PIOMBINO: “I PRETI PEDOFILI E LE COLPE DELLA CHIESA”
“La nostra condanna non va alla Chiesa intesa come comunità di fedeli che quotidianamente combattono le ingiustizie a fianco dei più deboli; non va, quindi, a quella parte di Chiesa che veramente interpreta il messaggio di Dio. La nostra condanna va alla Chiesa del potere; alla Chiesa che si fa Stato dentro lo Stato, portando i governi, servi, a scelte politiche ben definite; alla Chiesa che mira a preservare le molte ricchezze che ha; in definitiva, la nostra condanna va alla Chiesa del No e del Silenzio, parafrasando i titoli delle opere dei due autori che incontreremo oggi, Marco Politi e Vania Lucia Gaito”; così Dario Cambi, presidente di “Libertà e Giustizia” della Val di Cornia ha introdotto l’incontro di Giovedì 27/05 al Centro Giò De Andrè, un appuntamento importante per trattare temi di stringente attualità, fuori dai principali canali d’informazione.
L’incontro si è aperto con un’intensa lettura da parte di Fabio Carraresi di una lettera contenuta nel libro “Viaggio nel silenzio”, di Vania Lucia Gaito, psicologa salernitana, collaboratrice del blog “bipensiero e prima ad aver tradotto in italiano il documentario della BBC “Sex crime and Vaticans”.
“Il dramma non è tanto l’esistenza di un prete pedofilo; la pedofilia, per quanto aberrante, può esistere in un essere umano. Quel che è vergognoso è che l’istituzione nasconda e protegga i colpevoli per mantenere intatto il suo prestigio ed il suo buon nome agli occhi di tutti”. Inoltre, prosegue l’autrice, le statistiche attuali riguardanti i casi di pedofilia clericale sono falsificate: basti pensare che si fondano soltanto sui casi giunti in tribunale, soprattutto quelli americani.
Ed è proprio questo il Paese che riunisce il maggior numero di vittime, addirittura 38.000, nell’associazione SNAP. Di queste, durante la visita di Papa Benedetto XVI, 13.000 hanno sfilato in un corteo per richiedere udienza. E questo è ciò che è successo: il Santo Padre ne ha incontrate 5, ed ha donato loro un rosario.
La parola passa poi a Marco Politi, editorialista e vaticanista de “Il Fatto quotidiano”: “abbiamo bisogno di persone come Vania Lucia Gaito, che scavano per cercare la verità,” esordisce il giornalista. “Siamo in una fase in cui le vittime di abusi si sono svegliate, così come la stampa ed una parte dell’opinione pubblica;” – prosegue poi Politi – “ sta aumentando la consapevolezza, ed il 25 settembre si terrà il I incontro nazionale delle vittime”.
L’argomento su cui ha maggiormente insistito il giornalista è l’attuale cambio di rotta che si avverte in ambito clericale, seppur soltanto a livello di dichiarazioni.
La C.E.I., infatti, pur avendo prodotto scritti ineccepibili in cui si parla di cura, giustizia e terapia a favore della vittima, non ha preso alcuna decisione in qualità di organismo collettivo. Non è stata attuata, dunque, una politica di trasparenza, poiché è stato affidato il tutto ai singoli vescovi.Non solo, nella lettera agli Irlandesi, per la prima volta è stata messa al centro di tutto la vittima, e Papa Benedetto XVI, in Portogallo, ha affermato che il pentimento ed il perdono non sono sufficienti, poiché serve la giustizia.
“Speriamo che per la prima volta – conclude Politi – si passi dalle parole ai fatti, e si dia voce e visibilità alle vittime”.
La speranza è che si strappi quel velo di omertà che ancora oggi nasconde quella che dovrebbe essere la vera natura della Chiesa.
Andrea Fabbri e Teresa Giordani