LA GIOCONDA NUDA, SVELATO IL MISTERO DELLA MOSTRA DI LEONARDO A PIOMBINO
Un sorriso appena accennato, lo sguardo intrigante rivolto allo spettatore, il profilo esaltato dalla nudità del seno. Sono i tratti della “Gioconda nuda”, madrina de “Il Ritorno di Leonardo a Piombino”, la mostra dedicata al genio del Rinascimento inaugurata oggi nella cornice del Museo del Castello e della Città di Piombino, aperta fino al 6 gennaio. Il dipinto, un originale datat0 1511 di Bottega Leonardesca viene esposto per la prima volta dopo un accurato restauro.
L’opera è molto probabilmente attribuibile a Salai, l’allievo prediletto del maestro fiorentino. Il quadro, svelato solo al momento dell’inaugurazione, è al centro dell’esposizione, promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di Piombino e dalla società Parchi Val di Cornia , curata dal direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci Alessandro Vezzosi. L’evento è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, Regione Toscana e Provincia di Livorno.
All’inaugurazione erano presenti l’assessore provinciale Ringo Anselmi, quello alla cultura del Comune di Piombino, Ovidio Dell’Omodarme e il presidente della società Parchi Val di Cornia Luca Sbrilli.
La mostra coniuga, in un inedito nodo della conoscenza, la complessità interdisciplinare di Leonardo e i suoi rapporti soprattutto con Piombino, dove tra il 1502 e il 1504 trascorse lunghi e fecondi periodi di studio e di lavoro. Tra gli oltre quaranta pezzi esposti la macchina volante, il citofono per comunicare fra torri a distanza, la camera di specchi fondamentale per la visione del pittore, il prospettografo come “macchina da ripresa” dell’artista universale.
Altre ricostruzioni sono un ascensore e un tamburo meccanico, allegorie e cartografie, le tematiche del territorio di Piombino e del mare, grandi poliedri e sculture in bronzo, il modo per misurare le distanze, forni per la distillazione e la fusione, le macchine da guerra, il nuoto e il “modo di camminare sull’acqua”, l’architettura della città ideale, la prefabbricazione per argini e porti, il “ponte salvatico”, l’arto meccanico dell’uomo e quello dell’uccello per la macchina volante, il mito dei capolavori (Cenacolo, Uomo Vitruviano e Gioconda).
“Il ritorno di Leonardo a Piombino è una riscoperta – ha spiegato il curatore della mostra, Alessandro Vezzosi – molte cose su Leonardo sono poco segnalate, non divulgate. Questa esposizione mette in luce aspetti inediti legati non solo agli studi di Leonardo, ma anche a dettagli di vita quotidiana”.
La molteplicità degli interessi di Leonardo, riferiti al periodo piombinese, porteranno alla realizzazione di una “Breve enciclopedia per Leonardo a Piombino”, che comprenderà decine di voci, fra cui molte sorprendenti.
“Il rapporto di Leonardo con Piombino è forte – ha affermato Carlo Pedretti, il più grande studioso di Leonardo – ciò è testimoniato nei disegni i Diluvi Apocalittici, dove ultrasettantenne si ispira alla furia dei venti e delle onde di Piombino. Proprio questo legame può aiutare Piombino a guadagnare una meritata dimensione europea”.
Vorrei ricordare all’estensore dell’articolo che Leonardo ultrasettantenne non potè mai scrivere alcunchè, visto che morì ad Ambois nel 1519 all’età di 67 anni;
nessuna polemica, solo precisazione (può darsi un refuso di ultrasessantenne).