L’UDC ANALIZZA IL REFERENDUM DEL 21 GIUGNO
Riportiamo integralmente il commento dell’UDC di Piombino sul Referendum del 21 e 22 Giugno 2009.
«In merito al Referendum del 21 giugno – inizia il comunicato dell’UDC di Piombino – crediamo che si debba intervenire per chiarire due cose fondamentali, la prima è di tipo tecnico e riguarda le modifiche che apporterebbe alla legge elettorale per le elezioni del Parlamento, l’altra è di tipo politico e pertanto strumentale alle diverse forze politiche.
Chiaramente noi non siamo immuni da posizioni utili alla nostra sopravvivenza e lo diciamo apertamente senza giri di parole, pertanto non andremo a votare anche se riteniamo legittimamente che il risultato che uscirebbe dalle urne se approvati i primi due quesiti referendari creerebbe un aborto legislativo peggiore del “PORCELLUM”.
In effetti si produrrebbe un sistema che abolirebbe di fatto le coalizioni garantendo un premio di maggioranza al partito che otterrebbe il miglior risultato rispetto agli altri.
Si creerebbe un bipartitismo forzato che provocherebbe grosse lacerazioni nella vita politica italiana, che potrebbero creare seri problemi alla stabilità sociale.
Inoltre la vocazione corporativista del nostro paese non si addice ad un sistema di tipo anglosassone che peraltro la stessa Inghilterra sta perdendo visti i risultati delle elezioni europee, che hanno premiato le formazioni minori rompendo di fatto l’egemonia politica dei Laburisti e dei Conservatori.
Chi crede che dopo il REFERENDUM il Parlamento si sentirà legittimato a rimettere mano alla legge elettorale, non ha fatto i conti con la politica e con le manovre scomposte tipiche dei partiti, sicuramente ci sarebbe una maggioranza trasversale che garantirebbe quelle forze più ampie che dal bipartitismo imposto ne trarrebbe un preciso vantaggio.
Ebbene noi crediamo nel pluralismo democratico, ben venga la garanzia di governabilità ma senza stravolgimenti, le maggioranze si qualificano attraverso il consenso vero e non con formule premiali che rafforzerebbero solamente il leader di turno.
Se qualcuno deve cambiare la legge elettorale lo deve fare il Parlamento, una materia così delicata non può essere affidata agli elettori che in gran parte voterebbe esclusivamente per spirito di appartenenza senza una precisa consapevolezza del significato tecnico e politico del REFERENDUM.
Purtroppo – conclude l’UDC di Piombino – il ricorso a questo strumento è diventato un proprio e vero abuso, complice sicuramente è la politica autoreferenziale che ha difficoltà ad imporsi in modo credibile ed autorevole. Noi vogliamo impegnarci per ridare credibilità alle Istituzioni ed in particolar modo al cuore pulsante della legittimità popolare che è il Parlamento, per questo motivo non andremo a votare e ci impegneremo affinchè ci possa essere una vera riforma della legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di eleggere i propri rappresentanti attraverso le preferenze».