SPECIALE PRIMARIE PD: LA MOZIONE MARINO
Nel nostro speciale sulle elezioni primarie che domenica 25 ottobre eleggeranno il nuovo segretario del Partito Democratico, abbiamo intervistato Davide Leonelli, promotore della mozione di Ignazio Marino sul nostro territorio. Di seguito gli spunti emersi dalla nostra chiacchierata.
Perché sostenere la mozione Marino ? Quali sono i punti forti di questo programma?
La forza di Marino sta nel suo dare finalmente risposte chiare agli elettori di centrosinistra. E’ l’unico candidato che può permettersi di dire dei SI e dei NO netti, perchè tra i suoi sostenitori non ci sono correnti, né apparato di partito. Non deve mediare ogni volta tra forze interne che portano il partito in direzioni opposte. Porto l’esempio del testamento biologico. Bersani, pur favorevole, deve fare i conti con Enrico Letta, che dichiarò di essere pronto a votare con il governo Berlusconi sul Decreto Englaro e con Rosy Bindy, che ha giudicato la vicenda Welby un caso di
eutanasia, di omicidio. Franceschini, con Rutelli e Teodem che non sono affatto favorevoli alla libertà dei cittadini di dichiarare anticipatamente le loro volontà per il fine vita. Nostro obiettivo è recuperare i 4 milioni di voti persi dal partito, in gran parte a causa della nostra indecisione e dei nostri tentennamenti. Marino ha il merito di aver introdotto, all’interno del dibattito congressuale, tematiche importanti. E di uscire dall’eterno dualismo Veltroni/D’Alema. Siamo tutti stanchi di questo: mentre noi passiamo tempo a discutere su chi sia il migliore, Berlusconi guadagna consensi. Noi vogliamo parlare solo di contenuti: NO al nucleare, NO alla precariato, SI ad un contratto di lavoro unico a tempo indeterminato, SI ad un sostegno economico per chi perde il lavoro, SI alle energie alternative, NO al conflitto di interessi. Marino, a torto ritenuto soltanto il campione della laicità, ha messo sul piatto
proposte convincenti.
Cosa differenzia Marino dagli altri candidati?
Ignazio Marino vuole ripartire dalla base, dai circoli e da coloro che dedicano, con passione, tempo ed energie a questo partito. E non lo dice soltanto, lo dimostra con i fatti. Nel modo in cui sono stati costituiti i comitati elettorali delle varie province toscane per esempio, guidati da persone scelte direttamente dagli altri volontari, senza premiare di diritto chi avesse avuto il grado più altro nel partito. Allo stesso modo, noi volontari abbiamo potuto scegliere il nostro candidato alla segreteria regionale, Simone Siliani. E siamo felici di poter affermare che le nostre liste per queste primarie sono composte da comuni cittadini. Provenienti dal mondo delle associazioni, delle professioni, dalla cosiddetta società civile. Abbiamo limitato al minimo la presenza di componenti dell’apparato e delle istituzioni. Perchè è giusto che nelle assemblee che guideranno il partito dei prossimi anni sia presente anche la voce della gente, senza mediazione. Le altre mozioni non hanno usato questo criterio. Nostro capolista per l’assemblea nazionale(provincia di LI) è Alessandro Baldi, presidente AIL (Associazione Italia contro le Leucemie) Livorno; al regionale Donatella Becattini, piombinese, adesso residente a Livorno, impegnata da una vita in associazioni che lottano per la difesa dei diritti delle donne.Vogliamo un partito organizzato e strutturato ma che sia aperto alle gente, agli elettori del centrosinistra, ai simpatizzanti. Per questo diciamo SI alle primarie aperte. Non si può tornare indietro. Non vogliamo tornare indietro. Il PD deve essere un progetto partecipato ed inclusivo, perchè abbiamo bisogno della collaborazione e dell’esperienza di tutti se vogliamo tornare a guidare questo paese.
Come cambierà il PD se il nuovo segretario sarà Marino?
Il PD sarà più libero, più forte, più giusto e solidale. Meno risse tra la dirigenza, più concretezza e più attenzione ai diritti delle persone, ai diritti dei lavoratori, delle donne, degli ammalati. Simone Siliani propone per la nostra regione un progetto di gestione collegiale del partito, che garantisca l’autonomia di ogni territorio. Si è impegnato a non costituire correnti alla fine di questo Congresso ed a dar voce alla gente, secondo lo stile Marino. Utilizzando gli strumenti già previsti dallo statuto regionale, come il REFERENDUM tra gli iscritti, per decidere insieme quali
posizioni il partito debba tenere sulle tematiche più importanti. Se la dirigenza non riesce a mettersi d’accordo, perchè non ascoltare la base? E’ questo che Marino ci ha insegnato.
Come giudica l’esperienza del PD dalla nascita ad oggi? Cosa si è sbagliato nella gestione del partito e agli occhi del Paese?
Il PD è senza dubbio l’innovazione più affascinanate di questi ultimi anni. L’unica e l’ultima speranza per il centrosinistra. Si è sbagliato perchè chi aveva preso l’impegno di portare avanti questo progetto è stato ostacolato
in primis dagli stessi compagni di partito. Che non si sono fatti scrupolo di uscire sui giornali ogni giorno con dichiarazioni discordanti da quelle del segretario, mancando di rispetto a lui, ma in primis ai tre milioni e
mezzo di persone che si sono messe in fila il 14 ottobre del 2007 dandogli mandato di rappresentarci. Si è preferito pensare al proprio tornaconto personale e questo la gente l’ha capito, l’ha sentito sulla propria pelle.
Questo non deve più avvenire.
Quali sono i problemi più gravi della situazione odierna dell’Italia? Che fare, a grandi linee, per risolverli?
Una domanda impegnativa e di difficile risposta sintetica. I problemi da affrontare sono tanti, soprattutto la crisi economica, il problema del lavoro. Arginare questo centrodestra. Lottare contro le discriminazioni. Ad ogni livello.
Per risolverli dobbiamo essere per prima cosa un partito compatto. Un partito che pensa al bene di tutti prima che all’affermazione della propria corrente.Siliani aveva rivolto, agli altri due candidati alla segreteria regionale,
un appello per la gestione condivisa del problema del lavoro nella nostra Toscana. Un’urgenza troppo grande per essere affrontata separatamente, divisi per mozione. Non solo non ha avuto risposta, ma ha avuto difficoltà
persino ad essere invitato a pubblici dibattiti dove si parlava di queste tematiche. Non è questo il modo di aiutare la Toscana e chi vive l’emergenza lavorativa sulla propria pelle. Non possiamo permetterci di perdere il
contributo di nessuno in questo momento cosi difficile.
Ultimamente il Partito è stato criticato per le votazioni parlamentari sullo scudo fiscale e sul reato di omofobia. Come giudica queste vicende?
L’assenza alla votazione sullo scudo fiscale dovrebbe essere sanzionata per quei parlamentari che sono stati assenti dall’aula senza un giustificato motivo. E’ una mancanza di responsabilità nei confronti del paese e dell’elettorato. Ascoltare il più noto ed influente sostenitore di Bersani, assente alla votazione per la pregudiziale d’incostituzionalità dello scudo fiscale, affermare “Si, ero assente, non mi era stato spiegato bene che era un voto importante”, lascia, a dir poco, senza parole. Il video di questa sua intervista, rilasciata durante la manifestazione a Roma per la libertà
di stampa, sta spopolando su Internet. Sul reato di Omofobia c’è stato un errore di valutazione da parte del Partito Democratico, si doveva consentire che la legge tornasse in commissione, per non buttare alle ortiche il lavoro
dell’Onorevole Paola Concia, che sta combattendo da più di un anno per l’approvazione di una legge contro l’omofobia. Sicuramente l’estensione della legge Mancino avrebbe maggiormente tutelato chi è vittima di queste vergognose discriminazioni, ma il governo ha giocato al ribasso. Il comportamento di Paola Binetti poi è stato inqualificabile, ma le sue posizioni su queste tematiche sono ormai tristemente note.
Qual è secondo lei il modo più efficace di dimostrare alla gente comune che il PD è uno schieramento credibile e alternativo all’attuale maggioranza?
Passando dalle parole ai fatti. Come fa Ignazio Marino. Smettendo di litigare e pensando alla gente. Ai problemi delle famiglie. Le persone sono stufe di sentir parlare delle solite cose, dei litigi della dirigenza. Vogliono risposte. E vogliono essere ascoltare, poter dire la propria opinione sui problemi che li riguardano, su quello che vivono sulla propria pelle ogni giorno. Non ci si può ricordare degli iscritti e dei simpatizzanti solo quando c’è da lavorare alle feste del partito. Occorre dare dignità e valore ad ogni iscritto ed elettore.
Andrea Fabbri