ASSOCIAZIONI: «L’ITALIA È A RISCHIO RECESSIONE CULTURALE»
E’ quanto denunciano le principali Associazioni nazionali della cultura e dell’ambiente – Federculture, Civita, Fai, Italia Nostra, Legambiente e WWF – in una lettera aperta al Presidente del Consiglio ed al Ministro dei Beni e le Attività Culturali, nella quale segnalano le gravi ripercussioni che la manovra anticrisi avrà sulle politiche culturali nel nostro Paese.
«Il Dl 78/2010 – inizia il comunicato – mette in discussione la tutela e la promozione del nostro patrimonio culturale e ambientale, sancite dall’art. 9 della Costituzione, e penalizza un settore vitale che contribuisce positivamente all’economia del paese, con conseguenze negative sulle possibilità di uscita dall’attuale crisi e sulle prospettive di una futura e duratura crescita. E’ urgente scongiurare gli effetti della riduzione dei finanziamenti diretti al Ministero e dei pesanti tagli ai trasferimento a Regioni ed Enti Locali, che porteranno inevitabilmente ad un arretramento dell’intervento pubblico nel settore, limitando l’autonomia e la capacità di amministrazioni e imprese di servizio pubblico locale nella programmazione e nella gestione dell’offerta culturale».
Le sei Associazioni condividono la necessità di intervenire con azioni anche drastiche di riduzione di inefficienze e sprechi, ma nel contempo chiedono un maggiore intervento pubblico che valorizzi le eccellenze, salvaguardi i livelli dei servizi erogati ai cittadini e promuova il coinvolgimento dei privati, in un’ottica di crescita del settore e di sviluppo del Paese che faccia leva su cultura, creatività e ambiente.
Il testo della lettera aperta:
Al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dei Beni e le Attività Culturali
- Con la manovra anticrisi (Dl 78/2010) il Governo mostra di non tener conto del ruolo della cultura nello sviluppo economico e sociale del Paese e riduce ulteriormente le risorse ad un settore già colpito, negli ultimi anni, da forti tagli di spesa.
- Ai tagli dello Stato, che dal 2005 ad oggi hanno comportato una diminuzione di un terzo di spesa del Ministero, si aggiunge la stretta sui bilanci di Regioni ed Enti Locali che ne limita le risorse e le possibilità d’azione e programmazione con una riduzione drastica dei servizi erogati al cittadino. Inevitabilmente anche il settore culturale risentirà degli effetti della minore capacità di spesa delle Amministrazioni Locali.
- La manovra rischia di mettere in discussione il principio costituzionale di tutela e promozione del nostro patrimonio culturale, artistico, ambientale, sancito dall’art. 9 della Costituzione.
- La riduzione del 50% delle risorse destinate agli istituti culturali, quasi fossero enti inutili, senza l’individuazione di criteri o parametri oggettivi che valutino l’effettiva esistenza di sprechi, decreterà un ulteriore e indiscriminato abbassamento dell’intervento pubblico per la cultura, che mette ormai a rischio quantità e qualità dei servizi culturali nel Paese.
- Non si investe, anzi risultano ulteriormente penalizzate le ricchezze artistiche ed ambientali, l’industria creativa e la produzione culturale che sono un volano per l’economia, la competitività locale, l’occupazione.
L’assoluta necessità di ridurre spese e sprechi è condivisa da tutti, ma non è possibile rinunciare alla cultura, depauperare il Paese di quelle ricchezze di storia e produzione artistica che sono la nostra carta d’identità sulla scena internazionale ed asset principali per la competitività di città e territori.
La recessione culturale rappresenta un danno troppo grave che il paese non si può permettere e i cui effetti negativi si farebbero sentire per molti anni ben al di là della crisi economica.
Federculture, Civita, FAI, Italia Nostra, Legambiente, WWF sono impegnati con Enti Locali, Associazioni, Amministratori, Operatori di settore e Imprese a sostenere la crescita ed un vero progetto di rilancio del Paese attraverso la cultura, la creatività, il paesaggio ed insieme:
- Reclamano un’azione coraggiosa che colpisca le inefficienze e valorizzi le eccellenze e la qualità.
- Chiedono a chi ha la responsabilità delle scelte di andare fino in fondo e applicare criteri selettivi trasparenti e condivisi in grado di ridurre gli sprechi e di aumentare realmente la produttività salvaguardando tutti quegli enti che garantiscono la ricerca, servizi ai cittadini e l’immagine del nostro Paese all’estero.
- Auspicano un maggiore intervento pubblico che incoraggi il coinvolgimento dei privati, oggi non adeguatamente sostenuto, per continuare ad alimentare i virtuosi meccanismi di crescita delle realtà che rappresentano.
- Chiedono che il Governo applichi severi meccanismi di controllo all’introduzione del federalismo demaniale che, proprio in questo momento di gravissime difficoltà della finanza pubblica, rischia di trasformarsi in una svendita del patrimonio artistico e ambientale del nostro Paese.
- Sostengono con forza che i nostri giovani debbano avere un futuro basato sulla cultura, sulla conoscenza e sulla creatività affinché non si debba più assistere ad una sistematica emigrazione intellettuale che depaupera il Paese delle sue migliori risorse intellettuali e ne pregiudica il futuro.
Roberto Grossi – Presidente Federculture
Antonio Maccanico – Presidente Civita
Ilaria Borletti Buitoni – Presidente FAI
Alessandra Mottola Molfino – Presidente Italia Nostra
Vittorio Cogliati Dezza – Presidente Legambiente
Stefano Leoni – Presidente WWF