REGIONALI 2010: IN VAL DI CORNIA VINCE L’ASTENSIONE
-10,48 % a Piombino, – 12,17 % a Campiglia, – 10,7 % a San Vincenzo. Una media regionale di 10 punti in meno rispetto alle Elezioni del 2005. Sono le percentuali sul totale dei votanti di questa tornata elettorale, i numeri del vero vincitore di queste regionali, l’astensionismo. La percentuale sul nostro territorio è stata inferiore alla media nazionale.
Restano praticamente invariati i rapporti di forza tra centro-destra e centro-sinistra nonostante alcune modifiche di “peso” all’interno degli schieramenti.
Le Coalizioni: la Toscana si conferma una delle roccaforti di un centro-sinistra che perde molte regioni in questa tornata elettorale. Il candidato democratico Enrico Rossi (ex assessore alla sanità della giunta Martini) ottiene il 59,7 % dei voti, distanziando di più di 25 punti la candidata del PdL, Monica Faenzi. 4,6 % delle preferenze per Francesco Bosi dell’ UDC.
Scarti simili si registrano anche sul nostro territorio con il centro-destra che si conferma sulle posizioni delle regionali del 2005 con poco più del 20% e con il centro-sinistra che si muove intorno al 60-65% dei voti validi.
Cambiano però i rapporti di forza all’interno delle coalizioni: perdono alcuni voti i partiti maggiori, PD e PDL a favore dell’Italia Dei Valori che passa dall’1% a circa il 10% e della Lega Nord che, alla prima “presenza” sul territorio ottiene in media il 3,5% delle preferenze. In calo anche i partiti minori che vedono quasi dimezzato il loro peso nello scacchiere politico.
La vittoria dell’astensione: la Toscana e la Val di Cornia in particolare realizzano la peggiore prestazione degli ultimi anni per quanto riguarda l’afflusso alle urne. A fronte di una media nazionale del -7/8% di voti validi, la nostra regione si attesta intorno al -10%. Il nostro territorio sfiora l’11%.
Sono due gli spunti di riflessione che emergono da questo risultato desolante per la partecipazione democratica e per la fiducia nelle istituzioni. Il primo dato che dovrebbe far riflettere chi la politica “la fa di lavoro”, indipendentemente dallo schieramento, è che circa 4 toscani su 10 non si sono sentiti in dovere di esercitare il loro diritto democratico di scegliere i loro rappresentanti. Forse il problema è che non si sentono più rappresentati. Questo calo vistoso dell’affluenza denota una diffidenza sempre maggiore verso una classe politica sentita ogni giorno più lontana dai problemi reali della gente e sempre più autoreferenziale. Nonostante la situazione complessiva della nostra Regione sia di gran lunga migliore di quella di altre zone d’Italia la media dell’astensione è maggiore. Si sente l’esigenza di rinnovare il modo di fare politica sul territorio ed adottare dei correttivi per riavvicinare i cittadini a delle Istituzioni che sentono sempre più lontane.
Il secondo tema di riflessione riguarda il ruolo delle Regioni come organi istituzionali all’interno della vita pubblica: non possiamo affermare con certezza che se fossimo stati di fronte ad elezioni politiche o comunali il dato dell’astensione sarebbe stato così consistente ma non è allo stesso tempo possibile sottovalutare il dato che dimostra che il cittadino sente come molto “lontana” questa istituzione. Gli organi regionali sembrano avere poco peso nella vita quotidiana delle persone che riescono ad “appassionarsi” quando la competizione elettorale si svolge a livello di governo nazionale o, all’opposto, comunale. Tuttavia le Regioni hanno poteri legislativi ed amministrativi di notevole importanza per la vita della comunità: amministrano la sanità, regolano buona parte dell’istruzione, hanno facoltà legislativa concorrente con quella dello Stato Centrale.
Che fare per rivalutare il ruolo di questi organi? Sarebbe necessaria una svolta in senso federalista come sbandierato da più parti nonostante nessun politico abbia ben chiaro cosa si intende per federalismo? O forse sarebbe più utile una campagna di informazione e partecipazione che permetta ai cittadini di conoscere e “vivere” una istituzione che ha così tanto peso nelle loro esistenze?
La risposta alla classe politica.
Andrea Fabbri
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Ulteriore riflessione:
Se leggiamo i dati elettorali guardando ai numeri assoluti, quelli veri (una testa-un voto, che è il principio base della democrazia), allora abbiamo la possibilità di analizzare i dati nella loro realtà.
In Toscana per esempio tra le europee del 2009 e le regionali del 2010 (a distanza di un solo anno) abbiamo le seguenti variazioni:
(fonte: sito Regione Toscana http://elezioni2010.regione.toscana.it/Confronti/2009_000044.html):
UDC – 24.183 voti
PDL – 242.360 voti
Lega nord + 8.603 voti
IdV + 2.089 voti
PD – 164.210 voti
SeL – 15.703 voti
Rif.+PdCI – 26.762 voti
VOTANTI – 332.528 elettori
Discorso analogo anche per altre regioni. Quasi tutti i partiti, eccetto IDV e Lega, hanno perso voti e nemmeno pochi, ma tutti dicono che hanno vinto.