PIOMBINO FRANA: RIFONDAZIONE ACCUSA, IL COMUNE RISPONDE
RIportiamo due commenti, il primo di Rifondazione Comunista, il secondo dell’assessore all’ambiente del comune di Piombino Chiarei, in relazione allo sfaldamento e alle frane che interessano la falesia di Piombino.
RIFONDAZIONE COMUNISTA: UNA FRANA DOPO L’ALTRA…
«Ancora una volta i Piombinesi sono costretti ad assistere alla devastazione del loro territorio. Ora è toccato alla costa tra Cala Moresca e i Tufi (o la Centralina com’è definita la zona da alcuni anni). L’avevamo detto che quel tratto di costa era pericolante, che andava sottoposto ad interventi di consolidamento e andava evitata una gestione superficiale di quelle zone, oltretutto appesantite da tonnellate di terra riportata, scaricata pochi decenni or sono nel disinteresse degli organi competenti. Ma noi siamo quelli del NO, e con questo postulato approssimativo si ritiene spesso di rispondere alle nostre critiche. Ebbene, ancora una volta, purtroppo verrebbe da dire, abbiamo avuto ragione.
Cosa ha intenzione di fare l’amministrazione? Non si sa.
Di sicuro sappiamo che si è dimostrata mancante in tutte le occasioni precedenti, sia lontane che vicine. Vi ricordate il crollo dell’Ospedale Vecchio? Non fu niente di imprevedibile, semplicemente fu il risultato della mancata attenzione che invece richiedeva la cisterna d’acqua contenuta entro le mura sottostanti la zona dell’obitorio. Per non parlare di come è stato ristrutturato quel muro: è sotto gli occhi di tutti, e se si prova a domandare che fine hanno fatto tutte le pietre originali, che magari potevano essere riutilizzate per fornire un certo decoro all’edificio, viene risposto che son andate perdute. Tonnellate di pietre? E per passare a tempi più recenti, sono ancora tutti lì i risultati della frana di piazza Manzoni.
Le mura secolari reggevano una zolla di terreno stabile, fermo e asciutto. Con i lavori di ristrutturazione sono stati provocati gravi dissesti sia con gli scavi del parcheggio sotterraneo, sia con l’estirpazione di varie tamerici e altre piante che contribuivano alla solidità del terreno, sia con l’installazione di una pavimentazione di betonelle che ha consentito l’infiltrazione dell’acqua, sia, soprattutto, con la deviazione di una vena d’acqua che andava dirottata per non creare intralci al nuovo parcheggio. Le mura sono crollate perché, dopo più di cinquecento anni che reggevano un terreno fermo, sono state sottoposte ad una pressione mai sopportata prima.
Come si fa dire che è solo colpa delle piogge eccezionali.
Forse che l’amministrazione non sapeva che le varie zone di costa piombinese costituite da terra riportata necessitano di continue cure e manutenzione? Qualsiasi geologo o ingegnere avrebbe consigliato una maggiore attenzione per i tratti di costa su cui sono state gettate tonnellate di terra riportata e su cui però poggiano strade di grande scorrimento della città. Tanto per fare un esempio: lungomare Marconi. Eppure, oltre alla mancata ammissione di responsabilità, gli amministratori mai hanno spiegato, ad esempio, su come si possono evitare simili disastri in viale del Popolo, zona assai rischiosa, fosse solo perché molto più transitata di quella dopo Cala Moresca.
Possiamo continuare a citare altre manifestazioni del dissesto: il crollo del tratto di mura castellane nel vicolo che dal parcheggio del Museo Archeologico conduce alle scogliere sotto il convento dei Frati. Anche quel disastro è colpa del caso? Quelle mura hanno resistito per secoli, ma se nessuno le cura con la dovuta manutenzione, è chiaro che poi una pioggia eccezionale possa provocare dei guasti. Se in tutto il mondo le strutture murarie ricevono continui restauri ci sarà un motivo. Quel crollo non è frutto del caso, ma dell’incuria cui il patrimonio storico e architettonico della città è abbandonato da anni.
Se andando in piazza Bovio arrivate nella zona del faro e osservate le pareti della piazza che guardano il Porticciolo mediceo, noterete che, nella zona più centrale, le pietre chiare che costituiscono la parete della piazza sono pericolanti, con una grave erosione delle malte che dovrebbero unire pietra a pietra. Dobbiamo temere che la piazza crolli da un momento all’altro? Noi riteniamo che ci sia bisogno di un urgente intervento di restauro.
Sarebbe opportuno che i percorsi della c.d. “democrazia partecipata” fossero forieri di realizzazioni effettivamente conformi ai desideri manifestati dai cittadini, che in tali occasioni esprimono sempre istanze di tutela e conservazione del territorio, come ad esempio per piazza Manzoni e l’Ospedale Vecchio ove si era palesato un forte dissenso in ordine ai parcheggi sotterranei. Eppure il governo della città ha voluto operare disinteressandosi dei pareri non conformi ai propri disegni.
Il problema è che, sulle cose importanti, i poteri forti vogliono decidere da soli e indisturbati.
Piombino 11/11/2009
Alessandro Favilli
Segretario Federazione PRC Piombino-Val di Cornia-Elba
FRANOSITÀ DELLA COSTA: IN ARRIVO LO STUDIO CHE SERVIRÀ PER PROGETTARE GLI INTERVENTI
L’assessore all’ambiente Marco Chiarei interviene in merito al problema frane, in risposta alle sollecitazioni di Alessandro Favilli di Rifondazione Comunista.
“Il richiamo al grave problema del dissesto della costa urbana – afferma Chiarei – è, nei propositi, apprezzabile e condivisibile, ma superato dai fatti. Questa amministrazione comunale ha già inserito tra le proprie volontà di lavoro la difesa della costa. Dispiace notare che si ignori una cosa già risaputa perché comunicata pubblicamente più volte e in più sedi, e cioè che tra poche settimane il prof. Canuti dell’università di Firenze ci consegnerà lo studio commissionato dal Comune con il quale sarà possibile individuare, in una scala di pericolosità, tutti quei tratti della costa bisognosi di interventi.
Intervenire efficacemente per il consolidamento della costa, è materia assai complessa che non può essere liquidata come questione di poco conto. Occorre disporre di un quadro scientifico che dia certezza alla progettualità da attuare, e soprattutto è il profilo finanziario a essere un elemento decisivo su cui impostare la programmazione.
Tutti i cittadini capiscono che tali interventi richiedono sforzi economici ingenti.
L’amministrazione è pronta a fare la sua parte in sintonia con le disponibilità che la Regione ci ha dato.
Lo studio Canuti, infine, ci fornirà un quadro chiaro sulle cause e sugli interventi necessari per la frana di Cittadella.
Per questo, invito alla cautela nelle valutazioni perentorie sulle cause delle frane. Per rendere un vero servizio alla collettività sarebbe auspicabile che chi fosse in possesso di elementi tecnici rilevanti, li portasse a conoscenza degli enti di competenza, per poter essere verificati ed eventualmente utilizzati”.