VAL DI CORNIA: IL COMITATO PER CAMPIGLIA REPLICA AD ANSELMI SULL’URBANISTICA
Il comitato per Campiglia risponde alle affermazioni che il Sindaco di Piombino Gianni Anselmi ha inviato ieri al Tirreno e alla Nazione, ma non al nostro giornale. Forse si è dimenticato della nostra testata, oppure “democraticamente” non ci reputa stampa. Riportiamo comunque in coda il suo intervento per una maggiore comprensione dei nostri lettori.
«Quello che amareggia – inizia il comunicato del Comitato per Campiglia – non sono solo le cose che De Lucia scrive nel libro “Le mie città”, ma lo stile di un sindaco che si definisce “democratico”, ma che liquida il confronto sull’urbanistica dicendo che siamo tutti colpevoli o nessuno è colpevole. Una chiamata di correo per tacitare chi esprime opinioni diverse dalle sue.
Nel suo libro, pag.171, De Lucia descrive la Val di Cornia come “una realtà che ha ereditato quarant’anni di amministrazione urbanistica esemplare, che non ha ceduto alla speculazione edilizia, che ha sconfitto l’abusivismo della Sterpaia, che ha superato le conseguenze di una drammatica deindustrializzazione” Aggiunge poi, a ragione, che è anche una realtà “non insensibile alle scorciatoie di una modernità raccogliticcia e agli adescamenti di una crescita qualunque, di un facile sviluppo nautico e turistico”
Ci sembra una descrizione realista (basta guardarsi intorno) e generosa che non merita la risposta smodata del Sindaco Anselmi il quale, asserendo di aver “collaborato” con De Lucia, pretenderebbe il suo perenne silenzio.
E’ bene ricordare che De Lucia è stato cacciato dai Sindaci di Piombino, Campiglia e Suvereto nel 2006, subito dopo l’adozione di un piano strutturale che, evidentemente, hanno molto sofferto. Per la risposta alle osservazioni preferirono fare da soli, peggiorando il piano in parti sostanziali. Nel 2008 il Comune di Piombino lo ha modificato in una delle parti più rilevanti come il rapporto urbanistico tra la città e la fabbrica, restituendo alla fabbrica una parte consistente dei terreni che il piano strutturale aveva sottratto all’industria.
Per la redazione dei Regolamenti Urbanistici, che dovrebbero essere il naturale proseguimento del Piano strutturale, i Comuni si sono avvalsi di altri professionisti. Da quanto si è appreso dalla denuncia delle liste civiche sembra che i Regolamenti di Campiglia e Suvereto, già adottati, sconfessino clamorosamente il piano in parti sostanziali come il dimensionamento residenziale, prevedendo case anche se non servono e ben oltre i limiti imposti dal Piano stesso.
Ce n’è a sufficienza per una riflessione sulle luci e sulle ombre dell’urbanistica della Val di Cornia. Fortunatamente, nonostante quello che pensa Anselmi, c’è ancora chi, come De Lucia, ha la voglia e il coraggio di farlo».
Arch. Alberto Primi
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Tratto da “IL TIRRENO” del 17 luglio 2010
«De Lucia è scorretto Tutti responsabili delle scelte urbanistiche»
Opinioni fuori tempo massimo Un goffo tentativo di rientrare in scena con facile demagogia
Leggo non senza amarezza le considerazioni che l’architetto Vezio De Lucia avrebbe prodotto nella sua ultima pubblicazione circa le politiche urbanistiche di questo territorio. Avendo collaborato personalmente con l’architetto alla redazione del piano strutturale di Campiglia, Piombino e Suvereto, prendo atto dell’opinione dell’eminente urbanista, che su incarico dei Comuni ha assolto egregiamente il proprio compito di consulente ricevendo per esso emolumenti pari a euro 171.360.
Tuttavia mi preme precisare in proposito che
«Nel piano strutturale proposto e approvato dai Comuni, nonché nell’accordo di pianificazione successivamente concluso per l’ambito portuale e con particolare riferimento alle scelte sulla nautica, non c’è nulla che non sia stato, nelle sedi tecniche e pubbliche, promosso e sostenuto da De Lucia. Il fatto che egli oggi preferisca disconoscendo non depone a favore della sua correttezza né tantomeno della ricostruzione della verità, che non può essere oggetto di opinioni. Le scelte urbanistiche incardinate nel piano strutturale, delle quali io continuo ad esser fiero, possono essere opinabili, ma o ne siamo tutti colpevoli, De Lucia compreso, o tutti innocenti: non esistono vie di fuga intermedie.
Quanto alle supposte “modernità raccogliticce”, “crescita qualunque”, eccetera, sono ormai opinioni e formule fuori tempo massimo, e un pessimo, goffo tentativo di rientrare in scena da una porta secondaria: quella della facile demagogia che affonda sulle paure e talvolta sull’ignoranza di chi è pronto ad indignarsi per qualsiasi cosa pendendo dalle labbra del personaggio di turno. Esercizio, questo, verso il quale da tempo una parte della cultura e della disciplina urbanistica sta derivando in modo preoccupante e pericoloso. Questo è il più grosso cedimento politico e culturale che vedo».
Gianni Anselmi