GRANDE COMMOZIONE PER LA MORTE DI MONS. ABLONDI
Grande commozione e dolore per la notizia della scomparsa di Mons. Alberto Ablondi, avvenuta, ieri mattina, 21 agosto, nel reparto rianimazione dell’Ospedale di Livorno. I funerali si terranno lunedì 23 agosto alle ore 16,30, nella Cattedrale di San Francesco, Duomo di Livorno, in Piazza Grande.
Nato a Milano il 18 dicembre 1924, trasferito bambino con la famiglia a Sanremo in Via Pallavicino nella parrocchia di S. Maria degli Angeli, entrava nel Seminario diocesano di Ventimiglia. Fu ordinato sacerdote a 23 anni il 31 maggio 1947. Dopo aver compiuto gli studi a Ventimiglia si laureò in Lettere classiche con specializzazione in Archeologia (1947), in Filosofia (1950) e in Giurisprudenza (1955). Dal 1947 svolse il ministero come cappellano nella parrocchia della vecchia Sanremo e insegnò Letteratura e Filosofia in seminario e Religione al liceo. Dal 1952 al 1966 svolse il ministero come parroco di Santa Maria degli Angeli in Sanremo continuando ad insegnare Religione al liceo; fu assistente della FUCI e dei Laureati Cattolici.
Eletto alla sede titolare di Mulli il 9 agosto 1966 e consacrato vescovo il 1º ottobre 1966, svolse il suo ministero come vescovo ausiliare di Livorno ed amministratore apostolico di Massa Marittima; vescovo coadiutore di Livorno dal 1970, succedette alla medesima sede il 26 settembre dello stesso anno. Divenne il precursore del dialogo con le altre religioni, e manifestò la sua vocazione ecumenica con uno speciale rapporto con la comunità ebraica per rimuovere diffidenze e silenzi.
Simbolo di questo riavvicinamento fu l’amicizia con Elio Toaff con il quale era unito a una numerosa comunità ebraica e a numerose presenze dell’universo musulmano. Nel 1978 fu tra i cosiddetti “vescovi-coraggio” (insieme a Luigi Bettazzi e Clemente Riva) che, durante il rapimento Moro si offrirono – senza successo – alle Brigate Rosse per essere presi in ostaggio al posto dello statista. Simbolica, peraltro, fu la lotta a fianco con il capo dei portuali livornesi (Italo Piccini) nella protesta del 1989 contro i decreti Prandini. Nello stesso anno il 28 settembre, su sollecitazione del Segretariato all’Attività Ecumeniche e della Federazione delle Amicizie ebraico-cristiane, la commissione ecumenica della Conferenza Episcopale Italiana, presieduta dal vescovo di Livorno Alberto Ablondi, istituì la Giornata dell’ebraismo da celebrarsi il 17 gennaio di ogni anno all’inizio della Settimana per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). Fu la prima iniziativa del genere nel mondo a rimarcare i progressi in Italia del dialogo ebraico-cristiano.
Dal 1993 gli venne affiancato come vescovo ausiliare mons. Vincenzo Savio. Dimessosi per raggiunti limiti d’età, il 9 dicembre 2000 gli succedette mons. Diego Coletti. Nel 2004 il Sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi gli consegnò la Livornina D’Oro. La Livornina è la massima onorificenza consegnata dalla città di Livorno ai cittadini illustri. Colpito da un arresto cardiocircolatorio, si spense all’ospedale di Livorno alle 11:15 del 21 agosto 2010. In mattinata circa 300 persone avevano partecipato a un pellegrinaggio al santuario di Montenero guidato dal vescovo di Livorno Simone Giusti per pregare per lui; nella sua degenza in ospedale e nei giorni precedenti la morte i suoi collaboratori e la sua città gli erano stati molto vicini.
Alberto Ablondi fu:
• Presidente mondiale della Federazione Universale Cattolica per l’Apostolato Biblico (WCFBA, adesso CBF);
• Vicepresidente mondiale per l’Europa delle Società Bibliche;
• Membro del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani;
• Vice presidente della “CEI”
• Grande ufficiale dell’Ordine del Santo Sepolcro;
• Grande ufficiale al merito della Repubblica;
• Cittadino onorario di Livorno;
• Presidente del CeDoMEI (Centro di Documentazione del Movimento Ecumenico Italiano).