DIECI ANNI DI EPISCOPATO DI MONS. SANTUCCI IN DIOCESI
Il Vescovo di Massa Marittima-Piombino Mons. Giovanni Santucci ha celebrato in questi giorni il decimo anniversario di episcopato nella nostra Diocesi. Lo abbiamo intervistato.
In questi 10 anni, lei ci ha portato sulla nuova evangelizzazione( tema che rimane presente in tutti i suoi piani pastorali). Quali sono le nuove prospettive prospettive della nostra chiesa per i prossimi 10 anni ? E quali sfide lei intende intraprendere nei 10 anni prossimi ?
Mons. Santucci: “ Annunciare il Vangelo, portare a tutti gli uomini la Buona Notizia di un Dio che è Padre e di una fraternità che è volontà e progetto del Padre per gli uomini e il mondo è la missione di Gesù e la nostra, preciso dovere: “Guai a me se non predico il Vangelo” esclama l’Apostolo Paolo.
La Chiesa vive per questo, Sacramento, strumento per l’annuncio e la testimonianza di una vita nuova possibile.
E non dobbiamo aver paura né temere le condizioni di vita, sempre nuove, che sembrano opporsi, Mentre lei era parroco ha affrontato con la sua comunità parrocchiale i disaggi dell’alluvione della Versilia nel 1996. Come vede il futuro delle famiglie della nostra diocesi che stanno affrontando le “alluvioni” negli ambienti industriali del territorio pastorale a lei affidato ?
Oggi tutto diventa spettacolo e la televisione ci rende spettatori e ci fa vedere quello che vogliono i padroni dei mezzi della comunicazione. La realtà è un’altra, spesso nascosta e non appariscente. Chi vuole trova i valori e la gioia; chi vuole sa conquistare spazi di autenticità e di verità, sa amare e gioire.
Guardando al nostro impegno di Chiesa credo sia necessario rivolgere ogni attenzione alle nuove generazioni, ai giovani che più di ogni altro hanno bisogno di scoprire il senso e il significato della vita e indirizzare la loro forza e il loro impegno.
La trasmissione della fede è la nuova sfida da affrontare insieme.
Per questo il Sinodo, cui intendo dedicare ogni risorsa e attenzione, dove insieme, Chiesa, potremo prestare attenzione a quanto lo Spirito suggerisce, Lui che guida alla verità, al dono di sé, alla vita nuova resa possibile dalla Resurrezione.
Lo scoraggiamento, la sfiducia, spesso la disperazione che serpeggiano fra i nostri giovani, mascherate dal chiasso e dalla presunzione, hanno bisogno di una risposta, amorosa ed esigente, che come Chiesa dobbiamo offrire.
La testimonianza, leggibile e credibile, che dobbiamo rendere al Vangelo è il nostro impegno”.
Mentre lei era parroco ha affrontato con la sua comunità parrocchiale i disaggi dell’alluvione della Versilia nel 1996. Come vede il futuro delle famiglie della nostra diocesi che stanno affrontando le “alluvioni” negli ambienti industriali del territorio pastorale a lei affidato ?
Mons. Santucci: “Quando si presentano le difficoltà dobbiamo attrezzarci per superarle, con le nostre forze e con le nostre risorse, prima di tutto.
Questa crisi finanziaria ed economica che ci ha colpiti e che non abbiamo ancora superato, ci lascia di fatto senza possibilità di reazione; non è dipesa da noi o dai nostri errori e non possiamo vincerla da soli.
Gli interventi dei vari governi hanno provato a sostenere banche ed aziende, ora è tempo di pensare alle famiglie, con urgenza.
Riprende la produzione ma aumenta la disoccupazione. Questo dato ci permette di prevedere ancora mesi di sofferenza. Fino ad oggi le famiglie hanno potuto affrontare con dignità i vari problemi perché sono generalmente sagge, forti e previdenti. Ora però le risorse sono allo stremo.
Come comunità ecclesiale abbiamo messo in moto atteggiamenti solidali, di carità e condivisione, di vicinanza e sostegno, che occorrerà intensificare. Ugualmente mi sembra necessario dare sostegno, morale e spirituale alle tante persone che hanno bisogno di aiuto,, che sono in difficoltà, perché non si arrendano, non cessino di impegnarsi, non smarriscano la loro dignità e i loro obiettivi.
E’ tuttavia occasione per tutti per ripensare i propri stili di vita, spesso orientati dal mercato verso l’effimero e l’apparenza; non c’è da avere paura nell’essere poveri e nel cercare ciò che è veramente utile, che è una scelta di libertà e rende possibile la condivisione”.
BIOGRAFIA
Il vescovo Giovanni Santucci nasce a Pietrasanta (Lucca) il 14 maggio 1949, secondo genito di Gino e Bertozzi Stella. Frequenta la scuola materna presso le suore di Maria Bambina, cui rimane legatissimo, e le elementari nella frazione di Pozzi.
Nel 1959 entra in Seminario a Pisa, ha 10 anni e frequenta la quinta elementare. In quegli anni il seminario minore era necessario per la scarsa diffusione della scuola media inferiore e superiore.
Gli anni di seminario sono decisivi nella formazione di un sacerdote; nel seminario Arcivescovile di S. Caterina si alternano i formatori, fra tutti ricordiamo i Rettori: Mons. Mario Estivi, il vescovo Mons. Antonio Angioni (che sarà poi vescovo di Pavia), mons. Mirello Paoletti.
Il 28 giugno 1974 è ordinato sacerdote dalle mani di S. Ecc. Mons. Benvenuto Matteucci. Dopo pochi giorni è inviato “cappellano” a Pontedera, nella parrocchia del Duomo, dove è proposto Mons. Vàsco Giuseppe Bertelli (che sarà poi vescovo di Volterra).
Ha l’incarico di Direttore dell’Oratorio parrocchiale San Luigi e insegnante di religione al Liceo Scientifico cittadino. Segue le associazioni giovanili AGESCI, CSI, CTG e soprattutto TACI.
Conosce le realtà dell’UMTALSI, della Misericordia, del Carcere Mandamentale della città. Sono anni intensi che segneranno la vita, il carattere e il ministero del giovane sacerdote.
Particolare rilievo acquista il suo incarico di animazione in una periferia della città dove costruisce una cappella dedicata a San Giovanni Bosco.
Nell’ottobre del 1981 è inviato parroco di Marina di Pisa nella Parrocchia di Maria SS. Ausiliatirce.
Succede ai salesiani di Don Bosco che hanno retto la Parrocchia fin dal suo sorgere. Parroco e vicario foraneo, anima vivacemente la frazione pisana con l’oratorio, il centro giovanile, le attività culturali. La casa canonica è grande, tanto che l’Arcivescovo Mons. Alessandro Plotti, trasferisce gli alunni del Seminario da Pisa a Marina e don Giovanni diventa Parroco – Rettore del Seminario.
La presenza dei seminaristi è una benedizione per la parrocchia, per le attività giovanili, l’animazione liturgica, la catechesi. In pochi anni il numero dei seminaristi cresce e don Giovanni si trasferisce a Pisa nella antica sede del Seminario Arcivescovile. Dall’ottobre 1987 al giugno 1995 il seminario e l’animazione vocazionale saranno l’impegno principale. Il seminario viene completamente ristrutturato, le sale riunioni, le stanze dei seminaristi, la cappella, le attrezzature del Seminario sono progettate in una visione nuova del rapporto formativo del Seminario con la Diocesi.
Iniziano la scuola della parola e le giornate vocazionali che daranno frutti di generosa dedizione dei giovani della città.
Nel giugno 1995 Mons. Giovanni Santucci lascia il Seminario ed è inviato parroco nella Propositura di Pietrasanta, la città dove è nato.
Trattiene con sé il vecchio parroco suo predecessore suscitando qualche meraviglia ma sperimentando una fraternità sacerdotale importantissima.
Si accinge con dedizione ai lavori di consolidamento del Duomo di San Martino, la chiesa parrocchiale, e della casa canonica, forma il Consiglio Pastorale, ha l’incarico di vicario foraneo che lo assorbe molto. I Padri Francescani lasciano la parrocchia del SS. Salvatore e il Vescovo lo nomina parroco di quella Parrocchia.
Una serie di impegni che Mons. Santucci affronta con decisione. Non mancano le preoccupazioni, l’alluvione della Versilia del 1996 ha messo in ginocchio quella terra provocando lutti e distruzioni.
Stare vicino alle famiglie, senza casa e senza lavoro, improvvisamente, sarà una prova forte.
Rapidamente il tempo passa e nell’ottobre 1999 giunge la elezione a Vescovo e la nomina a Massa Marittima – Piombino.
Mons. Santucci sceglie di essere consacrato vescovo a Massa Marittima, dalle mani del suo predecessore S. E. Mons. Gualtiero Bassetti, vuole dare un segnale forte di amore a questa città, alla Diocesi che il Signore gli affida. Il 5 Dicembre 1999 inizia, con la consacrazione episcopale il suo ministero tra noi.
Lo stemma di Mons. Giovanni Santucci
Lo stemma è come la descrizione dell’impegno pastorale del Vescovo. Il cappello prelatizio con le nappe che lo ornano indicano il titolo ecclesiastico che gli compete. La composizione dello stemma di Mons. Giovanni Santucci è stata scelta da Mons. Giuliano Catarsi e la realizzazione affidata al prof. Barsotti di Cascina.
L’insegna di famiglia, la fascia bianca con due stelle d’oro è stata arricchita dallo stemma di Pietrasanta, la colonna con l’ostia bianca sormontata da un arco, in campo azzurro e dallo stemma di Massa Marittima, il sole d’oro di San Bernardino in campo rosso.
Il motto “a minimis incipe”(comincia dalle piccole cose) è un insegnamento di San Giovanni Bosco Santo Patrono del Vescovo Santucci.