ROSSI: «IL 25 APRILE E’ LA FESTA DELLA CONTEMPORANEITA’»
Piombino – “Le azioni dei partigiani che hanno combattuto per riscattare il nostro paese non hanno bisogno di interpretazioni bipartisan. Dalla Liberazione è nato il progresso civile del nostro paese e noi abbiamo una responsabilità ben precisa: non consentire che la storia del Novecento anneghi nel mare dell’indistinzione. Dobbiamo decidere quale strada intraprendere ricordando da dove veniamo, perchè non c’è futuro che non prenda forma sulle tracce del passato.”
Citando il pensiero di Sergio Luzzatto, questa mattina, Enrico Rossi ha celebrato il suo primo 25 aprile da presidente della Regione Toscana a Piombino, dove il 10 settembre del ’43 si svolse la “Battaglia di Piombino” per la quale la città ha ottenuto nel 2000 la Medaglia d’oro al valor militare. ”Questa citta’ e’ un esempio – ha ripreso Rossi -. Ci fu una grande rivolta dei militari insieme alla popolazione, che riuscirono a cacciare i tedeschi. E’ un segno contro tutti coloro che vogliono sminuire ancora il valore e l’ampiezza della Resistenza.
Fino al 2009 a Piombino si parlava di sviluppo e di ampliamenti per la ex Lucchini. Oggi la crisi e la decisione del gruppo Severstal di mettere sul mercato l’azienda ci chiamano direttamente in causa. Approfitto di questa occasione per rinnovare l’impegno della Regione e ricordare che per noi la Lucchini non vale meno di Termini Imerese. A questo punto, però, credo sia necessaria una seria strategia nazionale per la siderurgia.” E commentando le contestazioni subite dalla collega Renata Polverini il presidente ha proseguito: “Sono errori gravissimi che devono essere condannati e non hanno nulla a che vedere con la Resistenza, la democrazia e con l´impegno per affermare i valori della Costituzione. La Resistenza è un fatto che deve unificare e non dividere il paese, soprattutto quando ci sono scellerati che si scagliano contro le istituzioni democraticamente elette, compiono un gesto contro i valori della Resistenza e della democrazia”.
In occasione della manifestazione, organizzata dal Comune di Piombino ed a cui hanno partecipato il sindaco Gianni Anselmi, numerose autorità civili e militari e le Associazioni antifasciste, il presidente ha ribadito con forza come non sia ammissibile alcun revisionismo storico di fronte alle vicende di cui furono teatro l’Italia e la Toscana. “In Italia io non ho dubbi: la ragione l’avevano i partigiani. C’è una scia rossa in Toscana che culmina a Stazzema – ha continuato il presidente – fatta di 4.461 vittime di eccidi, 281 stragi ed 83 comuni coinvolti, che ha permesso all’Italia di mantenere onore e dignità ed ha consentito a De Gasperi, nel consesso dei non belligeranti, di appellarsi alla cortesia delle altre nazioni e non al la loro pietà. Anche per questo il 25 aprile è la festa della contemporaneità, non è un evento che appartiene al passato ma fa costantemente parte del nostro presente.”
Il presidente della Regione, nel suo saluto piombinese, si è poi concentrato sulle conquiste che ha portato la Liberazione. Il 25 aprile del 1945 un corpo di esercito si è arreso ad un popolo; da li è nata la Repubblica e la Costituzione italiana, che proclama l’uguaglianza e l’universalità dei diritti dell’uomo ed ha concepito le istituzioni fondate non sul potere di una persona, ma sulla divisione ed articolazione dei poteri. Dopo il ’45, – ha concluso Enrico Rossi – è avvenuta la “più grande rivoluzione del secolo scorso, come diceva Berlinguer il voto alle donne, che ha sancito la parità tra uomo e donna. Sono contento di aver fatto un ulteriore passo avanti in questa direzione con la composizione della nuova Giunta regionale, in cui uomini e donne hanno la piena parità.”
F.C.