URBANISTICA: SCONTRO TRA REGIONE E COMUNI SUL “MATTONE”
Tortolini, responsabile ambiente del PD, impone all’assessore regionale Marson sulla nautica «Rispetti il programma», il sindaco di Piombino Anselmi che chiede a gran voce di non escludere i sindaci dalle scelte sul territorio. Sembra proprio che l’urbanistica, croce e delizia del PD toscano sia il primo dei problemi tra la nuova giunta regionale Rossi e i comuni della costa toscana che hanno già avviato, o si stanno preparando ad avviare, tutta una serie di nuovi piani urbanistici.
All’interno di questi piani, giusto per citarne alcuni, possiamo indicare le modifiche al parco di Rimigliano a San Vincenzo, la lottizzazione alla fonte di sotto a Campiglia, oppure i numerosi progetti di nuovi porti, che sono solo alcune delle numerose contestazioni che le associazioni che tutelano il paesaggio contestano per iscritto, ormai quotidianamente proprio all’assessore regionale Marson.
Questo sta aprendo numerose crepe sul modo di gestire il territorio tra il governo centrale regionale e quello locale. Riportiamo alcuni articoli per far capire ai nostri lettori cosa sta succedendo.
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PORTI, IL PD SI RIBELLA ALLA REGIONE
tratto da il tirreno del 11 agosto
Sull’urbanistica si apre la prima crepa tra Pd e governo regionale. Già la prima intervista al Tirreno dell’assessore Marson, che aveva annunciato di voler rivedere il Piano di indirizzo territoriale e modificare la filosofia di gestione del territorio, aveva fatto registrare dei malumori.
Adesso, la nuova intervista rilasciata al Tirreno dall’assessore all’urbanistica crea un vero e proprio caso politico all’interno della maggioranza e dello stesso Pd. Anna Marson, che è stata indicata dall’Italia dei Valori ma la cui linea è condivisa con convinzione da Enrico Rossi, ha infatti espresso la volontà di rivedere anche il Masterplan dei porti con l’intenzione di ridurne l’impatto ambientale, ossia le volumetrie di cemento destinate a servizi e residenziale. L’idea della Marson, infatti, è di aumentare i posti barca attraverso la creazione di porti «leggeri», riservando l’offerta di ormeggio soprattutto a una clientela medio-bassa, ossia a imbarcazioni fino a sei/sette metri.
Di fronte alle parole della Marson, il malumore del sindaco di Piombino Gianni Anselmi, a cui si accompagnano i distinguo del suo collega viareggino (del Pdl) Luca Lunardini, è rilevante, ma ad aprire un caso politico sono le parole del responsabile ambiente e infrastrutture del Pd toscano Matteo Tortolini che boccia su tutta la linea l’impostazione dell’assessore regionale, sottolineando che la politica non può decidere la lunghezza delle barche.
Anche la reazione di Gianni Anselmi è molto dura, anche nei toni, e se non ci sarà una ricucitura c’è da pensare che non mancheranno le scintille all’incontro in programma a Piombino a fine settembre sulla programmazione del territorio a cui è stata invitata Anna Marson. «La partecipazione – va giù duro Anselmi – non può consistere nella lettura dei giornali, ma nel dialogo e nella discussione. Cambiare impostazione è legittimo, ma bisogna capire se vogliamo utilizzare un metodo autoritativo o uno partecipativo, se vogliamo emettere editti o coinvolgere anche i Comuni e le Province. Io spero che la partecipazione non significhi escludere i sindaci dal dibattito sulla gestione del territorio». Sul metodo Rossi-Marson è più conciliante Luca Lunardini (Pdl), sindaco di Viareggio, dove è in programma un significativo allargamento del porto turistico.
«Per certi aspetti – dice – il decisionismo di Rossi è apprezzabile, ma a patto che non si vogliano prevaricare le realtà locali, perché questo non sarebbe accettabile». Sul merito, Lunardini e Anselmi concordano: «Sono i Comuni – dice Lunardini – che conoscono il territorio e un controllo eccessivo da parte della Regione rischierebbe di ingessare la necessaria autonomia delle amministrazioni». Anselmi, che se la prende con il «francescanesimo nautico» della Marson, ha un sospetto: «Spero che vengano fatti salvi i percorsi pregressi, come il nostro progetto. Mi inquieterei se non fosse così».
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SUI PORTI IL PD TOSCANO NON C’AZZECCA tratto da Elbareport del 13 agosto
Ha ragione Enrico Rossi a chiedere ‘rispetto’ per l’assessore Marson dopo la ‘romanzina’ di Tortolini ed anche del sindaco di Piombino che oltre a poco garbo hanno mostrato una bella coda di paglia. Se si trattasse solo di un infortunio estivo ancorchè spiacevole – accade anche nelle migliori famiglie – potremmo chiuderla qui in attesa dei chiarimenti istituzionali. Ma l’argomento sta tenendo banco su tutta la nostra costa e in un momento estremamente delicato e rinvii è bene che non ce ne siano e non soltanto per Capalbio o Rio Marina.
Oggi l’Unità ricorda che lo scorso giugno ad Instanbul nessun ministro dell’ambiente europeo ha alzato la mano per attuare i piani di gestione integrata ‘nelle aree di speciale protezione e interesse ambientale’ tra cui il Santuario dei mammiferi marini’ meglio conosciuto come santuario dei cetacei di cui fa parte anche la nostra regione.
L’articolo ricorda che le potenti lobby armatoriali anche della nautica da diporto hanno finora evitato, ad esempio, una normativa sui controlli e sanzioni sugli scarichi a mare etc. Anzi come ho già ricordato qualche giorno fa in Italia si è tornati alla carica perché siano abrogate le norme della legge sui parchi che prevedono piani per le aree protette marine.
Si può infine dare un occhiata ai dati forniti dalla Unione europea sullo stato si attuazione delle norme di habitat sui siti comunitari per avere conferma che il piatto piange soprattutto per quelli marini. A fronte di questa situazione le cose dette da Tortolini alla Marson appaiono oltre che nel tono sfottente assolutamente sorprendenti. E lo sono perché qui sta il nodo irrisolto in Toscana che il responsabile del Pd continua ad ignorare e cioè che la risposta urbanistica ancorchè opportunamente rivista non basta.
Alcuni dei nodi che riguardano non soltanto la costa rientrano in una pianificazione che fuoriesce dai piani regolatori e riguarda i piani dei distretti idrografici e dei parchi come all’Arcipelago ma non solo. L’assessorato all’urbanistica prima della Marson tutto ciò l’aveva ignorato come sappiamo affondando anche la nuova legge regionale sui parchi.
Tortolini non può riproporci e malamente la stessa ricetta che Rossi si è impegnato giustamente a cambiare. E questo non riguarda solo la Marson ma anche la Bramerini.
Renzo Moschini
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SUI PORTI LA MARSON SI SBAGLIA DI GROSSO
Probabilmente l’Assessore Regionale Marson conosce poco il mare ed ancor meno la nautica. Un porto non è “leggero” o “pesante” solo per scelte urbanistiche, ma spesso lo è per esigenze di difesa dalle maree, di localizzazione e di tipologia di porto. Pensare che da Firenze si possano dettare regole generali che valgano sempre e per tutte le situazioni vuol dire cercare di uniformare una realtà che non è oggettivamente uniformabile. Oltre, naturalmente, ad essere una grave lesione all’autonomia dei comuni ed al loro diritto/dovere di governare il proprio territorio. Bene hanno fatto quindi il Sindaco Anselmi ed il responsabile regionale infrastrutture del PD Tortolini a reagire.
Del resto un porto per avere ricadute positive su di un territorio non può limitarsi ad accontentare soltanto i proprietari dei posti barca, ma deve creare occupazione diretta ed indotta sulle attività commerciali ed artigianali, deve portare turismo e contribuire a creare un’immagine turistica della città in cui si trova. Per far questo ha bisogno però di dimensioni, di caratteristiche tecniche, di servizi e di volumi adeguati, senza i quali non può svolgere il suo ruolo positivo. E, naturalmente, deve poter remunerare l’investimento di chi ci ha investito.
Pensare che debbano esistere solo porti “leggeri”, cioè solo per barche al di sotto di certe dimensioni, significa cacciare dalla Toscana non solo la nautica e l’industria che si porta dietro, in termini anche di occupazione, ma pure un turismo che è in grado di spendere e quindi di far girare l’economia. Purtroppo permane in una certa pseudo sinistra una concezione pauperista dello sviluppo, per cui meno ce n’è e meglio è per tutti. È esattamente uguale e contraria alla concezione della destra che pensa ad uno sviluppo senza regole e limiti, ma in un momento di grave crisi e difficoltà fa più danni di quella della stessa destra.
Noi invece pensiamo che una sinistra che fa il suo dovere debba favorire uno sviluppo che sia sostenibile e che consenta una crescita complessiva della ricchezza che si distribuisca tra più soggetti possibili. Un vecchio detto socialdemocratico diceva che dobbiamo far crescere la pecora per tosarla e distribuirne la lana tra tutti. Purtroppo se seguissimo l’Assessore Marson non ci sarebbe lana da distribuire perché prima avrebbe ammazzato la pecora.
Stefano Ferrini
Segretario PSI – Piombino
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IL CEMENTO PUÒ ATTENDERE
tratto da l’Unità dell’11 agosto
Qualcosa di sostanziale sta cambiando, in meglio, nell’urbanistica toscana, fin dalle dichiarazioni del neo-presidente Enrico Rossi: «le villette a schiera non sono il futuro della nostra urbanistica». Meno lottizzazioni, insomma, e più impegno nel recupero/restauro, in una politica per la qualità. Strategia confermata dalla scelta di un assessore di solida competenza come la docente Anna Marson per ridare forza alla pianificazione regionale e locale. Troppo prossimi, oggettivamente, i Comuni agli interessi immobiliari locali per poter usare incisivamente lo strumento della tutela paesaggistica. Troppo indebitati, purtroppo, per non turare le falle di bilancio spingendo l’acceleratore dell’edilizia e degli oneri di urbanizzazione.
Così è venuto il primo stop alle 32 licenze edilizie a Montespertoli e poi quello al regolamento urbanistico di Rio Marina nell’Isola d’Elba. Stop al quale il sindaco elbano ha reagito commentando che così «si fa morire l’Elba». Una lamentela ben nota contro gli “immobilisti”, contro gli “imbalsamatori del paesaggio”. Amministratori locali che non riescono a guardare lontano, che ormai non vedono più il tanto, troppo cemento sparso a blocchi e blocchetti in uno dei paesaggi più strepitosi del mondo, “fatto a mano” – quello agrario, determinante per il resto – nei secoli passati e che in alcune zone (nel Chianti, o Chiantishire) si sta difendendo anche con l’evitare l’asfaltatura delle strade poderali, anche col ricostituire – se ne occupa Paolo Baldeschi docente a Firenze – fondamentali terrazzamenti collinari.
Inutile dire quanto un paesaggio integro sia essenziale per il turismo culturale, per l’enogastronomia, per l’agriturismo, per lo stesso export agro-alimentare (negli Usa e in altri mercati “maturi”). Ma il berlusconismo del mattone facile ha aperto falle anche a sinistra. Sulla costa, negli anni scorsi, si sono moltiplicate lottizzazioni proposte da interessi forti. La polemica più recente è quella scoppiata a Capalbio. Essa non ha davvero niente a che fare coi Vip: riguarda la tutela di 12 chilometri di spiaggia libera a dune dietro cui c’è, intatta, la straordinaria Oasi di Burano, gestita dal Wwf. Nuovi stabilimenti balneari esigono nuove strade e nuovi parcheggi, o la dilatazione di quelli esistenti. Per non parlare di un porto turistico alla foce del Chiarone, di un villaggio turistico e di un resort. Se ne discuterà lunedì in Comune. Perché non lo si è fatto prima di deliberare? La Toscana può conquistare sul campo la leadership della pianificazione attenta e intelligente. Tutto il Paese se ne gioverebbe.
Vittorio Emiliani