LUCCHINI: PREOCCUPAZIONE A 360° DA ISTITUZIONI, PARTITI E SINDACATI
Riportiamo una lunga serie di interventi che da vari punti di vista trattano l’ennesima crisi della Lucchini di Piombino. Questa fabbrica che dall’inizio degli anni novanta vede continui periodi di crisi alternati a brevi periodi di tranquillità occupa ancora, tra dipendenti ed indotto, circa 4000 persone. Con il turismo che non assorbe personale e la diversificazione ancora lontana a venire, la “fabbrica” riveste ancora un ruolo di primaria importanza e gli interventi che seguono sono tutti li a ricordarcelo. Leggiamoli insieme integralmente.
REGIONE: ROSSI, «SULLA LUCCHINI IL GOVERNO SE C’È BATTA UN COLPO»
«Non posso certo dire che l’assenza di un ministro allo sviluppo economico non incida: in realtà incide eccome». Così il presidente di Regione Toscana, Enrico Rossi, conversando con i giornalisti nel consueto incontro del martedì, a proposito delle vicende legate alla Lucchini di Piombino («il secondo polo siderurgico italiano dove lavorano oltre duemila addetti con altrettanti nell’indotto»).
Precisato come la riunione di ieri con il sottosegretario Saglia al ministero (per la Regione era presente l’assessore Gianfranco Simoncini) abbia alimentano nuove preoccupazioni sulle prospettive del gruppo (il termine “preoccupazione” è tornato più volte nell’intervento di Rossi), dal presidente della Regione Toscana è stata confermata la richiesta di un «intervento ai massimi livelli istituzionali pe r verificare le prospettive soprattutto dopo l’annuncio della sospensione della cessione del pacchetto azionario (il 50,8%) della Severstal», colosso siderurgico russo.
Considerato che un nuovo incontro al ministero dello Sviluppo Economico è fissato per il 29 luglio e che nell’occasione «la Lucchini – ha detto Rossi – dovrà presentare il piano industriale per garantire consolidamento e presenza a Piombino ed entro ottobre il piano per il consolidamento del debito», il presidente ha infine sottolineato di attendersi, «prima della riunione, un adeguato intervento da parte del governo italiano».
_____________________________________________________
SOCIALISTI: SENZA UNA POLITICA INDUSTRIALE NON CI SARÀ FUTURO PER LA LUCCHINI
Da questa situazione se ne può uscire solo con una seria politica industriale che faccia del rilancio della siderurgia in Italia l’obiettivo strategico. Una siderurgia di qualità, che si specializzi sui prodotti sui quali i grandi competitors asiatici non abbiano spazi. In una economia globale spetta quindi al governo scegliere se l’Italia debba essere solo una grande Disneyland oppure una paese che grazie all’industria sviluppa competenze, ricerca, innovazione, conquista quote di mercato e così facendo ottiene anche potere economico a livello mondiale; la vicenda Lucchini sta tutta in questa scelta, il resto sono chiacchiere.
Stefano Ferrini – Segretario PSI – Piombino
_____________________________________________________________
COMUNICATO SINDACALE DI FIM/FIOM/UILM RSU LUCCHINI
Martedì 6 luglio 2010 si è riunita la RSU Lucchini all’indomani dell’incontro svoltosi al Ministero dello Sviluppo Economico.
Il quadro che si va delineando, è di estrema preoccupazione e gravità e potrebbe avere conseguenze disastrose per lo stabilimento, le imprese dell’indotto e per l’intera economia locale, provinciale, regionale, ma addirittura nazionale dato che trattasi del secondo stabilimento siderurgico italiano.
La forte preoccupazione è dovuta al disimpegno di Mordashov, la mancanza di imprenditori interessati all’acquisto, per la mancanza di un progetto industriale. Ad aggravare tutto ciò le difficoltà finanziare, la mancanza di un accordo con le banche sul rifinanziamento del debito. Ad oggi possibili soluzioni con le banche sembrano di difficile attuazione; questo, mette a rischio il gruppo Lucchini e in particolare lo Stabilimento di Piombino.
Oggi è evidente che l’attuale proprietario si è mosso per abbandonare il comparto europeo investendo in altri paesi, questa mossa di acquisto del 50.8 ha lo scopo di tutelare la Severstal rendendo più debole il gruppo Lucchini.
La RSU e Fim/Fiom/Uilm ritengono di dichiarare lo stato di mobilitazione di tutti i lavoratori della fabbrica e dell’indotto con assemblee che si terranno giovedì 8 luglio nei tre turni.
Dopodichè, nella giornata del 19 di luglio, sarà dichiarato uno sciopero dalle 9 alle 12 con manifestazione di fronte alla portineria centrale, dove si terrà un’assemblea aperta a cui saranno invitati tutte le forze politiche, i Sindaci e le Province interessate, Regione, oltre ai Parlamentari di zona.
La nostra mobilitazione intende difendere lo stabilimento e il suo ciclo integrale ed invitare mordashov a dichiarare le sue reali intenzioni per ciò che riguarda il mantenimento e lo sviluppo dello stabilimento di piombino e del gruppo lucchini.
Invitiamo il governo a vigilare ed intervenire con forza nei confronti della proprieta’ che non puo’ scappare dopo aver sfruttato territorio e lavoratori lasciando nel baratro, il futuro del secondo centro siderurgico del paese con 4000 posti di lavoro del territorio.
Fim/Fiom/Uilm RSU Lucchini
___________________________________________________
FIM, FIOM, UILM NAZIONALI: LUCCHINI – SEVERSTAL, GARANTIRE UN FUTURO INDUSTRIALE
Si è svolto l’incontro, più volte rimandato, sulla situazione del Gruppo Lucchini – Severstal, al Ministero dello Sviluppo Economico.
Secondo l’Amministratore Delegato l’annuncio, arrivato tramite agenzie stampa, della vendita del 50,8% del gruppo ad una società controllata dall’azionista di riferimento Mordashov, è solo una mossa difensiva nei confronti del sistema bancario. Il processo di vendita per il momento è sospeso perché le offerte giunte finora non sono risultate interessanti; si è tutt’ora alla ricerca di soluzioni, perché l’uscita dall’Europa è una decisione strategica. Ci sarebbero ancora gruppi industriali e qualche gruppo finanziario, interessati a finanziare un piano industriale al quale il gruppo dirigente aziendale sta lavorando, contemporaneamente sta procedendo il negoziato con le banche sulla ristrutturazione del debito, il tutto dovrebbe concludersi a ottobre.
E’ naturale che questa descrizione dei fatti non ci può convincere e ci preoccupa fortemente, ad ottobre potremmo scoprire che la situazione è irrimediabilmente compromessa. Per questo abbiamo chiesto di avere risposte più precise ed in tempi ravvicinati, soprattutto sulle strategie industriali del gruppo.
Contemporaneamente abbiamo chiesto che anche il Governo faccia la sua parte, non solo, se è necessario, convocando direttamente Mordashov, ma anche dando finalmente corso ad un tavolo ministeriale sulla siderurgia che possa indicare alcune linee di politica industriale per il settore.
Su proposta del Ministero l’azienda si è impegnata a presentare, anche per iscritto, una ipotesi complessiva di lavoro, in un incontro fissato per il 29 luglio.
Di fronte a questa grave situazione, Fim, Fiom, Uilm Nazionali, insieme alle strutture sindacali territoriali e alle RSU degli stabilimenti del gruppo Lucchini si attiveranno in ogni territorio con le iniziative più opportune, per salvaguardare l’importante patrimonio industriale, tecnico e occupazionale del secondo gruppo siderurgico italiano.
FIM, FIOM, UILM NAZIONALI
_____________________________________________
PARTITO DELLA RIFONDAZIONECOMUNISTA GRUPPO CONSILIARE DI PIOMBINO
Considerata la grave crisi, finanziaria e di produzione,in cui versano sia la Lucchini che la Magona, che purtroppo si inserisce in una crisi di sistema che sta affliggendo pesantemente tutta l’italia.
vista la preoccupazione più volte manifestata dai lavoratori e dai sindacati circail rallentamento della produzione nei due stabilimenti che comporterà la fermata straordinaria estiva di molti impianti.
visto l’attacco congiunto di governo e confindustria ai diritti dei lavoratori… considerato che il 30 giugno scadeva il termine fissato da Severstal per cedere la Lucchini e che ad oggi il compratore non è stato trovato.
preso atto che le manovre finanziarie promosse dal gruppo Severstal per mettersi al riparo dal narrato debito di 770 milioni di euro della Lucchini, e che hanno portato alla cessione del 50,8% del gruppo ad una società sotto il controllo di Mordasciov per la somma di un euro, manovre che non rassicurano nè le banca nè gli eventuali acquirenti.
Considerato che un paese come l’Italia non può fare a meno della produzione manifatturiera e che la siderurgia rappresenta la principale fonte di reddito della Val di Cornia.
Considerato che il sindaco Anselmi e l’On. Velo si sono mostrati interessati a conoscere gli intenti del governo nazionale inquesta situazione.
Considerato che il sindaco di Piombino deve pretendere di assumere un ruolo nella trattativa, visto che le aree su cui insistono le acciaierie sono pubbliche e che le concessioni scadranno. IL GRUPPO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA ritiene che anche la città debba sapere se il proprio governo, sindaco e assessori competenti, abbiano ulteriori informazioni circa lo stato di entrambe le fabbriche, e che comunque debbano farsi interpreti delle esigenze e delle preoccupazioni di un territorio che basa ancora la propria economia di riferimento sugli impianti industriali.
IL CONSIGLIO COMUNALE DI PIOMBINO dà mandato alla Presidente di organizzare entro agosto un Consiglio Comunale aperto agli interventi dei cittadini e dei lavoratori, alla presenza deile OO:SS. Dei vertici delle due imprese, e di verificare, presso gli altri CC della Val di Cornia, la disponibilità a discuterne congiuntamente.
Piombino 05/07/2010 Torrino Checcoli
______________________________________________________
SINISTRA E LIBERTA’: LA CRISI DELLA LUCCHINI IMPONE UNITA’
Le allarmanti notizie riguardanti il futuro dello stabilimento siderurgico della nostra città lasciano intravedere una crisi profonda che va oltre il periodo di grande difficoltà che sta coinvolgendo gran parte delle economie occidentali.
Il disimpegno della multinazionale SEVERSTAL, in assenza di possibili compratori e unito alla situazione debitoria delle altre unità produttive europee del gruppo, impone a tutti la necessità di operare immediatamente per individuare percorsi atti a scongiurare passaggi traumatici che andrebbero a colpire migliaia di famiglie, e che metterebbero in ginocchio la già sofferente economia del nostro comprensorio.
Sinistra Ecologia Libertà ha interessato i suoi gruppi dirigenti affinché svolgano azioni a tutti i livelli istituzionali e facciano della crisi Lucchini un caso nazionale, in sede locale concorreremo con istituzioni, partiti, sindacati e operatori economici affinché si trovino soluzioni che garantiscano la continuità produttiva del nostro centro siderurgico.
In questa prospettiva riteniamo positiva la proposta di un consiglio comunale aperto che a nostro avviso dovrebbe rappresentare il primo atto unitario nella ricerca della via di uscita in positivo dall’attuale allarmante stato di paralisi.
Alla compattezza del quadro sociale, politico ed economico della nostra città dovrebbe corrispondere un intervento all’altezza della situazione da parte del governo centrale che sino ad oggi si è mostrato inerte di fronte alle dinamiche industriali che stanno sconvolgendo l’intera Nazione. Temi come quello delle bonifiche, della reindustrializzazione e della riconversione produttiva delle nostre aree industriali non possono che passare attraverso politiche pubbliche fatte di investimenti e semplificazioni normative.
Il coordinamento di SEL
_______________________________________________________________
LEGAMBIENTE CIRCOLO VAL DI CORNIA SULLA CRISI LUCCHINI
La Lucchini da lavoro ad almeno 4.000 persone con l’indotto. Una bella fetta dell’economia della Val di Cornia. Se crolla questa, gran parte dell’economia locale decade. Quindi una situazione socialmente allarmante a cui possono far seguito scenari imprevedibili.
L’opinione della Legambiente è, sinteticamente, che la siderurgia in Europea può sopravvivere, a patto che si evolva, faccia ricerca, innovazione, che offra prodotti specializzati, garantendo nel contempo servizi al cliente che non possono essere dati dalla Cina: capacità di marketing, stretti rapporti di fiducia con i fornitori e clienti, rapidità e flessibilità della consegna, qualità costante e garantita, intreccio con altri produttori e fornitori di servizi, insomma, “fare sistema”.
Occorre seguire l’esempio del Cav. Arvedi di Cremona che ha costruito impianti modernissimi che abbattono di oltre il 30% il consumo energetico, il quale ha dichiarato: «L’idea di costruire stabilimenti orientati all’economia di scala, in un’economia matura, è fallimentare. Oggi è meglio concentrarsi sulla qualità e sulla razionalizzazione della fasi produttive – aggiungendo – L’Italia è un Paese privo di miniere, la nostra miniera è nella nostra testa è nella capacità di offrire prodotti nuovi, eccellenti a costi competitivi, questa qualità – ha concluso Arvedi riferendosi al suo brevetto – è frutto di anni di collaborazione col Politecnico, il Csm di Roma, l’università di Aquisgrana».
A proposito di esternalizzare in Paesi dove il costo del lavoro è più conveniente: «Anche se in passato di occasioni ce ne sono state parecchie, siamo sempre rimasti legati a Cremona e al nostro territorio. Le fabbriche, ne sono convinto, vanno costruite vicino a chi compra e ti paga. Bisogna conoscersi per potersi fidare. »
Per questo occorrono ingenti investimenti in impianti moderni che tra l’altro siano votati al risparmio e all’autoproduzione energetica. Insomma bisogna ricominciare daccapo con una nuova mentalità e con tanti soldi a disposizione. Ci saranno queste condizioni?
La Legambiente ha provato in passato a fare uno sforzo di immaginazione per delineare una possibile politica industriale.
Dicemmo nel 2003, a proposito delle rotaie unico prodotto finito, una tipicità, dello stabilimento di Piombino: “Il concorrente Voestalpine, in Austria, ha puntato tutto sulla qualità e affidabilità del prodotto, su di un impianto moderno con un lay out razionale (che lavora permanentemente con le gabbie in continuo), e per far capire meglio la differenza nell’organizzazione: loro non vendono rotaie, vendono la linea ferroviaria completa di tutto, collaudata e certificata, con decine d’aziende che in ogni paese europeo, lavorano in sinergia con loro… Piombino non può neppure partecipare a quel genere d’appalti, esportiamo rotaie quasi solamente nei paesi del terzo mondo”.
Ricordo che fummo tacciati da esponenti dell’azienda, come quelli che vedendo una partita di calcio si vogliono sostituire agli allenatori delle squadre. Può darsi che la nostra sia stata una visione limitata dei problemi della siderurgia, ma nessun altro fra politici e sindacati è mai entrato nel merito delle scelte industriali, rimanendo sempre a rimorchio delle decisioni aziendali.
È urgente capire quali sono le condizioni per la sopravvivenza e prosperità di uno stabilimento siderurgico a Piombino e per questo occorre conoscere nei dettagli le altre realtà europee, occorre dare risposte anche alla domanda che fra sé ha pronunciato in questi giorni un sindacalista: “come faranno quelli, (Austriaci della Voestalpine) lassù in mezzo alle montagne, con le materie prime che gliele scaricano in un porto a centinaia di chilometri di distanza, con il costo del lavoro più alto, ecc. come faranno loro a guadagnare e noi a rimettere?” Giusto, bisogna sapere nei dettagli come fanno.
Questo è l’obiettivo di questi giorni, delineare una possibile politica industriale, vedere lo spiraglio, e la Legambiente è disponibile a collaborare, pur con modeste risorse.
Adriano Bruschi