PIOMBINO: LIBERTA’ E GIUSTIZIA PRESENTA “VIDEOCRACY”
Martedì 20 ottobre alle ore 19, 30 al cinema Metropolitan, verrà proiettato il docu-film “Videocracy- Basta Apparire” del regista italo- svedese Erik Gandini. Promuove l’evento il circolo Val di Cornia di Libertà e Giustizia. Dopo la visione è previsto un dibattito a cui parteciperanno Elisa Giomi, docente di Teorie e Tecniche dei Linguaggi radiotelevisivi all’Università di Siena e Sabrina Benenati, docente di Comunicazione pubblica all’Università di Siena.
Abbiamo intervistato il coordinatore del Circolo Dario Cambi per introdurci meglio all’argomento.
Martedì sera presenterete al cinema Metropolitan il documentario “Videocracy”. Può parlarci dell’iniziativa?
Videocracy è un film- documentario presentato al Festival del Cinema di Venezia i primi di settembre, già noto al pubblico per aver avuto il trailer censurato sulle reti Rai. La proiezione è un evento importante per Libertà e Giustizia. Abbiamo voluto cogliere l’opportunità, insieme al cinema Metropolitan, di unire alla visione del film , nell’ambito della rassegna cinematografica “Orizzonti d’Autore”, un dibattito ed una analisi approfondita sui temi caldi che vengono trattati.
Il trailer del film è stato censurato dalle reti Rai e Mediaset. Perché secondo lei? Cosa c’è di così “pericoloso” nel documentario?
Di “pericoloso” non c’è proprio niente! O meglio, il documentario, come sostiene lo stesso autore Erik Gandini non è un film contro Berlusconi. Il film parla degli ultimi vent’anni di società italiana vista attraverso l’”involuzione” dei messaggi televisivi che col tempo sono diventati valori o “disvalori” che dir si voglia. Il regista, in un’ intervista, afferma come in Svezia, questi cambiamenti appaiono come qualcosa di incredibile. Videocracy è stato addirittura premiato come “horror film” dell’anno!
Gandini afferma, parlando del mondo dei vari Lele Mora e Corona, che questi personaggi vivono “in un mondo che non è così inaccessibile come si crede. Dato che nessuno lo mette in questione.” Non è forse questa assuefazione il dato più preoccupante?
Certamente questo è un dato molto preoccupante e purtroppo è l’elemento su cui si è sviluppato questo fenomeno. Il film trova spunto da un episodio di un quiz mandato in onda da una televisione privata del Nord Italia in cui delle casalinghe, dopo ogni risposta esatta, si toglievano degli indumenti. Dalle risposte di pubblico che vennero fuori, con alcuni operai che facevano tardi a lavoro per guardare il programma, si capì, già sul finire degli anni 70, che l’attenzione verso questi spettacoli andava oltre le aspettative. Da lì nasce il fenomeno “berlusconismo”, prima ancora della nascita di Berlusconi come uomo di potere.
“Berlusconi ha creato un mostro che non riesce più a controllare” per Gandini. Ma è davvero soltanto questo il motivo per cui l’Italia affonda nelle classifiche della libertà d’espressione e di parità tra i sessi?
Io penso che ci sia anche una strumentalizzazione di questo elemento. Berlusconi ha capito benissimo che una parte della società desidera apparire ed è disposta a fare qualsiasi cosa pur di raggiungere il successo. La cosa più particolare è che oggi, l’individuo medio che guarda la televisione e si informa soltanto attraverso questo mezzo giustifica la presenza di un leader come l’attuale Premier che fa dell’apparire la sua linea politica.
Perché i giovani dovrebbero venire martedì sera alla proiezione?
Io mi auguro che proprio i giovani partecipino numerosi a questo evento. La scommessa di proporre il film in questa fascia oraria vuole appunto attirare il maggior numero possibile di ragazzi. Questo perché su questo tipo di documentario tutti possono dare la loro interpretazione della società di oggi, di come viviamo, di dove viviamo e di quale futuro abbiamo. E credo che questo sia un problema che deve interessare soprattutto le fasce più giovani anche perché, purtroppo, molti di loro hanno nelle aspirazioni quei modelli e quelle prospettive di “realizzazione”.
Cambiamo argomento. Quali saranno le prossime iniziative di Libertà e Giustizia sul territorio? Come giudica l’attività dell’associazione?
Noi, a partire da questo film, vorremmo lavorare ad un consolidamento dei valori fondamentali della legalità, della democrazia effettiva e della giustizia. Soprattutto però puntiamo a promuovere quella voglia di conoscere, di informarsi e di creare una coscienza critica che oggi si stanno perdendo. La nostra associazione è nata per questo. Per quanto riguarda le prossime iniziative, il 5 novembre ci sarà Bruno Tinti a Piombino per presentare il suo libro “La questione immorale”. Tinti, ex procuratore generale di Torino, è oggi una delle firme del Fatto Quotidiano. Dopo questo appuntamento ci concentreremo soprattutto sul piano culturale alle tematiche relative alla concezione odierna del corpo femminile. Infine lavoreremo sul testamento biologico proponendo una raccolta di firme per l’istituzione di un registro nei comuni della nostra zona.
Andrea Fabbri