CONCLUSA LA DODICESIMA EDIZIONE DEL TORNEO VAN TOFF
Si è conclusa giovedì sera la dodicesima edizione del torneo Van Toff, organizzato dalla Lega calcio Uisp e promosso dall’associazione Ruggero Toffolutti, in ricordo dell’operaio rimasto ucciso nel 1998 in un incidente in Magona, che come ogni anno ha portato sul campo di calcetto del Magonello il problema ancora irrisolto delle morti sul lavoro.
Importante l’affluenza di pubblico, soprattutto durante le due serate finali: quest’anno infatti il torneo, grazie anche alle numerose squadre in gara, trentasette, è stato strutturato in cinque gironi –A, B, Under sedici A e B e femminile-, gli ultimi due terminati mercoledì.
A premiare i vincitori sono stati tre personaggi piombinesi del mondo dello sport: gli ex calciatori e allenatori Aldro Agroppi e Nedo Sonetti, e Massimo Giuliani, commissario tecnico della nazionale di nuoto di fondo che ha recentemente conquistato tre medaglie, oltre che assessore allo sport.
Fra gli Under sedici è la squadra Intimo Fruscio che, battendo Ac Salivoli, ha portato a casa il primo posto e il titolo di capocannoniere per Ciro Scognamiglio, mentre Giovanni Marfella, degli sconfitti, è stato il miglior giocatore. «Consentitemi di essere parziale – è intervenuta Valeria Parrini, presidentessa dell’associazione, riferendosi ai giovanissimi della squadra Rugge ’66 – se ringrazio tutte le squadre, ma in particolare loro, che scegliendo questo nome ci hanno fatto una bellissima sorpresa».
Le ragazze di Croce Rossa si sono invece aggiudicate il torneo femminile, stravincendo su quelle di Impresa Edile Soffredini, mentre Bar Las Vegas ha vinto il girone B, battendo Pasticceria Amanti 6-5. Bomber: Sara Pedroni.
A imporsi nettamente nella serie A è stata infine la squadra Caffè Damoka che, sconfitta My Way, si è anche assicurata, con Marco Giannoni, il riconoscimento speciale per il capocannoniere, un braccialetto d’oro, come ogni anno offerto dalla famiglia Toffolutti.
Ancora una volta il connubio svago-impegno sociale è dunque risultato vincente, facendo leva sui valori che accomunano due attività tanto differenti: «La rinuncia alla violenza soprattutto – ha concluso la presidentessa, rivolta ai giovani-, senza però mai astenersi dalla denuncia rigorosa di luoghi comuni concilianti, come quelli alimentati dall’idea che gli incidenti sul lavoro siano “una tragica fatalità”, e che gli operai e i proprietari delle imprese abbiano in realtà i medesimi interessi».