«COMUNE DEI CITTADINI» SUL CONSORZIO AGRARIO DI VENTURINA
Riportiamo integralmente la replica del Gruppo consiliare “Comune dei Cittadini” al recente comunicato di “Campiglia Democratica”.
«Il comunicato di Campiglia Democratica – inizia il comunicato – sull’ex Consorzio Agrario, insieme all’ormai ben nota insofferenza verso chiunque esprima opinioni diverse dalle loro, chiarisce un bel pò di cose.
Il Comune, nel 1999, non riconoscendo in quel complesso valori storici, ha fatto scelte che prevedono la sua demolizione e la sostituzione con case. In 10 anni nessun intervento è stato attuato e oggi il Comune si accinge ad approvare il nuovo Regolamento Urbanistico: è dunque nelle condizioni di confermare o modificare quelle scelte, considerando quanto si è costruito in questi 10 anni e cosa manca oggi a Venturina.
Da quello che si legge, questa amministrazione non ha la minima intenzione di ascoltare coloro che chiedono di evitare la demolizione di un edificio che rappresenta una delle pochissime testimonianze della storia rurale di Venturina. Per salvarlo, contrariamente a quanto sostiene Campiglia Democratica, non c’è bisogno d’investimenti pubblici: basta impedirne la demolizione con norme edilizie appropriate che possono consentire agli stessi proprietari recuperi più rispettosi dei valori storici.
Non c’è poi da meravigliarsi se in un paese come Venturina, privo di luoghi di aggregazione sociale, il riuso di un complesso edilizio centrale come l’ex Consorzio stimola proposte che possono migliorare i servizi e l’offerta culturale: museo del lavoro e della storia rurale, servizi culturali, locali per giovani, mercato per i prodotti agricoli, commercio naturale, sedi per associazioni professionali legate al mondo agricolo, sedi per la formazione, ecc. Tutte idee interessanti che richiedono approfondimenti, tecnici ed economici, che solo l’amministrazione può fare. Serve però la volontà, cosa che a questa amministrazione manca totalmente.
A tale proposito chiediamo a Campiglia Democratica – continua Comune dei Cittadini – di dire pubblicamente quanto ha pagato il Comune annualmente per l’affitto dei capannoni della Fiera che ospitano da decenni, in spazi non idonei, il museo del lavoro. Riflessioni di questo tipo potrebbero indurre a risposte più meditate.
Infine, visto che nel piano strutturale del 2007 l’ex Consorzio è stato inserito tra le aree critiche, ci dica come intende applicare la norma che impone al Comune, con il Regolamento Urbanistico, di valutare la possibilità di “reperire in quelle aree spazi di verde attrezzato di uso pubblico” .
Nessuno considera le case – conclude il comunicato – in misura proporzionata al fabbisogno, elementi estranei ai centri abitati; il problema politico nasce quando chi amministra vede solo quelle e ignora il bisogno di qualità urbana e di servizi per i cittadini».