PASQUA 2010: MESSAGGIO DEL VESCOVO GIOVANNI SANTUCCI
Riportiamo il messaggio del nostro Vescovo Giovanni Santucci per le celebrazioni della prossima pasqua 2010.
«La Pasqua che celebreremo il 4 Aprile prossimo è per i Cristiani la festa più importante e significativa dell’anno liturgico.
Rischiamo anche noi di lasciarci prendere dal ritmo degli impegni, del lavoro, delle scadenze e non cogliere il valore di questa ricorrenza che è fondamento della nostra fede e della speranza.
Il Vangelo di Gesù Cristo ha la sua piena testimonianza nella morte del Signore e prende la sua forza dalla sua resurrezione.
Gesù è fedele alla missione che il Padre gli ha affidato, va incontro alla morte che i suoi avversari hanno deciso; con la sua resurrezione Dio Padre testimonia per noi che il Vangelo del Figlio è via di salvezza.
La Pasqua, la morte e la resurrezione, è il fondamento e l’inizio di una vita nuova di cui Gesù è la “primizia”.
Se Cristo non è risorto, se non crediamo che la vita vince la morte, la nostra fede è senza risorse e vana è la nostra speranza, afferma l’apostolo Paolo.
E’ senza dubbio una scelta di fede: noi crediamo a quanto è avvenuto duemila anni fa e gli apostoli, testimoni di quegli avvenimenti ci hanno raccontato; crediamo alla loro parola perché hanno testimoniato fino a dare la vita per la loro fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo.
Da questa fede siamo guidati nella vita, fede condivisa con tanti fratelli e sorelle, nei secoli, fino ad oggi, in ogni parte della terra.
Continuiamo ad annunciare a tutti che Cristo è risorto, e se Cristo è risorto anche noi risorgeremo.
Il Battesimo è il sacramento che esprime questa vita nuova, vera rinascita dei discepoli di Gesù Cristo.
Come esprimere la vita nuova che nasce dalla Pasqua?
E’ la vita stessa di ciascuno di noi che diventa risposta quando attingiamo dal Vangelo, dall’ascolto della Parola di Dio e dalla preghiera, i valori e le risorse per vivere la vita di sempre, la vita di tutti in modo nuovo, con uno spirito nuovo, cercando di imitare Gesù in tutto quello che facciamo, perché questo è il vero comandamento che ci ha lasciato: “Come ho fatto o fate anche voi”.
Difficoltà e problemi ci sono per tutti, anche per i Cristiani.
La vita non è facile per nessuno e soprattutto è resa difficile dalla l’infedeltà al Vangelo, dalla nostra debolezza e dai nostri limiti, dal nostro peccato.
Pensare che essere cristiani significhi avere una vita più facile o protetta è sbagliato, come è sbagliato ritenere irraggiungibile la meta di bontà e di gioia che il Vangelo ci propone.
Non è per caso che il Vangelo stesso e gli scritti degli Apostoli nel Nuovo Testamento insistono continuamente sul rovesciamento dei criteri e delle valutazioni, quindi dei progetti e degli impegni della vita e delle relazioni tra noi.
Prendiamo il brano del Vangelo dove Gesù dice: “Beati i poveri, beati coloro che soffrono, beati i miti….” Accettiamo davvero queste provocazioni, oppure le riteniamo impossibili?
Quando Gesù dice: “Fatevi servi gli uni degli altri.” Davvero accettiamo queste parole come programmatiche?
L’alternativa del resto è quella di sempre: dar retta non solo all’istinto e alle voglie personali ma anche alla cultura, al modo di pensare dominante, che ne è la conseguenza, con il facile risultato della contrapposizione, dell’egoismo, della violenza: vince il più forte, in barba ad ogni diritto e dichiarazione.
Occorre il coraggio di cercare la fede nella Pasqua.
Fede che è certamente un dono di Dio, ma è per coloro che sono assetati di vita, di verità, di giustizia, di pace.
Sete, desiderio che non è un vago sentimento ma serio impegno che esige dedizione.
Se ti comporti da egoista e pensi solo a te stesso, non dirmi che cerchi la giustizia.
Se non fai niente per vincere la disperazione che alberga nel cuore di tanta gente, il tuo affermato desiderio di vita nuova è una bugia.
Personalmente guardo alla Pasqua come alla sorgente della speranza che arricchisce e dà senso alla fatica di ogni giorno.
Il mio impegno è poca cosa ma è quanto l’Apostolo Paolo suggerisce, per sé e per i suoi cristiani: porto a compimento quanto manca alla passione di Cristo per partecipare alla sua resurrezione.
Non ci sono ricette per risolvere i problemi ma c’è una strada per giungere alla gioia, quella che hanno percorso i Santi, quelli antichi come Pietro, Paolo, Cerbone… e quelli di oggi come Teresa di Calcutta,Padre Pio, Pier Giorgio Trassati…
E’ la via che la Pasqua ci dona, la vittoria della vita sulla morte, la vittoria del bene sul male, la nostra resurrezione.
Buona Pasqua».
+ Giovanni Santucci