A SAN VINCENZO… IL CORPO DELLE DONNE
A San Vincenzo (Li) venerdì 26 febbraio 2010 è stato proiettato presso la suggestiva sala delle Esposizioni in via Alliata il documentario Il corpo delle donne di Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù. In sala era presente la stessa Lorella Zanardo che ha dato il via ad un interessante e illuminante dibattito sul ruolo della donna nella televisione italiana e di rimando nell’intera società. L’incontro è stato organizzato dall’Associazione Libertà e Giustizia della Val di Cornia.
Il documentario dura all’incirca venti minuti e parla dell’uso che si fa oggi del corpo della donna in televisione e del progressivo declino dei valori fondanti il nostro paese.
Gli autori hanno constatato che le donne vere, quelle che s’incontrano tutti i giorni in giro, per le strade, al mercato, le donne reali che sono intorno a noi stanno scomparendo dalla tv e sono state sostituite da una loro rappresentazione grottesca, volgare e umiliante. Ciò comporta la cancellazione dell’identità delle donne che sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne stesse. Il documentario nasce per caso e con zero budget: tre amici, tre computer e tre videoregistratori. Lorella Zanardo si è sempre occupata di tematiche al femminile e dopo aver vissuto molti anni all’estero torna in Italia, accende la tv e ne rimane inorridita.
La prima reazione è quella di spengere, ma poi decide di realizzare questo importante documentario di “denuncia”. In un arco di tempo brevissimo, i tre amici registrano all’incirca quattrocento ore di programmi di solo intrattenimento per realizzare un dvd che, inizialmente, doveva essere proiettato solo nelle scuole e da non commercializzare. Gli autori selezionano tra tutte le immagini televisive quelle che in comune hanno l’utilizzo manipolatorio del corpo delle donne per raccontare quanto sta avvenendo non solo a chi non guarda mai la tv ma specialmente a chi la guarda ma non la vede. L’obiettivo è quello di interrogarci e far interrogare le persone su quanto sta avvenendo.
Da sottolineare che al momento il documentario è stato visto da circa un milione e duecentomila persone e che ha avuto un enorme successo internazionale. Grandi testate giornalistiche estere se ne sono occupate ancor prima dell’Italia stessa che è forse il paese europeo che meno conosce questo video. In tv è stato possibile vederlo all’Infedele di Gad Lerner. Dopo questa apparizione i tre autori decidono di realizzare un blog per continuare il sempre vivace dibattito sull’argomento: www.ilcorpodelledonne.net. Nel documentario si dà particolare risalto alla cancellazione dei volti adulti in tv, al ricorso alla chirurgia estetica per cancellare qualsiasi segno di passaggio del tempo e creare volti chirurgicamente modificati che sono in realtà maschere e corpi deturpati.
Si parla inoltre della presenza delle donne in tv come presenza di quantità e non di qualità, che finisce col mostrare donne volgari e sfruttate come oggetto sessuale: la tv pubblica assomiglia ormai ad un film porno in cui le telecamere sono strategicamente posizionate per mostrare tette, culi e altre parti intime. Ma anche donne usate come semplice decorazione, donne mute, donne umiliate oppure donne vincenti che per essere apprezzate come tali devono apparire brutali e sbrigative come gli uomini e soprattutto non devono mostrare la loro innata vulnerabilità. Da ricerca Censis si scopre che l’Italia è un paese unico in Europa per l’unicità della proposta televisiva: anche all’estero esiste la velina ma non è l’unico modello di donna proposto e molti programmi televisivi raccapriccianti che ci sono nel Bel Paese all’estero sarebbero stati immediatamente chiusi.
Chi fa la tv non tiene minimamente conto della realtà e sta creando dei modelli totalmente sbagliati per le nuove generazioni: per gli uomini la ricerca ovviamente sempre deludente di una donna perfetta e per le donne lo sfruttamento o meglio il continuo maltrattamento del corpo finalizzato a raggiungere una perfezione impossibile da ottenere. Un’utopia sbagliata e perversa del corpo. Si è finiti col creare donne che hanno introiettato così tanto l’occhio maschile da non sapere più né chi sono né cosa vogliono realmente. Donne che hanno perso la propria unicità, la bellezza del difetto: nascondendo la nostra unicità nascondiamo la nostra anima, nascondendo il passaggio del tempo creiamo dei volti inespressivi che non rivelano la propria personalità e il proprio vissuto. Donne per cui essenziale è apparire non essere, donne emancipate che però pubblicamente si devono proporre come oggetto di desiderio anche quando sono chiamate in televisione per mostrare la loro intelligenza o professione.
Uno degli scopi primari degli autori è quello di creare uno spettatore attento, consapevole e non più passivo, e insegnare ad esso a saper vedere ciò che gli viene proposto, a conoscere il linguaggio della televisione per poterlo svelare quando si fa ingannevole. Il primo passo per diventare soggetto e non oggetto della comunicazione.
Creare uno spettatore esigente, che non sta in silenzio ad accettare tutto il trash che la televisione gli propina, ma maturare un senso critico per esigere una televisione e di rimando un mondo migliore.
Il documentario ha partecipato a molti fra festival, rassegne cinematografiche e concorsi e nel 2009 ha ricevuto anche la Menzione Speciale della Giuria presso il festival Italiani Brava Gente.
Margherita Dinolfo
mi sono dimenticata di dire, visto che l’articolo era già molto lungo, che vedere questo video per me è stato illuminante… una vera rivelazione su come a volte anche in me alcuni meccanismi psicologici inconsci si sono innescati… la donna è schiava dello sguardo maschile e non si vede più con i propri occhi perdendo così la propria identità… io direi che è l’ora di dire basta e di riapprezzare l’unicità di ogni donna: quella con un po’ di pancetta, con un sedere non perfetto ecc ecc