«RICETTE CORSARE», PER NON NAUFRAGARE IN CUCINA – 55
Cinquantacincquesimo appuntamento con la rubrica di cucina del Corriere degli Etruschi «Ricette Corsare» curata con passione dal nostro esperto Emilio Guardavilla. La rubrica presenta ogni settimana alcuni aneddoti tratti dalla vita dell’autore e un menù completo tutto da gustare.
RICETTE CORSARE
Rubrica di intuizioni culinarie e percorsi introspettivi per non naufragare in cucina. A cura di Emilio Guardavilla.
In “The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe” l’isola come riferimento geografico vive l’apice della sua considerazione. Concepita come ambientazione di quello è considerato il primo romanzo di avventura, se non addirittura il primo romanzo moderno in senso lato, l’isola è la location capace di ospitare il percorso interiore del personaggio principale. Era l’anno 1917, quello della prima pubblicazione. Vale la pena ricordare ai lettori dai capelli brizzolati che il giovane Crusoe approda sull’isola in questione dopo ben due naufragi, degni epiloghi di altrettanti imbarchi parimenti drammatici. Vi rimarrà per trenta anni il signor Robinson, solo con sé stesso e con la compagnia di un mare foriero di salmastro e niente più.
217) Capesante Defoe
Categoria: antipasto
Ingredienti: capesante – uova – farina – pangrattato – farina.
Preparazione: con l’ausilio provvidenziale del forno fai aprire le conchiglie ed estrai i molluschi. Ora li pulirai risciacquandoli bene e li passerai nella farina prima e nell’uovo sbattuto poi. Adornale di pangrattato e friggi in olio bollente. Dopo un passaggio, non troppo rapido per altro, su carta assorbente puoi ricollocarle nei gusci e servire guarnendo sponte tua.
Punto esclamativo: condisci anche con una spruzzatina di succo di limone.
Valore aggiunto: nella traslitterazione italiana dell’epoca il romanzo è passato alla storia come “Robinson Crusoè”.
Sull’isola a Mr. Robinson il tempo sicuramente non mancò. In effetti riuscì a stilare un resoconto tanto fedele quanto avvincente, dettagliato e particolareggiato fino all’eccesso allo scopo di coinvolgere il suo pubblico nei molteplici livelli di lettura ipotizzabili. L’intento dell’autore, e della corrente letteraria a cui non sapeva ancora di appartenere ma che di lì a poco lo avrebbe preso come punto di riferimento, era proprio quello di creare una finzione plausibile, probabile, verosimile. Inventata ma possibile. Una fiction, come diciamo noi quasi tre secoli dopo. Quella di un uomo solo contro la natura, contro la divinità, contro la sua stessa umanità, fisica e psichica. Nudo davanti ad un mondo crudele ed indifferente ma dotato di quello strumento, la ragione, capace di elevarlo sopra ogni cosa. L’illuminismo è stato indiscutibilmente un gran bel periodo per tutti noi.
218) Bigoli Kreutznaer
Categoria: primo piatto
Ingredienti: sarde fresche – finocchietto selvatico – pinoli – cipolla – zafferano.
Preparazione: metti a lessare il finocchietto per circa venti minuti e poi scolalo avendo la premura di conservare l’acqua. Sfiletta le sarde e passale in padella con olio caldo, un minuto ogni lato. Rimuovi provvisoriamente i filetti e, nello stesso olio, fai indorare la cipolla; aggiungi il finocchietto e correggi di sale e pepe. In seguito disponi i filetti per una cottura a fiamma bassa per una buona mezzoretta. Nel frattempo sciogli lo zafferano nell’acqua di finocchio e irrora la padella. Lascia sul fuoco lento fino ad avvenuta cottura, al dente, dei bigoli. Fai riposare un minutino prima di servire.
Punto esclamativo: pinoli nel soffritto.
Valore aggiunto: “Kreutznaer” era il cognome del padre di Robinson. Evidentemente la pronuncia aveva messo alla prova la maggioranza degli anglofoni dell’epoca.
Il mare, come sempre, anche in questo caso, si rivela nel disegno dell’autore Daniel Defoe come personaggio principale volutamente in secondo piano ma con una parte di fondamentale importanza da recitare. L’elemento, tra gli altri, è diretto antagonista da secoli di storia letteraria all’essere superiore, all’animale per eccellenza, quello dotato di intelletto superiore, anima, cuore. Non a caso ciò che origina tutta la vicenda sono muraglie di acqua salata, venti portentosi e inarrestabili, paure umane da giorno del giudizio. L’essere umano, come si dice, viene guardato in faccia, pesato, misurato per quello che veramente è e che riesce inventarsi per sopravvivere. Robinson lo fa; e lo fa bene. Ce ne da conto con stile descrittivo, giornalistico, vagamente didascalico. Ma c’è di che: il messaggio che deve trapelare dalle righe è unico nel suo genere. L’uomo prima di tutto.
219) Baccalà Orinoco
Categoria: secondo piatto
Ingredienti: baccalà non essiccato – farina – latte – burro – cipolla.
Preparazione: su una padella che ti ispiri il massimo della fiducia prepara un letto di cipolle affettate a rondelle. Sovrapponi le scaloppe di baccalà infarinato annettendo del burro e una quantità idonea di olio. Copri e lascia cuocere a fuoco lentissimo per circa tre ore, bagnando costantemente con latte fino a cottura ultimata. Cottura che troverà il suo climax in forno, dopo un tempo stimato di circa venti minuti primi.
Punto esclamativo: cospargi di parmigiano prima di mettere in forno.
Valore aggiunto: il secondo naufragio di Robinson avviene al largo del Venezuela, nella fattispecie presso la foce dell’Orinoco.
Le chiavi di lettura sono, come detto molteplici e tutte sarebbero degne di menzione per avvalorare ulteriormente l’importanza di questa opera letteraria, prima di un genere che a oggi è una delle più fruite a livello globale. In questa sede speculazioni storiche, socio-politiche e letterarie sono volutamente appena accennate per sottolineare un atto d’amore incondizionato dell’uomo stesso verso la natura. Si concretizza con la scelta finale del personaggio e la scelta del finale da parte dell’autore. Dopo innumerevoli peripezie, avventure e imprevisti di ogni genere il Signor Robinson riesce a tornare nella sua amata patria. Ma dopo trentacinque anni questa non è più all’altezza anche delle più modeste aspettative. In altre parole non è più degna, come si vince dalle ultime pagine del romanzo; e il naufrago decide di vivere i suoi giorni rimasti nella sua isola felice, in mezzo al mare, lontano da tutto e da tutti. Il perché . . . .
220) Charlotte Venerdì
Categoria: dessert
Ingredienti: savoiardi – mele – uovo – latte – farina – cannella – limone – rum.
Preparazione: riduci le mele a lamelle. Fatto questo le farai cuocere per venti minuti in acqua, poca, arricchita di un pezzetto di cannella. Togli la cannella e aggiungi lo zucchero, copiosamente. In separata sede procedi in parallelo nelle seguenti due direzioni. Ebollizione di latte con scorza di limone grattugiata e tuorlo sbattuto con zucchero. Incorpora i due composti e aggiungi latte e farina e lascia sul fuoco lento amalgamando fino ad ottenere una crema degna di questo nome. Intingi i savoiardi con il rum e con essi fodera le pareti di uno stampo. Riempi il suddetto con strati di mele e crema e ricoprendo il tutto con altri savoiardi. Occorrono un paio d’ore di frigo prima di capovolgere e servire su un vassoio da portata.
Punto esclamativo: savoiardi ben imbevuti sì, man con criterio.
Valore aggiunto: Robinson ribattezzò l’indigeno che riuscì a civilizzare e evangelizzare “Friday” per ovvi motivi cronologici. Che tristezza!
Dai retta, ché io ai fornelli gli do del “tu”.
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Emilio Guardavilla risiede e vive a Piombino insieme ad altre
trentaquattromila persone circa.
Come tutti gli altri ci lavora e ci coltiva le proprie inclinazioni, nel suo
caso la lettura e la cucina.
E come gli altri respira quell’aria di mare che ha la stessa valenza chimica
per l’organismo dell’ossigeno o dell’azoto. Sognatore instancabile,
concepisce costantemente progetti di ogni genere a breve, media e lunga
scadenza senza abbandonarne neanche uno.