PIOMBINO: DALMINE, PRONTO L’ACCORDO PER RIDURRE I COSTI DELLE BONIFICHE
Un Gianni Anselmi visibilmente soddisfatto quello che ha presentato oggi alla stampa gli ultimi accordi raggiunti sul caso Dalmine. Dopo questi ulteriori sviluppi basati sulla concertazione tra Ministero dell’Ambiente, Demanio ed enti locali la “palla” è ora in mano ai dirigenti del gruppo Tenaris-Dalmine.
“La riduzione della quota aziendale per le bonifiche ambientali a 6,9 milioni di euro”. Questo il risultato ottenuto nel corso di un incontro tra il sindaco di Piombino Gianni Anselmi e il Ministero dell’Ambiente, avvenuto alcuni giorni fa e che costituirà un elemento importante nel tavolo di discussione con il Ministero dello Sviluppo Economico e le Regioni, convocato per mercoledì prossimo a Roma.
“La posizione del Ministero dell’Ambiente è la seguente – spiega il sindaco – Con la restituzione del 50% circa dei terreni occupati attualmente dall’azienda, Dalmine avrebbe la possibilità di rivedere in positivo i conteggi degli oneri per il danno ambientale. Se l’area occupata dall’azienda passerà dagli attuali 77 ettari a 33, come previsto dall’accordo con il Demanio, il conteggio per danni ambientali scenderebbe della metà, cioè circa 4 milioni di euro.
Contemporaneamente – continua il sindaco – è stata concordata una riduzione del contributo per la MISE, che da 7,5 milioni di euro scenderebbe a 2,9 milioni. A seguito di questa puntualizzazione, la cifra complessiva dovuta dall’azienda per le bonifiche scende da 17 a 6,9 milioni di euro, 10 milioni in meno rispetto a quanto previsto inizialmente, e tutto questo a parità di interventi .
Altro elemento molto importante, inoltre, il fatto che i 4 milioni e mezzo siano compensabili con investimenti che abbiano una rilevanza ambientale e i 2,9 con interventi da effettuare sulla falda idrica.”
“A questo punto – prosegue il sindaco- possiamo dire che la parte pubblica ha fatto tutto quello che era possibile fare. Adesso sono i privati a dover mettere sul tavolo le proprie idee, con la massima chiarezza. In tutti questi anni ci siamo battuti per difendere il patrimonio industriale e per elaborare e approvare tutta una serie di strumenti urbanistici che vanno in questa direzione.”
Andrea Fabbri