E’ sulla base di quest’articolo, citato dalla professoressa Lorenza Boninu, coordinatrice della conferenza, che quest’ultima si è chiusa con un dibattito che ha interessato, oltre alla relatrice prof. Monica Longobardi dell’università di Ferrara, anche i docenti di italiano e latino del Liceo Carducci di Piombino presenti in sala.
Argomento chiave di quest’ultimo incontro per il ciclo “Intersezioni culturali 2009 –VisivaMente” è stato il “Satyricon” di Petronio. Martedì 12 si è svolta la proiezione del film “Satyricon” di Federico Fellini, a cura del prof. Fabio Canessa, mentre giovedì 14 si è tenuta la conferenza della prof. Longobardi la quale ha presentato il libro “Petronio, Satyricon”, recentemente pubblicato dalla casa editrice Barbera, in cui è possibile gustare la traduzione del “Satyricon” di Longobardi con l’introduzione di Cesare Segre.
Come recava il sottotitolo dell’incontro, “Il Satyricon di Petronio – Una traduzione sorprendente” , la prof. Longobardi ha illustrato come sia possibile e talvolta doveroso, ricorrere ad espedienti linguistici particolari, per non dire proprio “sorprendenti”, nel compiere una traduzione da un testo latino. Così, alcuni perifrasi del testo vengono tradotte con espressioni puramente carpite dai nostri dialetti o con altrettante espressioni tipiche del francese o dell’inglese che sono ormai diventate parte integrante della nostra lingua italiana.
Serena Scateni