LIBERTA’ E GIUSTIZIA PRESENTA “LIBERI DI SCEGLIERE IN UNO STATO LAICO”
Beppino Englaro e Ignazio Marino: oggi sono loro le due figure simbolo della battaglia per l’introduzione del testamento biologico e per la libertà di decidere della propria vita. Ospiti del circolo locale di Libertà e Giustizia, i due, hanno nobilitato il dibattito pubblico “Liberi di scegliere in uno Stato Laico” che si è tenuto venerdì 12 presso il cinema Metropolitan. L’evento è stato coordinato dalla presidentessa dell’associazione, Sandra Bonsanti ed ha visto la partecipazione di un vasto pubblico.
È passato circa un anno dalla morte di Eluana Englaro ma i temi dell’istituzione del testamento biologico e del trattamento di fine vita sono oggi, come non mai, all’attenzione dell’opinione pubblica. É un uomo coraggioso il padre Beppino, una persona che seguendo la propria coscienza ha fatto del suo caso personale una battaglia per i diritti di tutti i cittadini. Questa forza emerge dal dibattito e dalla passione delle sue argomentazioni che, prendendo spunto da brani tratti dal suo libro e dalle domande della Bonsanti, ripercorrono nel dettaglio tutte le tappe della vicenda e le battaglie per veder rispettata la volontà esplicita di Eluana. “Sono stati spiazzati dal fatto che un cittadino comune portasse all’attenzione del pubblico certi temi e si sono nascosti nel silenzio fino ai fatti dell’anno scorso”a fferma Englaro, quando gli viene chiesto il perchè di tanto accanimento contro una normale posizione laica.
Più “posato” ed “istituzionale” l’intervento di Ignazio Marino. Il senatore democratico ha iniziato il suo intervento citando la posizione di Aldo Moro che durante la stesura della Costituzione nel 1947 volle modificare il secondo paragrafo dell’articolo 32 stabilendo che “nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. “La nostra battaglia parlamentare” prosegue Marino, “non riguarda la definizione del significato della vita ma semplicemente la possibilità di scegliere della propria esistenza e della libertà individuale di sottoporsi o meno a determinati tipi di trattamenti medici.” “E’ terribile, conclude il parlamentare, che uno Stato possa imporre delle terapie ad un individuo che possono farlo star peggio o prolungare la sua agonia”.
Per chiarire, Englaro ha voluto precisare che nella storia di Eluana non sono state lasciate zone d’ombra e non è stato lasciato nulla di intentato a livello medico. Purtroppo tutte le diagnosi definitive sono sempre state concordi tra di loro ed hanno lasciato poco spazio alla speranza. “La fondazione Per Eluana, nata dopo queste vicende, è stata istituita per aiutare e consigliare i legislatori e chi prenderà decisioni in merito”. “Una opinione pubblica ben informata, conclude il padre, ci difenderà dai soprusi e impedirà al governo di non eccedere in questi autoritarismi di Stato”.
Andrea Fabbri